FORGOT YOUR DETAILS?

Tasse, delinquenza e disoccupazione, ecco l’Italia partitocratica

by / martedì, 12 maggio 2015 / Published in Economia e lavoro

L’Italia è il Paese delle tasse e dei balzelli. Ci sono tasse per tutti e per tutti i gusti, si tassa l’ombra, la luce delle insegne luminose, anche l’aria è soggetta ad imposte indirette mentre l’acqua, da che ho memoria, è sempre stata tassata e tartassata.

In questo assurdo scenario le imposte sui redditi sono solo una parte di quanto esce dalle tasche dei cittadini, perché molto altro è dovuto allo Stato o alle istituzioni locali sotto le forme più svariate.

Molto spesso queste tasse sono state introdotte con la formula dell’una tantum per diventare poi, sempre e inevitabilmente, “una semper”. L’esempio più eclatante di ciò si può riscontrare nella gestione del prezzo della benzina e degli altri carburanti sui quali gravano tasse che si possono definire storiche, come quella introdotta nel 1935 per finanziare la guerra in Abissinia o quella del 1956 per la crisi di Suez, quando l’Egitto si oppose all’occupazione militare del Canale di Suez da parte di Gran Bretagna, Francia e Israele. Anche l’I.S.I (imposta straordinaria sugli immobili) fu presentata come una tassa passeggera, ma, come era prevedibile, non è stato così. Gli hanno cambiato nome, prima I.C.I (imposta comunale sugli immobili) ed ora I.M.U. (imposta municipale sugli immobili), che ingloba I.C.I e I.R.P.E.F. (imposta sul reddito delle persone fisiche), ma il fatto resta, e restano le bugie di questo Stato partitocratico che continua a trattare i cittadini come sudditi e, indipendentemente dai governi e dalla loro colorazione politica, continua a dire una cosa per poi farne un’altra.

Sono tante le tasse vergognose e indecenti con le quali ci tocca convivere quotidianamente, basti pensare che da noi è tassato il guadagno, il risparmio ed anche la spesa. Su tutto ci sono tasse e quel che è peggio, il fiume di denaro che viene versato nelle casse dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, non si capisce dove finisce e come viene utilizzato.

I servizi stanno toccando picchi di inqualificabile indecenza; le strade sono delle groviere dove, se si vogliono preservare gli ammortizzatori delle auto e delle moto, si è costretti a pericolose gincane; la segnaletica stradale è assolutamente inadeguata e la sicurezza non esiste nemmeno più fra le mura domestiche dove qualunque malintenzionato si sente autorizzato a penetrare nella certezza di non rischiare penalmente nulla. Insomma, si paga e si paga più di qualunque altro popolo al mondo, ma si paga per niente. I nostri soldi, servono solo ed esclusivamente a mantenere i privilegi e gli sprechi della partitocrazia romanocentrica.

Tutto ciò è di una gravità inaudita, l’Italia di fatto non rispetta nessun canone proprio di una democrazia, ormai ci si è appiattiti sul modello americano dove i diritti sono solo di chi se li può permettere e per tutti gli altri esistono solo i doveri. Non si sarebbe dovuti arrivare a questo, ma per pigrizia, vigliaccheria e troppofurbismo ci siamo arrivati e tutto quanto palesa lo scenario politico e sociale nostrano, altro non fa, se non portare a credere che le cose possano solo peggiorare.

Alcuni giornali di regime riescono anche a proporre titoli nei quali si dice che la crisi è finita e che il 2015 sarà l’anno della ripresa e tanti italiani, la stragrande maggioranza, preferisce crederci piuttosto che cercare di sviluppare anche solo un’elementare ragionamento su quanto sta realmente accadendo. Sembra di essere tornati al ventennio fascista, il livello dell’informazione è lo stesso, allora, radio e giornali magnificavano le imprese dei nostri soldati impegnati a dar vita all’impero coloniale italiano e poi, a spezzar le reni ai greci ed i risultati, credo, li abbiano visti tutti, seppur erano moltissimi, anche allora contro ogni evidenza, a trovare più facile credere a quanto veniva loro riportato dai media.

La situazione del Paese, è evidente, non si migliora con le parole e con l’informazione edulcorata, quelli che contano sono i fatti e i fatti ci dicono che la nostra è un’economia a pezzi, che le uniche cose che crescono a dismisura sono la disoccupazione, la delinquenza e le tasse e che, continuando su questa strada, si può solo arrivare alla bancarotta con la perdita di tutto, risparmi e investimenti compresi.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

Lascia una risposta

TOP