Speriamo di non disturbare, il sonno è sacro, ma spesso inopportuno
Dopo tanto parlare e tanto scrivere devo dire che forse il nostro Presidente Federale, Carlo Verna, un bel po’ di ragioni le ha. La gente non vuole che gli si dica la verità, fa male, molto male, anche e soprattutto perché il disastro Italia è tale a causa del suo manifesto disinteresse su quanto i partiti romanocentrici dicono, promettono e poi realmente fanno. Tutto, ma proprio tutto ciò che viviamo è frutto delle sconsiderate scelte elettorali del popolo e poco conta se queste sono in gran parte figlie della disinformazione pubblica o privata alla quale i più attingono. Esiste anche la possibilità di informarsi attivamente e non solo quella di subire passivamente i diktat di partito che arrivano veloci nelle nostre case attraverso le televisioni, o peggio, attraverso la carta stampata che per assurdo ci si deve procurare a pagamento recandosi in edicola o al supermercato. Forse il nostro impegno, che dura ormai da quasi 13 anni, non è recepito dagli italiani, forse, al di là delle continue lamentele e piagnistei di cattivo gusto, il cambiamento di questa repubblica partitocratica in una libera Repubblica democratica federalista non è nei pensieri e negli obbiettivi degli italiani, forse ai più va bene così, va bene leggere e sentirsi dire quello che i partiti romanocentrici vogliono fargli leggere e, attraverso le televisioni, vogliono far arrivare nelle case della gente. Forse, però, alla base di tutto c’è la scarsa propensione al rischio del popolo italiano, capace di vedere nel cambiamento radicale della politica e dell’organizzazione statuale un pericoloso salto nel vuoto e allo stesso tempo capace di farsi portare via tutto, denari e diritti, senza fare nulla se non continuare a farsi prendere in giro da chi di volta in volta promette di più.
Gli italiani, dispiace doverlo dire, dovrebbero invece, se possibile, almeno una volta, essere onesti con se stessi e rendersi conto che la cosa che li distingue da tutti gli altri popoli, è la loro incredibile capacità di correre ogni volta in soccorso dei più forti e dei vincitori. Cosa che non è solo del popolo, ma che è da sempre in uso nel modo di fare informazione nel nostro Paese.
Italia Terra Celtica in questi anni ha fatto quanto poteva per far conoscere il suo progetto di riforma delle istituzioni, ha portato in mezzo alla gente manifestazioni, mostre, incontri e dibattitti sui più svariati argomenti, abbiamo organizzato feste, gite, convegni, promosso comizi e in qualche piccolo comune del nord Italia vinto le elezioni amministrative con i nostri candidati a sindaco alla guida di liste civiche. Dire che non è servito, forse è sbagliato, ma certamente è servito a poco, lo spazio che ci hanno sempre riservato i media è stato di pochissimo superiore allo zero, solo pochi giornali e televisioni locali si sono degnate di dedicarci un po’ di spazio, molto controllato e centellinato, probabilmente si erano resi conto di dover fare del giornalismo, ma allo stesso modo si erano resi conto di doverlo fare senza “disturbare” troppo il sonno degli italiani ed i piani dei grandi potentati economici e politici che l’informazione la controllano di mestiere.
Così, mentre il Paese sta entrando in un vortice senza ritorno fatto di disoccupazione, povertà, lavoro precario, assenza di giustizia, sanità e scuola pubblica a pezzi, noi abbiamo i grandi media nazionali che riescono ad aprire i telegiornali aggiornando gli italiani di quanto sta avvenendo nella “casa del grande fratello” piuttosto che “sull’isola dei famosi”; veniamo informati delle nozze fra Henry d’Inghilterra e Megan Markle e non ci facciamo mancare nulla sulla nascita del terzo “Royal baby”, al secolo Louis Arthur Charles nato dal matrimonio fra l’erede al trono William e Kate Middleton. Insomma, imbarazzante!
Imbarazzante per un Paese normale, abitato da un popolo vero, capace, dopo 70 anni di bugie partitocratiche, di rendersi conto che con le promesse non si campa e non si mangia, a quanto pare non imbarazzante per gli italiani ai quali, a ben giudicare le loro scelte politiche, pare che l’unica cosa che vogliano nel presente, come già nel passato e come tutto fa credere vogliano anche nel futuro, è la possibilità di poter continuare a lamentarsi, cosa che certamente la partitocrazia romanocentrica, anche grazie ad un’informazione serva e complice, saprà garantirgli per sempre!
Torre C.se 24 aprile 2018
Il Segretario Federale
Paolo Bini