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Solo uniti possiamo tornare a essere padroni a casa nostra

by / lunedì, 20 aprile 2015 / Published in Cultura e informazione

Una cosa che dovrebbe far riflettere e che passa, invece, davanti a tutti senza praticamente essere vista è la condizione sociale del nostro Paese. Da noi ci si spertica in giudizi superficiali, abbondano le trasmissioni televisive dove alla gente invitata è consentito gridare, urlare il proprio sdegno verso i politici di turno che, comodamente sistemati nei salotti di Rai, Mediaset o La 7, hanno a loro volta la possibilità di scagliarsi l’uno contro l’altro ritagliandosi il ruolo di primattori in quelle che di fatto risultano essere le peggiori e in assoluto più lunghe telenovela proposte ai telespettatori italiani.

Il peggio del peggio, regalato, o meglio, venduto al solo prezzo del canone televisivo a tutti coloro che della politica e delle reali condizioni del Paese non frega nulla o a chi crede di potersi fare un’opinione di quanto gli sta accadendo, semplicemente affidandosi al parere di economisti e politici prezzolati, quando non alle urla di qualche disperato in collegamento esterno che sulla propria pelle è costretto a tastare il menefreghismo del popolo italiano che magari, solo poco tempo prima era lo stesso menefreghismo suo nei confronti di altri disperati che urlavano dai microfoni televisivi la loro condizione di disoccupati, piuttosto che di vittime di furti o rapine.

Tutti a chiedere leggi per questo e per quello, tutti a chiedere, anzi, spesso a pietire un lavoro o una casa, tutti disposti a piangere, a lamentarsi, a stracciarsi le vesti con il solo, unico scopo di sistemarsi e tornare a fregarsene del prossimo che da lì a poco si troverà nelle loro stesse condizioni. E nello studio televisivo, economisti e giornalisti di parte, ognuno pronto ad avvalorare le tesi dei loro politici di riferimento, i quali, attraverso le solite, inesauribili promesse, si mostrano sempre disponibili a tradurre la disperazione della gente in consenso elettorale.

Insomma, una società completamente devastata dall’egoismo dove l’unica cosa che traspare inequivocabilmente è l’assoluta assenza di amor proprio e amor patrio!

Gli italiani, da sempre, sapientemente divisi dai partiti per categorie o per sudisti e nordisti, oggi risultano essere divisi per bande, circoscrizioni, vie e palazzi e quando ci si addentra nei paesi cintura delle città si scoprono divisioni per frazioni, orti e campi, si scopre il perché da noi i politici possano fare qualsiasi vaccata senza che il popolo, visto che li paga, provveda a licenziarli. Nessun popolo disunito può sperare di ottenere qualcosa dalla politica perché inevitabilmente vive la sua condizione come suddito e non come datore di lavoro dei politici e di tutti quelli che percepiscono uno stipendio pubblico.

La libertà, è sin troppo palese, non è di casa in Italia e questo non per colpa di chi ne abusa, la classe politica, bensì per colpa di chi vi ha rinunciato, il popolo! La libertà non è cosa da chiedere, nessuno la darà mai, la libertà è una cosa da prendersi e un popolo è libero quando vuole esserlo, non quando, mistificando la realtà, gli viene concessa attraverso leggi e leggine, lacci e lacciuoli.

La libertà non nasce dalle leggi, ma dalle coscienze di chi le amministra e quando i politici dimostrano, come da noi hanno sempre fatto, di non aver coscienza, senza nessun indugio vanno rimossi, ma per far questo bisogna necessariamente essere un popolo!

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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