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Solo con le parole non si cambia nulla

by / giovedì, 09 luglio 2015 / Published in Economia e lavoro

Ormai non passa giorno senza che qualche disperato si tolga la vita. La  politica nostrana, sempre più caratterizzata da tasse, incompetenza, burocrazia asfissiante e menefreghismo, vive solo di proclami, promesse e bugie. Il risultato è devastante, siamo alle porte della più grande catastrofe finanziaria d’Europa e da noi si parla solo di stupidaggini. Sono da pochi giorni terminate le code nelle banche e negli uffici postali per pagare Tasi, Tarsu e quant’altro, da poco si sono spenti gli echi di tanti “rivoluzionari” che, mal sopportando le fila e le lunghe attese, imprecavano contro il governo e la politica italiana che li voleva lì, sudati, trafelati, incazzati a sprecare il loro tempo in file interminabili e tutto per arrivare davanti ad uno sportello e poter pagare le tasse.  Ora siamo alle porte di un’estate che si preannuncia caldissima, non solo per le previsioni metereologiche e gli italiani sono tutti intenti a pensare alla crisi greca, seppur quasi nessuno abbia la minima idea di cosa questa significhi in realtà. Vanno in banca, controllano gli investimenti, molti ci perdono, qualcuno non ci guadagna ed ecco pronta la spiegazione: “Tutta colpa della Grecia, quella maledettissima Grecia!”, ma nessuno ci aggiunge: “che non vuole rispettare i patti usurai imposti dalla Banca Centrale Europea, che noi italiani abbiamo accettato senza batter ciglio rinunciando al lavoro, alle pensioni e alla dignità!”

Insomma, il referendum greco ha sancito che da qualche parte, ancora, i popoli esistono e pur dovendo lottare e fare sacrifici, non rinunciano alla loro dignità e alla loro identità, poi, vedremo se Tsipras saprà essere un valoroso condottiero o se alla fine utilizzerà il risultato referendario semplicemente per calarsi le mutande solo più lentamente, questo non possiamo saperlo, ma le avvisaglie perché ciò avvenga ci sono già tutte. Quindi, la maledettissima Grecia con le perdite finanziarie degli investitori c’entra davvero poco, piuttosto il fatto che il denaro non renda più niente ai risparmiatori, ma serva solo più per arricchire i fondi d’investimento e le banche, è da ricercarsi nella gande speculazione internazionale messa in atto dagli addetti ai lavori che nella Grecia e soprattutto sulla sua crisi ci hanno investito molto.

Ora, a sentire le televisioni ed a leggere i giornali, siamo nel momento della parola in libertà, si sente di tutto e di più e dietro le scempiaggini, più o meno di sinistra o più o meno di destra, si nasconde, nemmeno troppo bene, la volontà di arrivare velocemente alle vacanze dando in pasto agli italiani, solo ed esclusivamente, argomenti che sanno di “aria fritta”.

I fatti, quelli che nessuno nei palazzi del potere vuole affrontare, sono altri, i nostri politici non sanno dove trovare i soldi per rispettare le tante promesse fatte agli italiani e anche Renzi, da sempre grande affabulatore, sembra stia perdendo i colpi, forse, si è reso conto che di bugie non si può campare a lungo.

Comunque, lungi da me voler correre in soccorso della partitocrazia romanocentrica, ma qui ci sono in ballo le sorti di tutti ed allora, più che mai in un momento come questo, bisogna sentirsi italiani e mettersi al servizio del Paese, quindi, mi sento di consigliare i nostri politici, Renzi prima di tutti, di andarsi a leggere il nostro progetto. Lo attuino, noi non siamo possessivi, non ci interessa il copyright, troverebbero tutti i soldi che vogliono, anzi, ne avanzerebbero anche per portare a 1300 euro mensili le pensioni minime, certo dovrebbero dare un bel taglio alle spese per il mantenimento della politica e di tutta la burocrazia che gli ruota attorno, dovrebbero eliminare i privilegi dei “superpensionati”, gente che arriva a portarsi a casa anche più di 90 mila euro al mese per aver versato solo delle insignificanti “marchette” virtuali. Superpensionati che abbondano nella nostra Penisola, che costano ai contribuenti circa 20 miliardi di euro l’anno e questo nonostante quasi il 50% dei pensionati italiani percepisca un assegno mensile inferiore ai 1000 euro.

La politica si mostra sempre più lontana dai reali problemi della gente, tutto passa in secondo piano, l’unica cosa che interessa sono gli equilibri partitocratici, il potere e il denaro degli italiani, di quegli italiani che faticano ad arrivare a fine mese in maniera decorosa; di quegli italiani a cui si contesta l’uso del contante quando questo è pari o superiore ai mille euro; di quegli italiani che non riescono più a pagare l’affitto, il mutuo e nemmeno le spese mediche; di quegli italiani che percepiscono stipendi da fame e sono costretti a lavorare con la “spada di Damocle” della disoccupazione sulla testa e questo, mentre è stimato che Il tesoretto italiano nei forzieri dei paradisi fiscali è arrivato ad ammontare, secondo le stime più attendibili, circa 500 miliardi di euro. Una cifra pari al 40% del debito pubblico nazionale, più del doppio del Pil svizzero e il quadruplo di quello di Hong Kong.

Insomma, da noi ci tocca assistere alle “retate” della Guardia di Finanza, che non risparmia nemmeno le farmacie e la classe politica nostrana a tutto pensa meno che alla sua gente, a quella gente a cui da sempre chiede il voto promettendo di tutto, ormai un vero e proprio rito, seppur pagano, in vigore dalle prime “votazioni libere” del dopoguerra.

Evidentemente il marcio non alberga solo nei politici e più in generale nella classe dirigente italiana, il marcio sta a monte, è nell’elettorato, non è possibile e infatti non accade in nessun’altra parte del mondo, che un popolo dopo oltre 50 anni di promesse mai mantenute, continui imperterrito a consegnare il potere politico nelle mani dei suoi aguzzini. Quello che è dato vedere, è si un Paese allo stremo; un Paese che molto probabilmente non si rialzerà mai più da questa crisi; un Paese dove la gente si toglie la vita dalla disperazione; un Paese dove l’unica cosa che aumenta, oltre al costo della vita, è la disoccupazione e la cassa integrazione, ma è anche un Paese dove è ben visibile un altro fatto, quelli che hanno voglia di impegnarsi per cambiare questo stato di cose, quelli che hanno voglia di mettere tempo e denaro nella lotta di liberazione dalla partitocrazia romanocentrica sono pochi, pochissimi, anzi, pochissimi è un eufemismo, noi siamo impegnati in questa guerra impari contro il sistema partitocratico mafioso dalla fine del 2005, allora eravamo in sei, oggi siamo poco più di 170.000 e siamo una miseria, dove sono i milioni di italiani che hanno voglia di cambiare, che hanno voglia di presentare il conto alla partitocrazia romanocentrica che imperterrita si sta divorando l’Italia e il loro futuro?!

Il Vicesegretario Federale

Davide Panero

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