Se non si cambia velocemente anche l’uomo è destinato a diventare usa e getta
L’ambiente è tutto ciò che ci circonda. Un ambiente sano è estremamente importante e indispensabile per la nostra esistenza, per il nostro benessere psico-fisico e per garantirci una buona qualità della vita.
Occorre, quindi, che tutti ci attiviamo rinunciando anche a qualche “comodità” perché gli equilibri naturali vengano rispettati.
Il progresso, apparentemente porta benessere, ha però un prezzo altissimo, un prezzo da pagare in termini di rischi per la salute umana e per la salute dell’intero pianeta.
Oggi in piena era consumistica, oggi che viviamo nel “tempio dell’usa e getta”, siamo sempre più colpiti da malattie professionali, dall’infertilità, dall’inquinamento, dalla tossicità dell’aria e degli alimenti, dalle allergie, dalle radiazioni, dai campi magnetici e dai tumori. Abbiamo permesso in nome delle “comodità” e del superfluo, a uomini politici e uomini d’affari senza scrupoli, di confezionarci una società dove anche l’uomo pare destinato a diventare “usa e getta”.
Viviamo in case e lavoriamo in uffici, sempre più spesso, in ossequio all’esigenza di trarre profitto da e su tutto, arredati con elementi costruiti utilizzando materiali inadeguati perché contenenti amianto o perché trattati con sostanze e collanti tossici. Nei posti di lavoro, grazie ad un sindacato colpevolmente assente, praticamente sempre, non vengono rispettate le norme che regolano l’impianto e l’utilizzo di apparecchi come fotocopiatrici e dispositivi laser che sprigionano agenti chimici, solventi e polveri di toner. Non solo, in Italia, quasi ovunque, in scuole e palestre si rintracciano residui di “polonio”, un gas derivato del “radon 222”, derivato a sua volta dell’uranio, che penetra negli ambienti attraverso le condotte dei fili elettrici e che contribuisce, secondo i biologi, ad aumentare i rischi di tumore al polmone. Vi sono, poi, i sempre più diffusi impianti di condizionamento che, di pari passo con l’essere diventati un bene di consumo alla portata di tutti, sono diventati un pericolosissimo veicolo di contaminazione ambientale attraverso i quali si diffondono, virus, batteri, muffe, acari e pollini.
Il rischio, pensate, non si ferma neanche a tavola, dove il sempre più diffuso utilizzo di “cibi pronti” ha fatto si che pesticidi e agenti patogeni di ogni tipo siano ormai diventati parte integrante della dieta di milioni di italiani. Non a caso nel nostro Paese ci sono oltre tremila casi all’anno di intossicazione acuta provocata da pesticidi assunti con il cibo. Tutto ciò, scandaloso ma vero, mentre i nostri politici continuano ad ammonirci di leggere le etichette sui prodotti che si acquistano, neanche che, i banditi responsabili del nostro avvelenamento fossero così stupidi da mettere sull’etichetta di un’insalata confezionata o di una pasta pronta per essere consumata la scritta “ATTENZIONE CONTIENE PESTICIDI”, oppure “ATTENZIONE CONTIENE COLORANTI E CONSERVANTI TOSSICI”.
Non abbiamo bisogno di questo dalla classe politica, non abbiamo bisogno di sentirci dire delle ovvietà o delle idiozie, abbiamo bisogno che gli eletti dal popolo facciano rispettare il popolo ed il suo sacrosanto diritto a non morire avvelenato da ciò che trova sugli scaffali dei supermercati.
Il popolo, altresì, dal canto suo deve rendersi conto che i cibi buoni hanno prezzi diversi e che non sarà più possibile, sempre che non si ami morire di cancro allo stomaco o all’intestino, continuare a mangiare così come la partitocrazia gli ha dato l’illusione di poter fare. Meglio avere la pancia più vuota ed un’acqua ed un’aria più pulita che non mille comodità inutili e superflue, che non la tavola apparentemente imbandita con ogni ben di Dio e nel contempo, è sicuramente meglio avere una Terra meno inquinata e massacrata. Meglio tornare ad apprezzare il vecchio “poco ma buono” che non il nuovo “ di tutto e di più”. Forse, con la pancia un po’ più vuota e con l’aria più fina si arriverebbe anche a capire che il tempo per cambiare, per sbarazzarci di questa nomenklatura, opportunista e maneggiona, sta per scadere.
Deve essere chiaro che le questioni ambientali sono ormai strettamente connesse alla nostra salute e non possono più essere relegate solo negli ambienti sanitari, piuttosto, devono diventare necessariamente oggetto di scelte politiche e decisioni amministrative che tengano conto direttamente delle indicazioni provenienti dagli ambienti sanitari e non, come accade oggi, esclusivamente delle indicazioni che gli giungono dalle industrie automobilistiche, dalle multinazionali petrolifere, farmaceutiche, alimentari e dalle lobby di potere locale, che con la loro forte influenza mafiosa riescono a condizionare le scelte politiche e di conseguenza a direzionare i presunti bisogni del mercato, ovvero le scelte di tutti noi potenziali acquirenti in spregio della nostra salute e di quella dei nostri bambini!!!
Il Segretario Federale
Paolo BINI