Sapete cosa diranno i libri di storia di questa nostra epoca?
A vedere quanto ci confeziona la classe politica romanocentrica dovrebbe esserci voglia di ribellione, di ricostruire l’Italia, di lottare per dare un futuro ai propri figli. Tutto chiude, fabbriche, aziende, negozi, attività di ogni genere e tipo, la disoccupazione continua a far marcare nuovi record nonostante in Italia per risultare ufficialmente disoccupati si debba essere senza lavoro da 24 mesi consecutivi, per capirci, se in due anni si lavora un mese o un giorno tramite qualche agenzia di lavoro interinale non si va ad ingrossare la lista dei disoccupati, non si fa percentuale statistica, anche se di fatto non si hanno i soldi per la spesa, per l’affitto o il mutuo e non si hanno nemmeno le caratteristiche richieste dagli istituti di credito per avere diritto ad un prestito. Insomma, le cose vanno male come non mai, dovrebbe essere poco più che uno scherzo andare a riprenderci l’Italia, le motivazioni non dovrebbero mancare a nessuno e invece, fatta eccezione per pochi volenterosi guerrieri, quello che vedo è un Paese immobile, congelato, un Paese dove da mezzo secolo abbondante non si muove foglia se i Ras di partito non vogliono. Sono cambiati i governi, le mode, i palinsesti televisivi, ma tutto è avvenuto in modo che nulla di essenziale sia stato mai davvero cambiato. Guardate la crisi, la si vive sulla nostra pelle, se ne parla e se ne scrive ormai da un decennio abbondante, eppure pare non averci insegnato niente, la gente preferisce lamentarsi, piangere, chiedere sussidi ed elemosina piuttosto che lottare con noi, piuttosto che aiutarci a crescere attraverso il tesseramento, la militanza e l’impegno politico. Manca il senso del dovere, l’amor proprio e l’onestà intellettuale, uno Stato democratico non dovrebbe mai negare al suo popolo libertà, rispetto e sicurezza, cose che da noi, ad essere sinceri si sono sempre e solo ottenute attraverso tangenti, raccomandazioni e conoscenze; cose che da noi, per la gente normale, quella che lavora, paga le tasse e mantiene tutto il “carrozzone”, sono chimera e utopia. L’Italia è il Paese dove si pagano le tasse in cambio di niente, dove si versano i contributi Inps con la certezza di non andare in pensione o di avere una pensione da fame e per contro è il Paese dove la classe politica è la più pagata al mondo, dove si dispensano vitalizi milionari ad ex onorevoli e senatori, dove le pensioni di chi non ha mai versato un centesimo possono arrivare a superare i novantamila euro al mese, insomma è la negazione della democrazia e probabilmente, sicuro che in modo o nell’altro le cose cambieranno semplicemente perché ormai si è arrivati al capolinea, nei futuri libri di storia, sui quali studieranno i nostri figli o i nostri nipoti, questi anni saranno ricordati come un periodo buio dove per oltre mezzo secolo, grazie al disinteresse del popolo per la politica, l’Italia fu governata da una dittatura partitocratica. Una dittatura spietata, capace, negli anni, di arrivare a legiferare anche su cosa era lecito pensare e scrivere, dove non esisteva la libertà delle idee, dove i libri venivano sottoposti a censura se non piacevano al potere partitocratico, dove era più pericoloso, a livello di pena detentiva, esternare un pensiero, piuttosto che rubare, truffare, rapinare, stuprare e spacciare stupefacenti.
Questo lasceremo alle generazioni future, una storia assurda, che però, spero venga studiata a dovere affinché non si debba mai più ripetere.
Il Segretario Federale
Paolo Bini