SANITA’ A PEZZI! Uno scandalo tira l’altro e nessuno fa niente
Nel nostro “bel Paese” , ogni volta che scoppia uno scandalo, ogni volta che negli ospedali si muore per motivi poco chiari, stampa e televisioni fanno a gara per informarci di ogni possibile particolare, spesso scendono in campo opinionisti e psicologi a spiegarci cause ed effetti, altrettanto spesso vengono confezionate trasmissioni su misura e i direttori di giornale difficilmente rinunciano all’editoriale nel quale, sempre, esprimono la loro costernazione e la loro profonda solidarietà ai parenti dei pazienti deceduti per “malasanità”. Tutti i media, sia quelli privati, sia quelli pubblici, agiscono in maniera pressoché scientifica, non tanto per il genere d’informazione che di scientifico non ha nulla, piuttosto per il metodo con cui lettori e telespettatori vengono informati per giorni sino all’esaurimento della fase emotiva. Poi, come d’incanto si spengono i riflettori, dello scandalo, del fatto incredibile o della morte assurda, che tanto ha indignato l’Italia non si parla più, il silenzio cala inesorabile sulla vicenda. L’attenzione degli italiani viene sapientemente spostata su altro, il popolo deve per “ordine supremo” passare da un’indignazione all’altra, deve essere distratto in tutti i modi dai problemi reali del Paese, va bene il bambino che muore d’appendicite o di tonsillectomia, va bene la mamma che muore in maniera assurda per dare al mondo una nuova vita, tutto va bene, ma nelle giuste dosi! Ed allora s’intercala con il problema dei “pirati della strada”, con quanto succede “sull’Isola dei famosi”, o con le polemiche senza fine legate a “calciopoli”, l’importante è che gli italiani passino da un’indignazione all’altra senza fare nulla, o meglio, che deleghino sempre ai soliti noti la loro voglia di cambiamento e di giustizia, così che nulla cambi e tutto, ma proprio tutto, resti così, ingessato, come oramai è da oltre mezzo secolo. E’ questo gesso che bisogna rompere, senza più tentennamenti, con coraggio e con altruismo verso i propri figli, i propri cari e gli italiani tutti, anche verso coloro che ormai hanno il cervello devastato dal messaggio fuorviante proveniente dai “palazzi romani” del potere.
Basta con la difesa ad oltranza dello “Stato democratico fondato sulla resistenza”!
E’ una sacrosanta “bufala”, anzi, ogni giorno di più, tale astratta teorizzazione stride con la realtà di uno Stato completamente permeato dall’arbitrio, dalla corruzione e dalla confusione dei ruoli nelle istituzioni. Questo è il problema da risolvere per ridare smalto alla nostra sanità, le riforme servono a poco, soprattutto, quando a gestirle sono i partiti romanocentrici.
La partitocrazia non ha a cuore il benessere della gente, in ogni campo vengono fatte leggi che vanno contro gli interessi dei lavoratori onesti, siano essi dipendenti o autonomi.
La sanità non fa eccezione, per i soldi e per il potere, come ampiamente dimostrano le cronache e i fatti, i nostri politici passano volentieri, senza scrupolo alcuno, sulla salute degli italiani.
Il business chiama la politica e qui il business risiede nella gestione delle migliaia di miliardi di euro che vengono stanziati da Regioni e Stato in favore della sanità pubblica. Certo, a fare demagogia, a parlare di diritto alla salute, i politici italiani sono bravissimi, poi, di fatto, i loro mali se li vanno a curare all’estero, in signore cliniche, dove operano i migliori specialisti al mondo, il tutto, ovviamente a spese del popolo italiano che viene, invece, lasciato alle prese con un sistema sanitario che non è, come dovrebbe, al servizio del malato, ma di coloro che con i problemi della salute altrui ci guadagnano senza dare nulla in cambio, se non continue promesse buone solo per i creduloni e per i coglioni.
Il Segretario Federale
Paolo BINI