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Rispettare la natura significa rispettare Dio

by / mercoledì, 07 gennaio 2015 / Published in Energia e Ambiente

Siamo probabilmente arrivati, come messo in luce da eminenti scienziati britannici sulla rivista “BMC PUBLIC HEATH”, al punto di non ritorno.

Siamo riusciti nell’incredibile impresa di distruggere l’habitat in cui viviamo.

La colpa, sia chiaro, è di tutti! Di coloro che direttamente, senza scrupolo alcuno, hanno utilizzato, acqua, cielo e terra alla stregua di una enorme pattumiera, dei politici corrotti o imbecilli che lo hanno permesso e del popolo, assurdamente bue, che ha lasciato fare con criminale menefreghismo.

Di fatto, una dissennata gestione del pianeta ha permesso che nell’ultimo secolo si siano verificati cambiamenti climatici che dovevano, secondo le previsioni degli scienziati, avvenire in mille anni.

Per noi italiani, in tempi piuttosto brevi, questo significherà, se non si riuscirà con l’aiuto di DIO e con provvedimenti seri e responsabili ad invertire la tendenza , la certezza di vedere morire, a causa del prosciugamento delle falde acquifere di superficie, la vegetazione sui nostri appennini che a nostro modo di vedere sono uno dei pezzi più meravigliosi del creato; la desertificazione di molte aree del centro-sud e un’incredibile impennata delle morti per tumore e mali legati alla cattiva circolazione del sangue. A tal proposito, bisogna aver bene chiaro che tra il 2002 e il 2004 gli effetti a lungo termine delle concentrazioni di “PM 10”, superiori ai 20 microgrammi a metro cubo, hanno causato una media annuale di 8.220 morti. Una vera e propria strage di cui il popolo non è mai stato informato ed in previsione, i dati riguardanti gli ultimi anni, saranno ancora più catastrofici.

Questo ci fa capire come i dati statistici, che evidenziano l’allungarsi della vita media, altro non siano che delle stupidaggini, buone solo per “intortare” il popolo e servirgli delle riforme previdenziali tendenti a rimandare sempre più l’età pensionistica, possibilmente, sino alla morte dei lavoratori. Le città in cui viviamo, infatti, hanno raggiunto un tale livello di inquinamento che l’aspettativa di vita si è addirittura ridotta rispetto a quella delle genti che vivono nei dintorni di Chernobyl e questo nonostante il terrorismo mediatico montato su dai falsi ambientalisti che, pur senza nucleare, ci stanno relegando a vivere in uno dei Paesi più inquinati del mondo.

Capite, quindi, che è assolutamente giunto il momento di fare molti passi indietro, è giunto il momento di assumersi in prima persona responsabilità sino ad ora, stupidamente o ingenuamente, delegate ad un manipolo di politici intrallazzoni che quale unico scopo hanno avuto ed hanno quello di riempirsi le tasche, non importa se a spese della vita stessa della nostra Terra. Vita che va tutelata con ogni mezzo perché da questa dipende il futuro dell’umanità stessa.

C’è bisogno di risparmiare energia, c’è bisogno di cambiare le fonti energetiche, altroché “Protocollo di Kyoto” e ultimo, ridicolo accordo U.S.A. – Cina, bisogna con scelte coraggiose e ferme arrivare nei prossimi dieci anni ad abbandonare completamente l’uso dei combustibili fossili perché del disastro sin qui combinato, statene certi, ne pagheremo il prezzo sociale e ambientale per moltissimi anni. Bisogna arrivare a capire che la natura non va conquistata, non va asservita e controllata, con la natura bisogna vivere in completa armonia, rinunciando ai disboscamenti, alle pellicce, a certi esperimenti nucleari che alcune nazioni usano come propaganda militare e a tante altre cose, bisogna, in parole povere, rispettare lo spirito presente in ogni cosa e in ogni essere vivente. Bisogna capire che nei corsi d’acqua, nei laghi, negli stagni, nelle sorgenti, nei mari, nelle foreste, finanche nelle pietre, è l’essenza di DIO, pertanto, vanno considerati sacri e rispettati. Bisogna farla finita con il qualunquismo, bisogna smetterla di dare la colpa sempre e solo agli altri, bisogna assolutamente capire che tocca a noi il difficile compito di cambiare rotta, alla gente comune, a quella che non sarà mai ricordata nei libri di storia, a quella sin qui utilizzata ad esclusivo uso e consumo dei potenti. Bisogna mettere un nuovo rispetto nel rapporto che tutti i giorni abbiamo con la natura ed in particolare con l’acqua, che scaturendo dalla Terra, rappresenta il dono diretto ed immediato del Signore.

Il Segretario Federale

Paolo BINI

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