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Quando non si vuol vedere la realtà, come si fa a fare informazione?!

by / lunedì, 23 maggio 2022 / Published in Cultura e informazione

I media, ovviamente quelli “ufficiali”, quelli che da due anni abbondanti si sono arrogati il diritto di definire disinformazione qualsiasi notizia non venga data dalle grandi televisioni di Stato e private, o dai grandi organi di stampa che ormai campano solo più grazie alle sovvenzioni del governo, hanno di recente riportato, come al solito travisando la realtà, i fatti del “Cardarelli” di Napoli. Nella prima metà di maggio, c’è stata una protesta clamorosa e senza precedenti da parte dei medici del pronto soccorso del più grande e importante ospedale del Mezzogiorno che si sono dimessi in massa.

La protesta non è certamente finita, nulla infatti è stato fatto, quindi, allo stato attuale sta covando come il fuoco sotto le ceneri. Ciò nonostante, i media hanno parlato del caos che governa il pronto soccorso ma si sono ben guardati dal menzionare i veri motivi del malcontento di medici e infermieri, che invece, pare essere legato all’uso di alcuni padiglioni della struttura ospedaliera convertiti ad uso covid. Le mangiatoie della farsa pandemica sono state molte ovunque e sin qui siamo veramente stupiti dell’assenza della Magistratura di fronte a tonnellate di mascherine, camici e svariate forniture mediche finite sotto sequestro perché non a norma. Allo stesso modo riteniamo ci debbano essere indagini corrette e attente sui costi miliardari a carico della comunità, determinati dalle vergognose sovvenzioni governative per le terapie covid. Il tutto perché sin dall’inizio si è voluto negare la realtà di una malattia, forse, meno grave e  meno mortale di una comune influenza. Le greppie sono state riempite di denaro pubblico, sborsato dai contribuenti e, inevitabilmente, le mangiatoie sono state tante, addirittura troppe, soprattutto nelle regioni che hanno dirottato tutti i malati d’influenza, come sospetti covid, negli ospedali, così che i vari governatori senza scrupoli, spero di essere smentito dalla Magistratura, hanno potuto gonfiarsi le tasche a suon di tangenti per le solite imprese “degli amici degli amici” legati alla loro clientela politica. 

Capite che, se ogni paziente ricoverato in terapia intensiva costa, in base alla complessità delle cure, dai 9 ai 22mila euro al Servizio Sanitario Nazionale, come rilevato da un’indagine scientifica condotta dall’Healthcare Datascience Lab dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc, diventa difficile, anche solo pensare, visto l’accanimento ingiustificato con il quale si è sin qui cercato di dirottare tutti in ospedale per “sospetto covid”, che alla base di tutto ciò, non ci siano stati e non continuino ad esserci degli interessi diversi da quelli della salute del cittadino, interessi, come dire…. un p0′ opachi. Questa folle gestione della farsa pandemica, ancora oggi esaltata dai media mainstream, oltre ai costi elevati e la saturazione dei posti di terapia intensiva da parte dei pazienti “covid19″, infatti, determina l’allungamento dei tempi necessari per le visite e gli interventi chirurgici necessari a chi soffre di altre malattie, quasi a voler creare milioni di malati non più curabili.

In questo assurdo e artefatto scenario c’è ancora chi non molla; chi non vuole togliere il suo sporco muso dalla greppia di Stato e vuole continuare a “mangiare” ed è proprio in tutto ciò la chiave di lettura di quanto accaduto al “Cardarelli” di Napoli, ovviamente non letto dai TG nazionali e dai quotidiani asserviti al potere finanziario che muove il sig. Draghi come l’ultima delle marionette. Nessuno se lo aspettava, ma a Napoli è avvenuto un fatto nuovo, Camici bianchi e infermieri pare che abbiano trovato il coraggio per schierarsi contro quella parte del mondo sanitario che ancora, come se niente fosse accaduto, vuole continuare a reggere  il gioco alla farsa e alle ruberie. Quella del “Cardarelli”, vorremmo tanto che fosse così, potrebbe essere la spia di una rivolta prossima a divampare nella Sanità, nella Scuola, nella Giustizia e in tutti settori della società sino ad oggi pervasi dalla corruzione e oscurati dalla burocrazia.

Il dissenso monta ogni giorno di più e tanti scoprono che prima di essere oscuri rappresentanti del regime partitocratico, sono delle persone, quindi, emerge in molti il rifiuto di continuare a vessare il cittadino. Il Draghistan potrebbe avere i giorni contati, forse non passerà l’inverno, quella del “Cardarelli” potrebbe essere stata la miccia accesa che farà saltare il governo e che forse, se deflagrerà in tempo, potrebbe evitarci una guerra suicida contro gli amici russi ed una prossima pandemia autunnale. 

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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