Qualche insignificante mugugno, ma poi, tutti contenti!
Mentre, unici nel mondo, perlomeno in quello considerato civile e democratico dall’informazione ufficiale e dalla gente distratta, continuiamo nella folle scelta di voler agganciare i diritti inalienabili dell’uomo al possesso di una tessera che odora di fascismo; mentre l’Australia, dopo l’allestimento di campi di concentramento per i malati covid e dopo il massiccio ed assassino uso dell’esercito e delle forze di polizia contro i manifestanti che rivendicano il diritto alla libertà vaccinale, si è chiamata fuori mostrando all’intero pianeta scene che credevamo morte con la fine del nazismo; mentre le notizie che entrano nelle case degli italiani attraverso il mezzo televisivo nascondono la verità che, a differenza di ciò che viene detto, ci narra di una pandemia artata, figlia degli interessi delle Big Pharma e dei grandi banchieri americani, gli italiani, pochi mugugnando, molti felici di farlo, si sostituiscono e fanno sostituire quotidianamente i loro figli alle cavie da laboratorio. Tutto ciò dispiace, ma noi siamo e rimaniamo fedeli al nostro credo, che vuole ogni persona libera di fare della propria vita ciò che vuole nel sacrosanto rispetto di quella altrui. Dispiace vedere “persone impegnate nelle lotte sociali”, così si autodefiniscono, però, meglio definibili “idiote”, che di ritorno, orgogliose, dall’hub vaccinale, si recano nei propri comuni a firmare per il referendum sull’eutanasia. Dispiace vedere ed essere costretti a capire che i più non hanno davvero capito niente e pare non vogliano sollecitare minimamente il proprio cervello per cercare di capire, se davvero ritengono mortale e pericoloso il “covid19”, che ci può essere qualcuno, al di là dell’eutanasia, che voglia vivere tranquillo e perché no, se dovesse accadere, accettare anche di morire di “covid19”. Dispiace vedere conoscenti, che invece di salutarti chiedono se ti sei vaccinato. Dispiace, mentre passeggi tranquillo, essere fermato da gente sconosciuta che si prende la libertà di ammonirti, quando non di insultarti, solo perché non hai la mascherina sul naso e sulla bocca. Dispiace leggere di mamme che vorrebbero vedere segregati i bambini non vaccinati in classi diverse da quelle destinate ai loro figli. Dispiace vedere il comportamento pericoloso e immorale di alcuni sindaci che sbandierano ai quattro venti, spesso anche nomi e cognomi, di loro concittadini non vaccinati positivi al “nuovo coronavirus” e nascondono all’informazione ed ai loro concittadini focolai di covid, quando ad essere ammalati ed a morire sono, come sempre più spesso sta accadendo nell’assordante silenzio di un Paese dove non c’è più traccia di Libertà e Democrazia, persone residenti nei loro comuni vaccinate e in possesso di “green pass”. Dispiace vedere tutto ciò, ma forse dietro tali assurdi, stupidi e meschini atteggiamenti si nasconde il vero perché del governo Draghi, che poi fu il perché del governo Monti e di tutti i governi affidati a “grandi personaggi” eletti da nessuno.
Credo che a legittimare Draghi e tutta la sua corte di nani e ballerine possa esserci la ferita di un “popolo”, quello italiano, negli anni colpito nei suoi valori più profondi. Una ferita ormai dilatata all’inverosimile da una “Giustizia” che si accanisce contro le vittime e si mostra comprensiva, quasi complice, dei delinquenti; da una scuola divenuta un parcheggio dove lasciare i figli, sicuri che lì impareranno a copiare, a fumare e spesso, anche a drogarsi e da una sanità pubblica, che dagli anni 80 del secolo scorso è sempre più regredita arrivando ai tempi nostri, se non artefice, sicuramente responsabile di decine di migliaia di morti, incapace di fronteggiare un virus che in Svezia dall’inizio dell’anno non è stato causa di alcun decesso. Credo sia questa ferita ad aver creato l’aspettativa irrefrenabile di un leader autorevole, fidato, capace di guidare l’Italia fuori dall’umiliazione universale, derivazione naturale per la nostra Nazione da sempre in mano a politici corrotti, alla mafia ed alla massoneria. Per troppi anni i diritti sono stati gestiti come favori; per troppi anni, riuscire a fare una visita importante in tempi stretti, ha significato ricorrere alla raccomandazione; per troppi anni i titoli di studio sono stati aggiustati, venduti e barattati; per troppi anni le carriere sono state costruite sulle “conoscenze giuste” e per troppi anni si è accettato di andare a “votare col cappello in mano”. Un “popolo” in tali deprecabili condizioni morali era quasi scontato che alla fine avrebbe ceduto al fascino dell’uomo forte. Pare quasi che dal dopoguerra ad oggi abbia esclusivamente votato il peggio allo scopo di creare le condizioni sociali e politiche ideali per poterselo inventare attraverso l’immagine di un grande leader capace di far rivivere i fasti immaginari prodotti dal miraggio fascista e così, venendo incontro alle aspettative degli italiani, ecco il “grande uomo” creato all’uopo dal potere partitocratico e massonico. Per farla breve, gli italiani hanno accettato di buon grado la speranza artata propostagli dai responsabili del disastro Italia, un leader costruito nei laboratori delle grandi banche d’affari, al di sopra di ogni critica, senza mantello bianco solo per disattenzione dei suoi inventori, ma un leader in cui ognuno può finalmente vedere ciò che desidera vedere.
Gli italiani, terrorizzati dai numeri, che volevano la popolazione falcidiata da una nuova peste di fabbricazione cinese; spaventati dalla minacciata chiusura delle fabbriche; preoccupatissimi di non poter più accedere a stadi, cinema, teatri, bar e ristoranti; unicamente rincuorati dal fatto che i tabaccai, probabilmente ritenuti luoghi infrequentabili dal “covid19”, fossero sempre stati lasciati aperti, anche nei periodi in cui i lockdown imposti dal governo avevano costretto alla chiusura esercizi commerciali di ogni tipo, hanno visto in Mario Draghi, presentato come il superman della finanza da tutti i partiti presenti in Parlamento, l’uomo in grado, finalmente, di restituirgli quel senso di certezza, forza, vitalità e ottimismo, venuto a mancare nel momento in cui si sentivano sommersi dalla paura e dal caos sociale. In pratica, grazie all’astuzia ed alla pianificazione della massoneria e grazie alla, per dirla con un eufemismo, disattenzione congenita del “popolo” italiano, sono riusciti nel recupero della definizione dell’uomo politico in funzione delle necessità della Nazione e sono riusciti, incredibilmente, a farlo appagando il bisogno emotivo della stragrande maggioranza della gente che, accettando l’ennesimo Presidente del Consiglio calato benevolmente dal Colle, grazie ai tanti che sanno sempre tutto senza mai capirci niente, non ha fatto altro che dare nuova forza all’egoismo e all’arroganza di questa classe politica che, mai selezionata, se non dalle segreterie di partito sempre attente a scegliere le loro donne e i loro uomini di punta fra i più ricattabili e incapaci, impedisce, proprio per sua natura, una qualsiasi possibilità di cambiamento.
Il Segretario Federale
Paolo Bini