Nulla di concreto per le donne madri, solo chiacchiere da bar
Rinunciare a raccontare le bugie, come noi abbiamo sempre fatto, non significa rinunciare a fare politica. Lo so, gli italiani amano farsi intortare, amano le promesse, sembrano quasi felici quando si rendono conto di essere stati presi in giro per l’ennesima volta e possono dare sfogo alla loro rabbia distribuendo insulti a tutti i politici. Lo so benissimo che il motivo delle nostre difficoltà nel crescere risiedono unicamente nella nostra onestà e integrità. Sono conscia che la verità fa male, ma cosa ci volete fare, noi siamo abituati a raccontarla e se poi gli italiani vorranno continuare così, facciano pure, la cosa importante e che mai potranno accomunarci ai partiti che hanno sempre votato, tutti, chi più, chi meno, responsabili del disastro economico, sociale e morale che viviamo quotidianamente. Ma arriviamo al dunque, il grido d’allarme secondo il quale in Italia la natalità è in continua diminuzione, ormai è diventato quasi uno slogan in bocca ai rappresentanti della politica romanocentrica e dei sociologi al soldo di questo o quel partito. Tutti a lanciare strali, tutti ad avvertire con toni gravi che le culle vuote significheranno la fine della nostra civiltà ed allora, abbiate pazienza, ma mi sorgono diversi interrogativi, quale civiltà?! Quella della mafia, della corruzione, dei lavori pubblici eterni, delle “cattedrali nel deserto”, dello spaccio di droga a cielo aperto, degli ospedali che chiudono e della giustizia che punisce chi si difende e non il ladro, il truffatore, il rapinatore o lo stupratore?!
Di quale civiltà parlano, di quella che oggi ha portato le donne fra i 25 ed i 49 anni con figli minorenni a non avere un lavoro in una percentuale superiore al 40%?
Di quale civiltà parlano, di quella che nel 2020 costringe le donne italiane a scegliere tra famiglia o lavoro?
E’ sempre la stessa solfa, ogni volta si sente chiedere al nuovo governo di turno di rispettare gli impegni annunciati in favore delle famiglie durante le campagne elettorali, impegni, ogni volta disattesi e ogni volta riproposti dai diversi schieramenti politici con l’unico intento di carpire voti che, incredibile ma vero, gli elettori continuano a dare al partito che la “spara più grossa”.
La verità alla fine è una sola, come al solito non piacerà ai milioni di italiani che si ostinano a vivere la politica come il tifo per la squadra di calcio del cuore, ma ahimè, in questa Italia, governata dalla partitocrazia romanocentrica, mettere insieme famiglia e lavoro è impossibile. I partiti hanno sempre promesso di tutto e di più ma poi sono le donne che hanno sempre dovuto e devono fare i “salti mortali” per tenere insieme tutto e spesso, purtroppo molto spesso, non ci riescono. Da noi si trovano i soldi solo per le cose inutili, quando non per le cose dannose, vedi missioni militari all’estero e accoglienza indiscriminata con mantenimento conseguente, a carico della comunità, di centinaia di migliaia di clandestini. Da noi ci si allarma se non nascono più italiani, poi, si disegna e si organizza un mondo del lavoro inaccessibile alle mamme. Noi crediamo, visto che ci si riempie la bocca dicendo che la civiltà di un popolo la si misura dall’accoglienza, che il nostro Paese, allo stato attuale, governato dalla partitocrazia romanocentrica, sia assolutamente inadeguato ad accogliere la nascita di nuovi italiani! Tradotto, quel piccolo barlume di civiltà ereditato dalle antiche genti italiche, per intenderci, quando la Penisola non era ancora Italia, è ormai quasi totalmente disperso! Le tante parole sprecate dai rappresentanti del regime partitocratico, non importa se di sponda destra o sinistra, non riescono a nascondere i fatti e questi ci parlano di una disoccupazione femminile, in particolare delle madri, tra le più alte d’Europa, dell’impossibilità di conciliare vita privata e impegni professionali, di radicate difficoltà di carriera e di crescita salariale, di forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri e di una scarsissima offerta di servizi educativi per l’infanzia.
In definitiva, è inutile fare i preoccupati per il calo della natalità quando poi ci si ostina a votare per i partiti che nulla fanno ed in passato, seppur sotto altro nome, nulla hanno mai fatto per migliorare la condizione della donna, soprattutto sul lavoro. Mancano, soprattutto al sud, i necessari interventi strutturali, manca un investimento strategico per le donne e le madri e soprattutto non si hanno segnali di crescita culturale e sociale e questo è veramente preoccupante. Ovunque nascono movimenti d’opinione, ovviamente con indirizzi politici precisi, ora è il momento delle “sardine”, ma poi, di concreto cosa si fa se non parlare, parlare e ancora parlare? L’Italia è ormai un enorme bar e le parole dei politici e dei loro elettori altro non sono che chiacchiere da bar.
Torre Canavese 20 febbraio 2020
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau