Non sarà che stiamo nella Nato per paura?
Il declino dell’Italia non è solo interno, non sono solo le nostre fabbriche che chiudono, i nostri marchi di prestigio che finiscono nel paniere delle grandi multinazionali americane, svizzere, cinesi e tedesche. Non è solo la nostra scuola che è ridotta ad essere un parcheggio per ragazzi che hanno la disoccupazione quale prospettiva futura e non è solo la nostra sanità ad essere ormai alla frutta come la giustizia e la sicurezza, cose quasi completamente assenti dal territorio nazionale. Nossignori, a forza di piegarsi alle volontà altrui, l’Italia è continuamente spogliata di ogni autorità dai suoi “alleati”, primi fra tutti i nostri “disinteressati amiconi” a stelle e strisce. L’inconsistenza italiana in politica estera è sotto gli occhi di tutti, solo chi ha gravi problemi di vista, o chi ha quale massima ambizione quella di fregarsene di tutto, può non vedere le magre figure che rimediamo ovunque. Non siamo ancora riusciti a farci restituire i nostri Marò dall’India e per riportarli in Italia abbiamo dovuto mettere in campo la strategia della salute cagionevole e delle cure mediche, roba che una volta facevano i mafiosi, in splendida salute sino alla loro cattura, poi, improvvisamente malati e bisognosi di ricovero quando venivano arrestati. Il caso Regeni mette a nudo tutta la nostra inconsistenza, l’Egitto fa e farà quello che vuole e mai sapremo cosa realmente è successo e chi, soprattutto, ha ucciso così barbaramente il nostro connazionale. Non abbiamo contato nulla nella crisi Russia/Ucraina, non siamo riusciti a tutelare i nostri interessi commerciali e politici in Nord Africa, ma anzi siamo riusciti nella folle impresa di lasciare che americani e francesi trasformassero la Sicilia e la Sardegna in portaerei dalle quali i loro cacciabombardieri decollavano per andare a distruggere uno Stato sovrano non belligerante come la Libia. In Europa siamo ormai gli ascari dei tedeschi e tutti ci guardano e ci valutano per quanto effettivamente contiamo: NIENTE!
Ciò nonostante abbiamo un Premier, Matteo Renzi, lasciatoci in eredità da Giorgio Napolitano, che va farneticando di come l’Italia possa aspirare a diventare un modello in Europa, modello per chi o per cosa, ovviamente non è dato sapere, a meno che il nostro Presidente del Consiglio intenda con le sue parole un modello da non imitare. La verità, quella che nessun politico italiano vuole sentirsi dire e tantomeno vuole riportare, sta nel fatto ineludibile che la debolezza della nostra politica estera altro non fa se non riflettere la debolezza della nostra Nazione. Bisogna essere chiari, almeno con chi ha voglia di leggere, capire e confrontarsi, la sconfitta nell’ultimo conflitto mondiale per noi è stata disastrosa e a nulla è valso il tentativo di trasformarla in vittoria della resistenza partigiana, l’Italia da allora è diventato un Paese a sovranità limitata e così sarà sino a che a qualcuno oltre confine farà comodo che l’Italia esista.
Possiamo fare quello che vogliamo, tutto va bene, siamo liberi, ma solo di rispettare alla lettera e con la coda rigorosamente tra le gambe le indicazioni dei nostri alleati, i nostri amici che contano e che, americani prima di tutti, non mancano di disporre dell’Italia e degli italiani come vogliono e quando vogliono, vedere il vergognoso ritorno delle nostre truppe in Libia per fugarsi ogni dubbio in merito.
Nello scenario internazionale contano solo i rapporti di forza, tutto il resto è contorno, roba da dare in pasto a chi, ancora convinto, riesce a cantare l’inno di Mameli con la mano sul cuore.
L’attuale condizione italiana imporrebbe da parte dei politici che dicono di rappresentare gli interessi della Nazione e da parte dei media che vendono il loro prodotto agli italiani, maggiore trasparenza e coraggio, restare nella Nato a queste condizioni non è logico, ci stanno portando via tutto, anche la dignità e nessuno fa niente. E’ vero, non siamo sullo stesso livello di Francia e Regno Unito, non abbiamo la loro potenza militare; non possiamo nemmeno paragonarci alla Germania vista la grande disparità di peso economico in seno all’Europa, però, non possiamo nemmeno lasciarci portare via tutto e restare a guardare.
Non so se i più riescono a rendersene conto, ma la nostra politica estera ci ha portati ad essere uno Stato a scadenza, presto qualcuno decreterà la fine dell’Italia e poi, soprattutto i sapientoni, i vigliacchi che amano rischiare solo la roba d’altri e tutti quelli che hanno fatto di tutto per non raccontare la verità agli italiani, alla stessa stregua del popolo, che verrà precipitato in una crisi devastante, finiranno per perdere tutto o quasi.
Non è arrendendosi e lasciando fare, non è girandosi dall’altra parte o rincoglionendosi con droghe o alcol che si può sperare in una sorte migliore. Quando ci vuole, il coraggio bisogna trovarlo, di cosa si ha paura, che gli amici americani ci bombardino se usciamo dalla Nato?
Se così è, se gli italiani stanno nella Nato per paura, allora, una volta di più avremmo ragione a dire che bisogna andarsene e tornare ad essere padroni a casa nostra!
Il Segretario Federale
Paolo Bini