Non esiste progresso senza Libertà
Ci auguriamo che la Festa dei Lavoratori possa diventare, nel segno di Italia Terra Celtica, la Festa del Lavoro degno. La Festa che noi vorremmo all’insegna della sacrosanta giustizia retributiva, delle giuste opportunità, della sicurezza, della lotta alle disuguaglianze e del reddito dignitoso; la Festa che noi vorremmo celebrare per essere tornati a vivere in una Repubblica fondata sul Lavoro e non sul “green pass” derivato dell’obbligo vaccinale; la Festa capace di far sue le istanze di Italia Terra Celtica per addivenire ad una giusta giustizia contributiva. Secondo Lev Tolstoj “Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo” e noi vorremmo che le parole dello scrittore e filosofo russo possano essere utili per far capire agli italiani che è ormai giunto da tempo il momento in cui si sarebbero dovuti affrancare dalla retorica che nel nostro Paese circonda la Festa dei Lavoratori. Con i concertoni di piazza; con i comizi dei sindacalisti impegnati in ambigue carriere politiche; con i fischietti e le frasi fatte non si va da nessuna parte, infatti, fra il 2018 e il 2021 sono state ancora segnalate quasi 5.000 morti sul lavoro e di tutela e miglioramento delle condizioni lavorative non si vede neanche l’ombra. Ormai pare che la gente, quella poca che ancora cerca di vivere onestamente, sia arrivata ad accontentarsi, cestinando due secoli di lotte proletarie, del lavoro per il lavoro, ma questo ha ragione di essere, visto che tutti amano riempirsi la bocca con la parola “progresso”, solo quando è rispettoso della dignità del lavoratore; quando è utile e umanizzante; quando conferisce riconoscimento e stima sociale perché va di pari passo con la produzione di ciò che serve all’umanità per crescere e per evolversi senza per questo perdere di vista la natura dell’uomo. L’uomo nasce Libero e mai più, come sempre più spesso sta accadendo nelle sedicenti democrazie occidentali, dovrà essere cavia per ignobili esperimenti genetici funzionali alla sua schiavitù. Ormai la maschera è stata gettata, il regime partitocratico, nella sua sconfinata arroganza, ha maturato la convinzione di poter fare e disporre dell’uomo secondo le necessità del grande capitale che lo finanzia, così, se solo ci si fa un minimo di attenzione, chiunque potrà rendersi conto che la nostra “democrazia” è solo più la facciata politica, necessaria a nascondere la sostanza di un rapporto di classe basato esclusivamente sul dominio delle classi proprietarie. Troppa politica, troppe bugie e troppo poco rispetto ci sono stati in questo I° maggio, televisioni e giornali hanno enfatizzato le parole di sindacalisti da spiaggia e di politici da sbarco, che in realtà, mostrando il più accanito disprezzo per i lavoratori, per l’ennesima volta hanno parlato del niente. Signori, Signor Mattarella e Signor Draghi, quando la Libertà e il Lavoro non sono retorica, questi non sono soggetti a strane tessere che, seppur virtuali, olezzano di fascismo; la Libertà è il Lavoro sono necessità primarie per l’uomo che desidera vivere onestamente e che desidera affrancarsi da piaghe quali fame, carestie e malattie che, invece, voi con la vostra nutrita banda di delinquenti scaldasedie siete riusciti a riportare nel nostro Paese!
Il Segretario Federale
Paolo Bini