Non diciamo bugie, probabilmente la gente non apprezza
C’è chi per paura, non si sa bene di cosa, è disposto ad accettare qualsiasi imposizione arrivi da Roma, Bruxelles e Washington. C’è chi e questi sono i più, una volta accettato di pagare tasse esagerate, preso coscienza che non andrà mai in pensione, toccato con mano che lo stipendio non gli basta per pagare bollette, affitto o mutuo, la scuola dei figli e quant’altro, piange, si dispera e trasloca al “mercato delle vacche”, quello dove si mette in vendita il voto in cambio di promesse e raccomandazioni. C’è chi si crede furbo ed evade le tasse, chi non trova lavoro e vive di espedienti, chi “taglia la testa al toro” e decide di dedicarsi anima e corpo ai più svariati tipi di attività criminose. Insomma, ognuno a modo suo reagisce a questa crisi nei più svariati dei modi, ma pochi, pochissimi, reagiscono cercando di combatterla attraverso l’impegno politico. Mi piacerebbe sbagliarmi, ma al di fuori dei Patrioti Veneti (anche loro troppo divisi al loro interno), in Italia non vedo nessuna formazione politica, fatta eccezione per Italia Terra Celtica, che si batte per riportare la Democrazia all’interno delle istituzioni la cui salute è ormai definitivamente compromessa dal cancro partitocratico che le ha contagiate sino ad arrivare a minare anche l’esistenza di moltissimi piccoli comuni. Da noi lo sport preferito dei cittadini è quello di “girarsi dall’altra parte” per non essere costretti a vedere le innumerevoli nefandezze compiute a cadenza quotidiana dalla partitocrazia romanocentrica. Da noi è cosa normale venire eletti nelle fila di un partito per poi andarsene in un altro o addirittura per fondarne uno di nuovo. C’è poco da scandalizzarsi, lo prevede la Costituzione, quella che per quasi tutti gli adepti del romanocentrismo è “sacra e inviolabile” più della Bibbia, quindi, bando alle ciance, se le cose vanno così è perché il “popolo italiano”, più finto di un bacio di Giuda, ha sempre scelto, attraverso il voto, di farle andare così!
Non abbiamo politici bravi o politici cattivi, abbiamo i politici che, chi ancora si reca alle urne per legittimare la partitocrazia romanocentrica ha scelto per il Paese, per sé e, se ancora non hanno maturato il diritto di voto, per i propri figli, quindi, volendo credere che nessuno va a votare per scegliere il peggio, quelli che abbiamo sono la prima scelta del corpo elettorale italiano. Da qui dovrebbero partire tutti coloro che di fatto sono stati i mandanti di questa classe politica per arrivare a capire che quando in un Paese la politica fa schifo e perché chi la esprime non è meglio. Oggi, esattamente come “ieri e l’altro ieri”, stiamo assistendo alla farsa dell’ennesimo governo nato dal fallimento di un altro senza per questo tornare a far votare gli italiani e credetemi, non c’è nulla di strano, è così da quando io sono in Italia e il nostro Segretario Federale, Bini Paolo, dice che in Italia è così da sempre. Una cosa, però, nessuno l’ha detta e nessuno l’ha scritta, se si fosse tornati a votare, come, obiettivamente, sapendo benissimo di essere un’esigua minoranza, solo Salvini e la Meloni chiedevano, questa sarebbe stata una legislatura incompiuta. Mi spiego meglio, perché una legislatura conti ai fini pensionistici, per la maturazione del vitalizio, deve essere intera, 5 anni, o perlomeno avere una durata della metà più un giorno e se la memoria non mi difetta, il governo Conte, ovvero il 65° esecutivo della Repubblica Italiana, il primo, a vedere come sono andate le cose, della XVIII legislatura, è rimasto in carica dal 1° giugno 2018 al 05 settembre 2019, 461 giorni o se preferite, un anno, tre mesi e quattro giorni, quindi, tenuto conto che una legislatura ha inizio dalla prima seduta delle Camere, avvenuta il 23 marzo 2018, il governo giallo-rosso dovrebbe avere una durata non superiore ai 13-14 mesi, poi, non ci saranno più scuse e convenienze che tengano, di nuovo tutti contro tutti per il sommo gaudio degli italiani, che per l’ennesima volta sapranno recarsi alle urne per effettuare la loro scelta migliore. Ovviamente, può darsi che mi sbagli, può essere che il governo Pd – 5 Stelle non sia dettato dalle esclusive convenienze previdenziali di Senatori e Parlamentari, ma a vedere come vanno le cose nel nostro Paese, personalmente, non mi sento di scartare a priori questa ipotesi, d’altronde l’Italia è la nazione dove gli Onorevoli, così come i loro colleghi che governano Regioni e Città Metropolitane, addebitano, come emerso dall’inchiesta denominata “Rimborsopoli”, sul conto della collettività, anche l’acquisto delle mutande, di antifurto per gli uffici personali e le spese sostenute per i matrimoni dei figli.
Non credo che alla base dell’accordo Di Maio – Zingaretti ci siano motivazioni ideologiche e nemmeno di programma, è vero che entrambi, seppur con sfumature diverse, ci tengono a lasciare l’Italia in balia dell’Unione Europea e della N.A.T.O.; è vero che entrambi mostrano maggior interesse per il benessere degli immigrati che non per quello degli italiani; è vero che Pd e 5 Stelle sono contrari al Federalismo e all’autonomia delle Regioni; è vero che Di Maio e Zingaretti sono sempre dalla parte dei banditi e mai dalla parte di chi subisce rapine e aggressioni; è anche vero, però, che entrambi, visti i sondaggi che li penalizzano in termini di consenso elettorale, siano più tenuti insieme dalla paura di tornare al voto che non dalla convinzione di poter governare insieme. Non solo, le differenze d’opinione sulla “TAV” e sulla “Gronda di Genova” fra i due partiti sono enormi, i 5 Stelle sono contrari, il Pd favorevole, poi, il Pd si dovrà adoperare per cercare di insabbiare in tutta fretta lo “scandalo Bibbiano” e i 5 Stelle cosa faranno? Si gireranno dall’altra parte, faranno finta di non vedere e non capire?
Vedremo, ma certamente non sarà un bello spettacolo. Ora cosa aspettarsi, da troppi giorni ci dicono che le tasse non aumenteranno, quindi, almeno una certezza la dovremmo aver maturata tutti, le tasse aumenteranno e probabilmente anche di molto, faranno lievitare le tasse indirette, quelle che colpiscono maggiormente le classi meno abbienti, quelle che, indipendentemente dal reddito, sono uguali per tutti, così saranno contenti tutti coloro che nel meglio, quando sono andati a votare, identificavano le inguardabili figure di Zingaretti e Di Maio.
Noi, dal canto nostro, continueremo a fare informazione dicendo quello che pensiamo, proponendo il nostro progetto, portando tra la gente le nostre idee, poi, se come sino ad oggi accaduto non servirà o servirà a poco, vorrà dire che Italia Terra Celtica non è pronta per ricevere il consenso degli italiani, o forse, perché potrebbe anche essere così, gli italiani non sono pronti per il grande cambiamento democratico e federalista che propone Italia Terra Celtica.
Torre Canavese 28 settembre 2019
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau