Noi inutili, ma il popolo italiano molto più inutile di noi
Attenzione, aver preso coscienza che il popolo italiano ritiene inutile l’azione politica di Italia Terra Celtica non significa certo gettare la spugna. Semplicemente, al contrario di molti, noi non siamo abituati a cantar vittoria quando veniamo sconfitti e non pretendiamo di prenderci meriti non nostri quando per motivi non riconducibili totalmente al nostro operato le cose vanno come avremmo auspicato. Noi, non fosse altro perché amiamo i nostri figli e i nostri cari non ci arrenderemo mai senza combattere ad un futuro fatto di incertezze, di lavoro precario, di giustizia solo per i ricchi, di sanità solo per chi se la potrà permettere e di scuola-parcheggio dove sempre più sovente, come le cronache informano, i ragazzi e le ragazze vengono iniziati all’uso di droghe, fumo e alcol. Italia Terra Celtica, dispiacerà senz’altro ai moltissimi che hanno scelto di vivere col cervello parcheggiato nelle segreterie di partito, non smetterà mai, neanche dopo di me, di denunciare i mali del Paese, di dire ciò che pensa dell’operato dei più, tanto capaci di lamentarsi sempre, per ogni cosa, quanto incapaci di frugare nel profondo della propria anima alla ricerca di almeno un piccolo rimasuglio di coraggio.
Oggi, proprio per colpa dei tanti che amano lamentarsi, sempre “impegnatissimi” a non fare nulla di concreto per migliorare le proprie condizioni di vita e la politica che tanto li fa lamentare, si sono a tal punto indebolite le forze sociali del Paese da aver creato una situazione tale per cui a decidere nel bene o nel male il presente e il futuro degli italiani è un ristretto gruppo di vertice, che usa il Parlamento a suo piacimento, come la storia recente ci insegna, indipendentemente da chi vince le elezioni politiche.
Non è un caso se ormai siamo diventati il Paese del “decreto legge”, il Paese che viaggia attraverso vergognose “leggi delega” che espropriano il Parlamento del suo potere legislativo. E’ il “progresso” della politica, è la politica che non ha più bisogno del consenso popolare, infatti, nonostante da vent’anni, ad esempio, il Partito democratico non vinca le elezioni, governa indisturbato l’Italia, vuoi con Monti, vuoi con Letta, con Renzi, Gentiloni e Conte, ma mai con gli italiani, che però, dal canto loro hanno sempre accettato tale situazione rassegnandosi ad essere inutili, quanto e molto più di Italia Terra Celtica.
La nostra inutilità rispetto alla politica ed all’organizzazione statuale italiana è sancita dagli elettori, dal popolo che di tutto s’interessa, meno di ciò che dovrebbe effettivamente interessargli. L’inutilità degli elettori, del popolo, allo stesso modo, è sancita dal popolo stesso, dalle sue inspiegabili scelte politiche, dalla sua dichiarata voglia, attraverso le scelte elettorali fin qui fatte, di lasciare ai propri figli il nulla. Negli ultimi anni, facciamo dalla metà degli anni 90 ad oggi, si è assistito inermi, quasi disinteressati, ai peggiori scandali politici, alla corruzione dilagante nelle istituzioni, a processi farsa buoni solo ad indirizzare i consensi elettorali. Siamo entrati nell’area euro, abbiamo cestinato la lira e con essa decine di migliaia di posti di lavoro; abbiamo accettato un’inflazione reale del 100% a fronte di una dichiarata del 2%; abbiamo visto gettare nel cesso il lavoro ed il futuro di tanti artigiani e imprenditori; abbiamo applaudito personaggi come Prodi che hanno arrecato alla Nazione danni economici pari a quelli di un duro e lungo conflitto bellico; abbiamo accettato che venisse dilapidato lo Stato sociale sull’altare dell’accoglienza che ingrassa rinnegati e coop rosse; abbiamo rinunciato, come se nulla fosse, a diritti per i quali si era pagato profumatamente, come quello alla pensione e quello ad una sanità pubblica capace di dare risposte in tempi accettabili a chi avesse bisogno di esami e visite specialistiche, insomma, diciamo che quasi tutti gli italiani, molto di più dei corrotti, dei politici incapaci e dei profittatori, sono stati gli artefici dell’Italia, che un giorno si e l’altro pure, li induce a lamentarsi perché la giustizia non funziona, perché la scuola funziona ancor meno, perché fare la spesa costa troppo, perché i costi delle banche sono esagerati, perché viaggiare è diventato troppo caro, perché spesso si deve rinunciare alle spese mediche per pagare mutuo o affitto e via dicendo, all’infinito.
Intanto, visto il nostro “disarmo”, nessuno in questi anni, in pieno e ben riconoscibile stile italiota, ha mai pensato di fare nulla mentre i pochi “decisori”, che hanno in mano le sorti del Paese, hanno tirato dritto, fregandosene delle reazioni (che non ci sono state e mai ci saranno) dei tantissimi che hanno salari al limite della soglia minima di sostentamento, per andare esclusivamente in soccorso degli interessi che fanno capo a Confindustria e soprattutto ai “padrini” dell’organizzazione capitalistica europea e mondiale. Altroché “green deal, welfare, salute e sicurezza sul lavoro”, da noi ci sono “gruppi antagonisti”, “sardine”, associazioni e cooperative di ogni tipo, tutte e tutti impegnati per il “sociale”; tutte e tutti impegnati nella difesa dei più deboli e dei lavoratori, poi, però, abbiamo l’ennesimo Presidente del Consiglio eletto da nessuno che, preliminarmente, in occasione dell’insediamento del suo governo, la legittimazione andò a chiederla a Trump, alla Merkel ed a Christine Lagarde.
Insomma, non basta cantare “bella ciao” per combattere il degrado della politica italiana, anzi, credo che per i pochi rimasti, che davvero combatterono per la libertà e la democrazia, vedere e sentire intonare “bella ciao” da migliaia di pusillanimi, sfaccendati, vili e meschini personaggi insignificanti, possa essere il peggiore degli insulti, addirittura riconducibile alla sfacciata negazione delle loro gesta, in tanti casi, eroiche.
Il Segretario Federale
Paolo Bini