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Mancano risorse, tagliare è diventata la parola d’ordine? Bene, tagliamo i politici e i loro privilegi!

by / lunedì, 16 marzo 2015 / Published in Politica e riforme

E diciamoci la verità, senza troppo girarci intorno, chi oggi ha 30 anni e trova un lavoro “serio” a tempo indeterminato, per capirci, uno di quei lavori in via d’estinzione, ha una grande certezza, la stessa che hanno tutti coloro che vanno avanti a lavori interinali e in nero, non riuscirà mai ad andare in pensione!

E’ proprio così, a forza di riforme, riformette, scalini, scaloni e finestre varie, per essere chiari, a forza di imbrogli , tutti tesi ad innalzare l’età pensionabile in nome della legge, si otterrà presto quanto già ben visibile sin da ora, ovvero, ci sarà un vertiginoso quanto indiscriminato aumento della disoccupazione giovanile.

Certo la cosa è per noi molto preoccupante e dovrebbe esserlo anche per tutti gli italiani che, invece, pare riescano a digerire qualsiasi vaccata proveniente da Roma senza batter ciglio, al massimo, qualcuno riesce ancora a dimostrare sventolando qualche desueta bandiera rossa, agitando pugni e gridando slogan che per primi vengono traditi proprio da chi si erge a paladino rappresentante dei lavoratori e dei loro diritti.

Manifestazioni di piazza di rosso vestite ne abbiamo viste anche troppe ed anche qui, con la sincerità che ci contraddistingue, dobbiamo dire: “Non sono servite a niente!” Anzi, se possibile, sono state dannose e deleterie perché, grazie a sapienti quanto vergognose regie politiche, sono state utilizzate per trasformare un problema di tutti in un problema da “stadio” facendo si che i vari governi potessero indisturbati mettere mano al sistema pensionistico forti dell’assoluta nullità del sindacato e dell’indifferenza di milioni di italiani che, stupidamente ed aprioristicamente, giudicano sempre sbagliate le lotte targate sinistra.

E’ così avvenuto che da Giuliano Amato in poi, tutti abbiano manomesso il sistema pensionistico sino ad arrivare alla folle riforma targata Monti – Fornero ed agli ultimi ritocchi peggiorativi voluti dal buon Matteo Renzi.

Di fatto, oggi accade che qualche pazzo, che se la tira da economista, possa andarsene in giro ad affermare che i pensionati sottraggono alle casse pubbliche risorse che potrebbero e dovrebbero essere utilizzate per risolvere il problema della disoccupazione. Risorse, noi diciamo, che non facevano e non fanno schifo a nessuno quando venivano e vengono versate in maniera coatta sul conto dell’I.N.P.S. da milioni di italiani che oggi dovrebbero poter andare in pensione ad un’età ragionevole piuttosto che essere condannati a morire sul posto di lavoro. Risorse che servono oggi, esattamente come ieri, a mantenere migliaia di nullafacenti che solo perché hanno ricoperto cariche elettive o dirigenziali in qualche azienda pubblica portano a casa pensioni che arrivano anche a superare i 98 mila euro mensili! Risorse che spetterebbero ai lavoratori e che invece, così gestite, arrecano proprio ai figli di questi ultimi un danno di dimensioni inenarrabili, negandogli la possibilità di trovare un impiego ad un’età che poi possa anche garantirgli la possibilità di godere di una pensione almeno proporzionale a quanto obbligatoriamente versato nelle casse dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Lotta deve essere e lotta senza quartiere, che senso ha accettare un governo, di qualsiasi colorazione politica sia, se questo non rispetta la dignità di chi ha dedicato un’intera vita al lavoro?!

Che senso ha voler per forza tenerci una classe politica che non ha nessun rispetto per chi l’ha sempre mantenuta pagando tasse, oboli e balzelli di ogni tipo e natura?!

Oggi    bisogna pensare ai nostri giovani, bisogna pensare al futuro del Paese ed i sacrifici che devono essere sostenuti, devono essere sostenuti dalla classe politica e dalle migliaia di manager statali e parastatali che infestano il Paese con stipendi annui pari a quanto un normale operaio o impiegato, forse, riesce a guadagnare in oltre quindici anni di lavoro!

Tagliare è diventata la parola d’ordine dei nostri politici e degli economisti prezzolati di cui questi si servono??? Benissimo! E allora tagli siano, si riducano a 400 i seggi parlamentari e si spazzi via il Senato, a cosa serve un doppione della Camera dei Deputati? Secondo noi a niente o qualcuno in Italia è disposto a testimoniare che in qualche fabbrica, ufficio o ente di qualsiasi genere, se privato, si assumono due persone là dove ne serve una? Credo proprio di no e allora via tutti i Senatori, tornino a fare quello che facevano, almeno la smetteranno di lamentarsi perchè additati come persone che guadagnano troppo ed al loro posto, così da creare finalmente lo Stato Federale che noi auspichiamo, tutti i Presidenti di Regione e di Provincia, già a libro paga degli elettori e per questo non un di più da dover mantenere.

Basta con i ciarlatani che vogliono fare politica sulla pelle dei lavoratori, sia dipendenti che autonomi, uno la pensione, dopo trent’anni di lavoro, l’ha ampiamente meritata e non è facendola continuamente slittare che si risolvono i problemi del Paese, anzi, così facendo i problemi si aggravano soltanto, al massimo li si rimanda, ma certamente mandando in pensione la gente dopo oltre quarant’anni di lavoro o a più di 70 anni d’età non si fa del bene ai giovani e non si fa del bene all’Italia.

Ricordatevi, ci hanno praticamente fregato il TFR, hanno dirottato i nostri soldi in fondi pensioni che potrebbero tranquillamente fallire (qualcuno si ricorderà dell’americana ENRON???), ora vogliono cancellare uno dei nostri più sacrosanti diritti, quello ad una pensione giusta e dignitosa, diritto introdotto in Germania circa un secolo fa dal cancelliere tedesco BISMARCK con lo scopo di non far mai venir meno la dignità di una persona dopo una vita di onesto lavoro ed ora un migliaio di ciarlatani, che oltretutto si fregiano dello status di onorevoli, vorrebbe togliere la dignità al popolo italiano, a quel popolo al quale sono disposti a promettere di tutto quando sono in giro a mendicare il voto!    

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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