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Manca il coraggio di vivere

by / venerdì, 10 aprile 2015 / Published in Cultura e informazione

Chiacchiere, ipocrisia strabordante, falsità e assoluta mancanza di amor patrio caratterizzano di fatto quello che almeno sulla carta dovrebbe essere il popolo italiano. Tanti si offendono, ma non posso farci niente, da sempre la verità fa male ed anche se agli italiani non piace sentirla, la dico lo stesso. Io, noi di Italia Terra Celtica siamo politici atipici, non ci interessa intortare la gente, non ci interessa complimentarci con il popolo italiano per la sua genialità nelle scelte politiche, non ci interessa accodarci al coro partitocratico che da più di 60 anni prende in giro i cittadini. Noi non siamo nati per andare a spartire il bottino con gli altri partiti, non esistiamo per diventare ciò che diciamo di voler combattere, noi siamo l’antipartitocrazia, il nostro credo è il federalismo, la democrazia e la libertà. Mai vorremmo essere equiparati ai partiti romanocentrici, se la gente lo capisce e ci da una mano, bene, diversamente vorrà dire che l’Italia è destinata a morire per mano degli italiani. Da quando siamo nati non sono certo stati i colpi presi dagli avversari politici a farci più male, quelli erano messi in conto sin dal primo giorno di Italia Terra Celtica, erano e sono lividi che ci aspettavamo, nessuno molla il potere perché qualcuno glielo chiede, si può essere dalla parte della ragione, noi crediamo di esserlo,  ma nessuno molla niente senza combattere. Ciò che però ci saremmo aspettati, io per primo, era una maggiore maturità da parte del popolo, da parte di quel popolo che passa la maggior parte della giornata a lamentarsi delle tante cose che non vanno, ma non trova un minuto da dedicare al cambiamento, non riesce a comprendere come nulla ci si possa aspettare dalla politica se a priori si sceglie di non essere partecipi della politica. Quello che più mi ha fatto male è tastare con mano l’enorme violenza che è nell’animo di tante, troppe persone. Una moltitudine di donne e uomini pronti a infiammarsi per nulla, che non vede l’ora di menar la lingua e forse anche le mani, però, sempre e rigorosamente per produrre violenza fine a se stessa.

Da sempre sono stato contro i dispensatori d’odio che sulla divisione degli italiani hanno costruito fortune politiche, allo stesso modo, credo che il più grande nemico degli italiani, quello che ha ridotto il Paese in brandelli, riducendolo ad un brutta controfigura di stato, sia proprio il popolo italiano. Più passa il tempo, più mi spaventano le durezze; le condanne senza appello delle diversità; i giudizi severi sui comportamenti che non si comprendono; le sentenze gratuite sulle persone che non si conoscono; le etichette che si affibbiano ignorando le radici, la storia di una persona, l’educazione che ha ricevuto, le esperienze di vita che possono averla segnata più o meno profondamente; la voglia di umiliare e prevaricare il prossimo. Mi stupisce negativamente la vastità del rancore che abita in tanti cuori; il rifiuto del dialogo; il menefreghismo per ciò che accade ad un metro di distanza; il rifiuto di ascoltare; l’ipocrisia dilagante; la sempre più vicina fine delle relazioni umane. Tutto ciò mi ha fatto e mi fa più male dei colpi, anche duri, presi dagli avversari politici, tutto ciò evidenzia come in Italia le cose possano solo cambiare in peggio, cosa d’altronde sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che si credono furbi perché non si interessano di politica e si ritrovano ad essere un po’ meno furbi quando perdono il lavoro, o quando sono costretti a chiudere l’attività. Siamo diventati la patria della raccomandazione, del voto di scambio, della corruzione, della concussione, dei super furbi sempre pronti a fottere il prossimo ed abbiamo, non a caso, sempre dato vita a governi che si sono dimostrati imbattibili nel fottere il popolo.

Siamo un Paese che sta morendo, paralizzato dalla burocrazia, sommerso dalla corruzione, schiavo dell’abitudine, abitato da gente che non si fida più del prossimo e nemmeno di se stessa. Gli italiani hanno rinunciato alle emozioni, alla lettura, al rischio, all’amore, passano i giorni a lamentarsi della loro sfortuna e sono arrivati a credere che per sentirsi vivi basta respirare, non è così!

Vivere richiede uno sforzo incredibilmente maggiore, significa non arrendersi, non rinunciare a inseguire il proprio sogno, significa credere e combattere per ciò in cui si crede.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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