Ma è la giornata di quale “memoria”?
Non potevamo non riportare la seguente riflessione del Professor Angelo D’Orsi, chissà non aiuti a riflettere molta gente che pare, invece, indottrinata verso il pensiero unico.
Alla decisione del Museo della deportazione di Auschwitz, di escludere la Russia dalle celebrazioni del 27 gennaio, non si può che rispondere con Hemingway: “Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all’Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita”.
Il merito dell’Armata Rossa, va ben oltre l’oltrepassamento dei cancelli di Auscwitz-Birkenau. Non possiamo non ricordare i 20-25 milioni di morti russi nella seconda guerra mondiale, sui circa 40 milioni, più o meno, indicati in totale da tutti gli storici. E oggi vedere messa la Russia non solo sul banco degli imputati, ma additata come abisso di “barbarie” è intollerabile. E chi sarebbero gli Stati e i popoli detentori della “civiltà”? La Polonia clerico-fascista? L’Ucraina di Zelensky, dove forze neonaziste sono parte integrante delle istituzioni? Israele che massacra i Palestinesi ogni giorno? Gli Stati Uniti e la Nato che hanno sulla coscienza tutte le guerre illegali degli ultimi 25 anni?
Prof. Angelo D’Orsi
Angelo D’Orsi, già Ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino. È membro dell’Edizione Nazionale degli scritti di Antonio Labriola e di quella di Antonio Gramsci, autore al quale ha dedicato numerosissimi studi. Svolge anche attività di commentatore giornalistico e di organizzatore culturale. Ha ideato e dirige le riviste Historia Magistra e Gramsciana. Tra i più recenti libri: Alfabeto Brasileiro. 26 parole per riflettere sulla nostra e l’altrui civiltà, con un fotoreportage di Eloisa d’Orsi (Ediesse, 2013); Inchiesta su Gramsci. Quaderni scomparsi, abiure, conversioni: leggende o verità? (Accademia University Press, Torino 2014); Gramsciana. Saggi su Antonio Gramsci (Mucchi, 2014; ed. riv. e accr., 2015); 1917. L’anno della rivoluzione (Laterza, 2016); L’intellettuale antifascista. Ritratto di Leone Ginzburg (Neri Pozza, 2019).