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Ma a noi, chi ci ammazza?!

by / martedì, 17 marzo 2015 / Published in Cultura e informazione

E’ proprio vero, voglio gridarlo anch’io: “La televisione è diseducativa, dovrebbero rimborsarci il canone retroattivo di almeno 20 anni!” Dirò di più: “E’ anche inquietante e sovversiva e badate, non ce l’ho con i quiz cretini e i varietà demenziali, non accuso i cartoni animati giapponesi e nemmeno i tg satirici, che siano “Striscia la notizia” o qualche imitazione più o meno riuscita.”

Nossignori, ce l’ho con i telefilm polizieschi, soprattutto con quelli tedeschi e americani. Ogni sera ci mettono sotto il naso un nuovo caso misterioso e tempo 45 minuti, al massimo un’ora, eccoti scodellata la soluzione con relativo arresto dei colpevoli che in alcuni casi, sempre rispettando il tempo massimo e con esso i tempi sempre più dilatati della pubblicità, riescono anche ad essere mandati a processo ed a ricevere la giusta condanna.

Ma per chi ci prendono e soprattutto, cosa vogliono darci da bere? Proprio a noi italiani che sappiamo benissimo come il bello dei casi polizieschi risiede nel fatto che non si risolvono mai!

Da noi è ancora d’attualità la strage di Ustica che risale al 27 giugno 1980, 35 anni, tanti anche per un whisky o per un rum, ma che per un mistero italiano sono una cosa da niente. Abbiamo ancora in sospeso la bomba di Piazza Fontana (12/12/1969) e ogni tanto rispolveriamo la morte sospetta di Enrico Mattei (27/10/1962) o la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro avvenuta il 16/09/1970 proprio mentre cercava la verità sull’esplosione dell’areo sul quale viaggiava Mattei.

Noi abbiamo ben altri fulgidi esempi da seguire, noi ci riconosciamo nelle “soap opera”, quelli sì, sono spettacoli veritieri ed educativi!

Storie che nessuno ricorda più come sono iniziate e che non finiscono mai; nomi che cambiano faccia; svolte definitive, ma sempre provvisorie; personaggi che si amano e poi si odiano; si lasciano e si riprendono; si separano, ma domani chissà?; a volte muoiono, ma poi ritornano; vicende senza capo né coda, proprio come quelle italiane di cui ci narrano quotidianamente giornali e televisioni. I buoni sono sottoposti regolarmente a mille angherie. I cattivi ne combinano talmente tante che il pubblico non ne ricorda nemmeno più la malefatte.

Ma per chi ci prendono? L’Italia è questa, noi è in queste vicende che ci rispecchiamo, non è mica una caso che l’intero Paese guardi appassionato e in religioso silenzio l’ennesima telenovela dal titolo “Il rottamatore fiorentino”. Tra i personaggi da segnalare: Sergio Mattarella, un grande innovatore di democristiana memoria e nella parte di interprete principale, Matteo Renzi, un giovanotto che con una folgorante carriera, quando ancora non aveva compiuto 40 anni, senza che nessuno lo avesse eletto, fu scelto da Re Giorgio, ora esiliato dalla produzione della “soap”, per la poltrona più prestigiosa del Consiglio dei Ministri. Ci sono poi in altri, diversi, ma importanti ruoli: Rosy Bindi da Sinalunga, alias il terrore della mafia; Angelino Alfano, lo sceriffo voltagabbana; quel gran bel pezzo della Federica Guidi con qualche chilo in più, ma a tutti gli effetti “il casco d’oro” della politica italiana; l’amica dei deboli, difensore degli oppressi al secolo, Laura Boldrini; l’economista, alias “il Ragioniere”, Pier Carlo Padoan; colei che deve rendere tutto più semplice, la bella Marianna Madia dalla chioma di botticelliana memoria; Nichi, la bella delle Puglie; Paolo il Gentilone, l’uomo a cui nessun rapitore di dolci donzelle sa dir di no; Andrea, l’Orlando che ha reso la giustizia uguale per tutti, forse per qualcuno un po’ più uguale; il difensore dell’ambiente, Gian Luca Galletti; la “maestra”, Stefania Giannini; il “costruttore”, Maurizio Lupi; il “sapere” fatto uomo, Dario Franceschini e poi, ci sono i cattivi: Matteo Salvini, l’uomo del Nord che vuole rispedire tutti a casa propria; Ignazio La russa, il fratello di Mefisto; Giorgia Meloni, la sorella d’Italia; Crudelia Santanchè per gli amici Daniela coscialunga e l’immancabile, redivivo, Silvio Berlusconi, il Cavaliere di Arcore più volte dato per morto e sempre risorto!

In conclusione, qualche personaggio è cambiato, qualche interprete è più o meno nuovo, ma la storia, è una storia già vista, ma che comunque appassiona sempre, perlomeno noi italiani che amiamo le solite astruse, collaudate menate. Amiamo i soliti noti, o coloro che meglio si esprimono secondo il solito copione dettato dai soliti noti mentre i soliti ignoti continuano indisturbati a rubare, truffare, spacciare, rapinare, corrompere e taglieggiare. Stavo dimenticando, il buonismo sembra comunque avere il sopravvento, pare davvero che queste “soap opera” facciano diventare tutti più buoni, altroché “C.S.I. Miami” e “Law & ORDER”, pare sia notizia certa che il racket abbia escluso dall’aumento del “pizzo” i negozi di biancheria intima e per la casa.

IL Segretario Federale

Paolo Bini

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