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L’ITALIA CHE NON C’E’ PIU’

by / martedì, 08 settembre 2020 / Published in Cultura e informazione

IL “BEL PAESE” SI AVVIA A DIVENTARE UN REGIME TOTALITARIO UNICAMENTE TEMPERATO DALL’INEFFICIENZA E DAL RIDICOLO

Evviva! l’ora d’aria sta funzionando, gli italiani sono andati in ferie, escono, consumano, dimenticano la mascherina in auto e a casa…..siamo quasi alla normalità. La normalità di un Paese che sta per essere cancellato dalle cartine geopolitiche senza che nessuno faccia nulla, senza che qualcuno, anche pochi, riescano a trovare il coraggio di opporsi, di dare forza al progetto federalista di Italia Terra Celtica; senza che nessuno, fra i suoi cittadini, riesca nemmeno a rendersene conto. Altroché patriottismo o nazionalismo, qui non gli frega niente a nessuno!

La politica messa in campo dai partiti romanocentrici sembra unicamente incentrata sul tirare a campare, cosa propedeutica al sacco delle casse pubbliche e cosa necessaria affinché la razzia ai danni dei contribuenti, dei lavoratori e dei risparmiatori possa continuare indisturbata. Avevamo avvertito più di dieci anni fa che si sarebbe arrivati ad una svolta clamorosa nella società italiana, avevamo cercato di sensibilizzare la gente sul fatto che l’ultima riforma pensionistica, quella messa in atto dal governo Monti, sarebbe stata letale per il Paese. Riforma scalfita solo in superficie da quella voluta di recente da Salvini, riforma che porterà nei prossimi anni l’Italia ad essere abitata da milioni di nuovi poveri perché sarà inevitabile che molti verranno espulsi dal mondo del lavoro a causa della devastante crisi che sta attanagliando la nostra economia, così come sarà inevitabile che gente deceduta, magari dopo aver lavorato per 35 o 40 anni senza aver maturato il diritto alla pensione, non lascerà uno straccio di reversibilità al coniuge. Tutto ciò mentre continueranno ad essere dilapidati miliardi di euro in aiuti, sovvenzioni, contributi a gente che nel nostro Paese viene da ogni dove col solo intento di poter mangiare, bere, dormire, fare ciò che gli pare, pagata e mantenuta, spesso in albergo, dal popolo italiano, che pare essere disposto a sacrificare il futuro dei propri figli sull’altare dove antichi sacerdoti, vigliacchi e assassini, ponevano i sacrifici umani in onore degli dei pagani.

Era fin troppo facile intuire ciò che sarebbe successo, certo nessuno di noi avrebbe mai immaginato una pandemia da “covid19”, ma spesso avevamo messo in guardia, nonostante fosse manifesto il disinteresse della gente, sullo sfruttamento sconsiderato del pianeta da parte dei grandi potentati economici, che attraverso le grandi multinazionali e le potentissime banche d’affari statunitensi si stavano impadronendo del mondo, tanto che ormai da molti anni, quasi tutti i governi del pianeta, certamente tutti quelli occidentali, sono sotto il completo controllo delle agenzie di rating che certamente rispondono ad interessi diversi da quelli del popolo elettore.

Spesso avevamo avvertito che non poteva continuare più a lungo una situazione che vedeva i tre quarti della popolazione mondiale morire di stenti, di malattie e di guerre. Sempre abbiamo messo l’accento sul fatto ineludibile che se non ci fosse un forte business alle spalle, da nessuna parte politica si sarebbe mosso un solo dito in favore dell’accoglienza dei profughi provenienti da terre martoriate da guerre, malattie e carestie. Sempre abbiamo sottolineato che tale situazione è figlia delle politiche espansionistiche di Paesi come Stati Uniti d’America e Francia, certamente fra i primi responsabili della disastrosa situazione sociale dell’Africa e del Medio Oriente.

Gli italiani si sono sempre girati dall’altra parte, questa è la verità. Americani e francesi da mezzo secolo fanno quello che vogliono dove vogliono, proclamano e destituiscono governi a loro piacimento, bombardano chi non la pensa come loro e scaricano sugli utili idioti in stile Italia i costi del disastro umanitario che indisturbati continuano a causare nel mondo.

Gli italiani, ben nascosti, osservano di soppiatto e tuttalpiù, quando decidono che è troppo, mettono mano al portafoglio e donano qualche euro a qualche onlus impegnata in prima linea sui fronti di guerra a combattere fame e malattie e così facendo, affondando l’anima nella vigliaccheria più profonda, decidendo di non fare nulla per cambiare, consegnano le sorti della loro Terra, ma anche della loro famiglia, dei loro figli, dei loro nipoti, nelle mani di gente senza scrupoli che presto, non servendo più a nulla nello scacchiere geopolitico internazionale, staccherà la spina all’Italia, riconsegnando la storia, fin troppo edulcorata del nostro Paese, nelle mani di chi dovrà riscriverla, magari partendo da alcune certezze nascoste, cancellate, omesse dai nostri attuali libri di storia, ovvero, non saranno mai più annoverati fra i grandi italiani gente come Leonardo da Vinci; come Lorenzo e Cosimo De medici; come Michelangelo Buonarroti; come Sandro Botticelli, Giovanni Boccaccio, Dante Alighieri, Francesco Guicciardini, Galileo Galilei, Leonardo Salviati, Giorgio Vasari, Dino Frescobaldi, Cecco Angiolieri, Filippo Brunelleschi, Ottavio Magnanini, Guittone D’Arezzo, Piero della Francesca, Ludovico Guicciardini, Francesco Fioretti, Gentile Sermini, Alessandra Macinghi Strozzi, Mariano da Siena, Andrea Cavalcanti, Francesco Petrarca, Pietro Bernini, Coluccio Salutati, Donato di Niccolò detto Donatello, Poggio Bracciolini, Leonardo Bruni, Giovanni Maria Cecchi, Benvenuto Cellini, Benedetto Fioretti, Carlo Marcellini, Tommaso di Ser Giovanni di Mone Cassai detto Masaccio, Giotto di Bondone, Lorenzo Ghiberti, Bartolomeo Ammannati, Francesco Buonamici, Jacopo della Quercia, Giovanni Pisano, Agostino di Giovanni, Cenni di Pepo detto Cimabue, o come Niccolò Machiavelli, non lo saranno più semplicemente perché non erano italiani ma figli del Granducato di Toscana. Allo stesso modo, personaggi come Raffaello Sanzio, Pietro Lorenzetti, Gaetano Donizetti, Torquato Tasso, Battista Guarini, Tommaso Campanella, Giordano Bruno, Giulio Romano, Luigi Tansillo, Ludovico Ariosto, Giovanni Bellini, Andrea Mantegna, Antonello da Messina, Vittore Carpaccio, Alvise Vivarini, Domenico Veneziano, Leon Battista Alberti, Francesco Barbaro, Guido Guinizzelli, Gian Lorenzo Bernini, Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Tiziano Vecellio, Giorgio Zorzi detto Giorgione, Jacopo Robusti detto Tintoretto, Paolo Caliari detto il Veronese, Jacopo da Ponte detto Jacopo Bassano, Giambattista Tiepolo, Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, Antonio Canova, Giovanni Antonio Magini, Francesco Lazzaro Guardi o Bernardo Bellotto, sicuramente seguiranno la stessa sorte in quanto, certamente non nati in Italia, Stato che visto cosa ha saputo riservare e cosa tutt’ora riserva a grandi uomini di cultura quale ad esempio, innegabilmente è Vittorio Sgarbi, non ha certo mostrato di meritare di esistere. Probabilmente tutti i grandi nomi elencati, una millesima parte di ciò che la Penisola italica ha regalato alla cultura mondiale, non sarebbero mai emersi, non sarebbero mai stati riconosciuti nell’Italia contemporanea dominata dalle faide partitiche; nell’Italia dove si va avanti per conoscenze, per raccomandazioni o per convenienze politiche. Questa Italia ha sbeffeggiato, salvo poi riservargli grandi commemorazioni da morti, personaggi infiniti del calibro di Oriana Fallaci, Indro Montanelli e Giampaolo Pansa; questa Italia ha radiato dall’ordine dei giornalisti il giornalista per antonomasia, Vittorio Feltri, reo a suo tempo di aver pubblicato sulla prima pagina del giornale da lui diretto, la foto di pericolosi pedofili inspiegabilmente a piede libero. Questa Italia non ha saputo ancora oggi, succube dei diktat statunitensi, individuare una responsabilità per la strage di Ustica; questa Italia, contro ogni evidenza, solo nel 1994, ovviamente senza aver mai individuato i colpevoli, ha riconosciuto che la morte di Enrico Mattei, avvenuta nel 1962, fu causata da un attentato e non da un fortuito incidente di volo; questa Italia ha mandato al massacro gente come il Generale Dalla Chiesa e come i Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e l’ha fatto con evidente dolo; questa Italia è la stessa che non ha mai saputo individuare con certezza i responsabili, quelli veri, della strage di Piazza Fontana e della stazione di Bologna; questa Italia lavora ogni giorno, 24 ore al giorno, per cancellare la memoria degli italiani perché un popolo senza memoria diventa schiavo del potere politico e finanziario; un popolo senza memoria è destinato a sparire nel nulla senza lasciare memoria alcuna.          

Un popolo senza memoria si offre, senza nemmeno rendersene conto, al suo carnefice, infatti, il popolo italiano, forse l’unico al mondo, certamente dalla prima metà degli anni 90,  ha accettato di pagare qualsivoglia tipo di tassa o tributo gli venisse imposto in cambio di nulla, se non di multe salate qualora non fosse riuscito a pagare quanto richiesto dalle istituzioni. Il popolo italiano, sempre pronto a “stracciarsi le vesti” per reclamare aiuti umanitari in favore di chiunque li chieda, ha accettato negli anni di sacrificare il diritto alla pensione; il diritto ad una sanità pubblica funzionante; il diritto ad una scuola pubblica che non svolga unicamente le funzioni di parcheggio per futuri disoccupati; il diritto alla sicurezza sul lavoro e più in generale alla sicurezza nella vita di tutti i giorni, che continua a riservare, come le cronache, pur edulcorando il tutto, non possono fare a meno di informare, continui assalti della delinquenza, più o meno organizzata, a danno di cittadini onesti che nemmeno fra le mura domestiche, con la legge che gli impedisce di difendersi, possono sentirsi sicuri. Insomma, siamo arrivati al capolinea, l’Italia, così come siamo abituati a vederla non ci sarà più, i tempi previsti per la sparizione del “Bel Paese” sono circa due o tre anni, uno studio molto qualificato e dettagliato proveniente dall’Inghilterra, pubblicato circa quattro ani fa, segnava la fine dell’Italia come entità politica statuale e geografica entro il 2024 e siccome in politica estera, vedi Brexit, gli inglesi difficilmente sbagliano, tutti quanti gli italiani, dai troppo furbi ai troppo scemi, raccoglieranno finalmente ciò che hanno seminato: NIENTE!

Ora non crediate che da parte nostra ci sia gioia, anche noi di Italia Terra Celtica saremo trascinati nella polvere, ma aver lottato dal 2005 ad oggi, impugnando esclusivamente l’arma democratica della parola col solo risultato di osservare una massa informe di grandi imbecilli fregarsene di tutto, alla fine ci fa dire “Meno male, se non altro è finita, tutti avranno perso tutto o quasi, ma almeno si ripartirà senza più la zavorra dell’Italia e degli italiani!”

Ancora una cosa, non affannatevi troppo a cercare notizia dello studio proveniente dal Regno Unito secondo il quale entro il 2024 l’Italia sarà inghiottita da sé stessa, i nostri bravi e democratici gestori della rete, i guardiani della partitocrazia romanocentrica, l’hanno da tempo oscurata e questo con buona pace di tutti coloro che indicano Cina e Russia come Paesi non osservanti la libertà d’informazione, insomma, per tutti gli italiani capaci di individuare una pagliuzza negli occhi altrui senza vedere la trave di grandi dimensioni che hanno nei loro, “La fine è davvero più che mai prossima, guardatevi allo specchio se volete trovare i colpevoli!”

Il “Bel Paese”, massacrato dai suoi stessi abitanti, capaci di essere buoni e altruisti solo per professione; capaci di riservare anni senza vita ai propri figli per la congenita vigliaccheria che gli impedisce di cacciare la partitocrazia dai Palazzi del potere; capaci di strisciare come vermi pur di eludere qualche guadagno e nascondere qualche risparmio; capaci di plaudire come scimmiette ammaestrate i madornali sbagli in campo economico e organizzativo compiuti negli anni da personaggi pericolosi come Prodi, Napolitano, Monti, Fornero, Conte, Zingaretti, Di Maio, Mattarella ecc., è giunto alla fine, oramai la mia personale speranza è che almeno gli amici Veneti si salvino e riescano a dichiarare l’indipendenza prima che sia troppo tardi, per il resto chiudo prendendo in prestito una frase della grandissima Oriana Fallaci: “Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All’estero, quando mi chiedono a quale Paese appartengo, rispondo: Firenze! non Italia perché non è la stessa cosa.”

il Segretario Federale                            

Paolo Bini

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