Liberi di dire NO! Le guerre fatevele da soli
Voglio tornare su un argomento, che ogni qual volta finisco un comizio o un convegno, mi procura molte domande da parte della gente. Questo, inspiegabilmente nel dimenticatoio, riesumato solo quando ci sono dei morti fra i nostri soldati, riguarda la presenza militare italiana in Afghanistan e in tutti glia altri “teatri” di guerra voluti dagli americani. Ebbene, non è certo una novità per chi ci segue da tempo, ma noi siamo fermamente convinti che in Afghanistan, così come ovunque, non dovremmo esserci e non per facile populismo, bensì perché siamo convinti che l’occupazione di quel Paese da parte delle forze occidentali sia profondamente sbagliata, esattamente come era sbagliata quella ad opera delle forze militari sovietiche. Capite, non sta scritto da nessuna parte che il nostro modo di vivere sia quello giusto e, quindi, ci sembra veramente assurdo prendere come pretesto per l’invasione di un Paese la tanto sbandierata esportazione della democrazia. Ma poi, quale democrazia?
Forse quella dei nostri padroni a stelle e strisce?
Quella, tanto per intenderci, costruita sullo sterminio delle popolazioni native del continente americano?
Quella, che ancora oggi nega agli statunitensi diritti fondamentali per un Paese evoluto, democratico e libero, quali quello alla salute ed alla pensione?
Insomma, va bene che anche noi scimmiottando il nostro padrone, maggior esportatore di democrazia a mano armata, ci stiamo avviando alla cancellazione di tali diritti, ma proprio per questo motivo, dovremmo per primi capire che il sistema di vita americano è il più sbagliato da copiare, figuriamoci poi da imporre nel mondo come unico!
Comunque, acclarato da tempo, che il vero motivo che ha indotto l’O.N.U. (posseduto dagli U.S.A., esattamente come un indemoniato dal demonio) ad avviare la guerra contro l’Afghanistan non fu il rifiuto del Mullah Omar di consegnare Bin Laden agli americani, ma gli interessi della multinazionale statunitense, UNOCAL, legata a filo doppio con il Dipartimento di Stato yankee, più che mai c’è da chiederci: “Ma noi, che ci stiamo a fare in Afghanistan???!!!”
Quale oscuro interesse abbiamo per restare in un Paese che non ci vuole, in un Paese dove in 6 – 7 anni i talebani, nonostante armamenti fatiscenti e improvvisati, hanno riconquistato l’80% del territorio?
Perché dobbiamo far morire i nostri soldati per gli interessi di altri, facilmente individuabili nell’immenso gasdotto che deve attraversare l’Afghanistan dal Turkmenistan al Pakistan?
Insomma, ci si vuole rendere conto, che quando si parla di libertà, prima di tutto bisogna essere liberi di agire senza le imposizioni dei diktat statunitensi?
Che ci frega a noi, se i nostri ministri ed il nostro Presidente del Consiglio vengono presi sottobraccio da Barack Obama ed indicati come grandi amici degli Stati Uniti d’America?
Non era accaduto anche al Presidente egiziano, Hosni Mubarak, di essere indicato dal buon Obama come grande amico del popolo americano?
Guardate la fine che ha fatto, prima di tutto abbandonato proprio dagli alleati a stelle e strisce e poi, dagli stessi, indicato al mondo come uno dei peggiori dittatori della storia dell’uomo!
E noi, siamo sicuri, dopo le amare esperienze fatte al seguito dei prodi esportatori di democrazia, di essere dalla parte del giusto?
Siamo sicuri, che stare dalle parte di chi in Afghanistan ha causato in 10 anni di guerra più di 60 mila morti fra la popolazione civile sia cosa dovuta e sacrosanta per far accettare la democrazia dei Mac Donald’S e della Coca-Cola?
Non sembra anche a Voi che sia giunto il momento di dire basta?!
Volete fare le guerre, perché non sapete fare altro, fatele pure, non possiamo impedirvelo, ma fatele senza di noi!
Il Segretario Federale
Paolo Bini