LE PROMESSE E I PROCLAMI DI RENZI CONFERMANO UNA SOLA COSA: ADDIO RISANAMENTO, ADDIO ITALIA!
E’ meglio che tra noi, poveri sudditi di una dittatura travestita da democrazia, ci diciamo la verità, o almeno che non ci prendiamo in giro. A sentire i nostri politici, sia di destra che di sinistra, le cose vanno semplicemente male e la festa è finita, come si sa, loro sostengono che l’economia ha un andamento ciclico, che fa seguire a periodi di espansione, periodi di scarsa crescita ed anche di ristagno economico. Noi, invece, vogliamo sottolineare che la festa non è mai cominciata, tranne che per la nomenklatura e non è affatto vero che le cose vanno male, non vanno per niente, sono ferme da tempo, paralizzate in un disastro economico, sociale e istituzionale di proporzioni enormi, un disastro epocale da cui noi italiani usciremo, se ne usciremo, con le ossa rotte! L’industria è tagliata fuori dai grandi mercati che dettano legge, la dura legge della libera concorrenza; il nostro costo del lavoro non ci rende competitivi e favorisce il boom del lavoro nero; la spesa pubblica, in gran parte dipendente da sprechi e non da investimenti, non accenna a diminuire. Montagne di miliardi per anni sono state sottratte ai servizi, che sono piombati a livello di terzo mondo e bruciate per alimentare le clientele mafiose su cui si poggia la partitocrazia romanocentrica. Si è scavato artatamente un solco fra nord e sud del Paese perché, finiti gli espedienti, i nostri politici sono ricorsi al sempre valido “divide et impera”. Il nord, infatti, negli anni è stato depauperato, calpestato, mortificato: strade inadeguate, ferrovie inesistenti, ospedali ed enti in mano a malversatori di partito e tangentieri in proprio, per contro, il nostro sud non ha usufruito dei fiumi di denaro stanziati dai vari governi che della questione del Mezzogiorno si sono sempre riempiti la bocca, badando però bene a non risolverla mai, quasi fosse di vitale importanza per loro e per i loro successori il fatto che questa continuasse a non trovare risoluzione. Dovunque si guardi si vedono segnali di degrado e di pericolo; la morale ha raggiunto il punto più basso della decenza; lo Stato è in mano a degli incapaci, che ogni giorno di più palesano come non basti fregiarsi di roboanti titoli accademici e godere della stima dei partiti; gli indegni occupanti di Camera e Senato sembrano evidenziare una sola cosa, che per loro la politica è l’unica alternativa alla disoccupazione ed in questo lungo periodo di continue e inutili schermaglie fra affiliati alla partitocrazia fioriscono tutti i “bubboni” di una situazione civile e politica da tempo marcia e di cui l’apparato, quando non è colpevole, è complice per omissione. Gli “scienziati” dell’economia e della politica, che nell’ultimo mezzo secolo si sono avvicendati al governo del Paese, hanno prodotto un mostruoso debito pubblico ed ancora oggi, attraverso una continua ma sempre più schiacciante “rapina fiscale”, strangolano ogni residua possibilità di ripresa economica. Insomma, la nostra nomenklatura si propone all’attenzione del mondo come la peggiore classe politica presente sul pianeta Terra! Come si può, infatti, pensare di risolvere la grave crisi che attraversa l’Italia con l’ulteriore inasprimento della già intollerabile pressione fiscale? Come si può pensare di scaricare sempre sul cittadino le scelte sbagliate della partitocrazia? Dove vivono i nostri politici? Non sarà che a causa del fatto che li manteniamo in quel di Roma con stipendi faraonici, questi hanno completamente perso il contatto con la realtà del Paese ed hanno sopravvalutato le pur alte capacità della nostra economia privata? Sta di fatto che ormai, al di la delle promesse e dei proclami di Renzi, l’Italia è prossima al collasso e spinta da un prelievo fiscale senza pari nel mondo industrializzato, rischia di sprofondare in una spirale recessiva senza ritorno. Dopodiché, addio risanamento e addio Italia!
Il Segretario Federale
Paolo Bini