Le autonomie locali devono farsi garanti della Costituzione
Il 27 dicembre 1947 venne promulgata ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948 la Costituzione italiana. In molti dei suoi articoli, però, sin dalla sua edificazione, la neonata classe politica, lasciava trasparire diffidenza nei confronti dei cittadini, espropriati dalla Carta Costituzionale del potere costituente, che una Democrazia compiuta, a mio parere, dovrebbe lasciare nelle mani del popolo. Probabilmente l’ideologia dei “Padri Costituenti” immaginò una Costituzione eterna come le rovine di Roma e vietò il referendum consultivo o propositivo sui temi costituzionali. Certamente è nata alla fine di una brutta guerra persa con disonore, iniziata da una parte e finita dall’altra; certamente in alcuni suoi articoli sembrerebbe comunque il capo saldo sul quale possa essere fondata un Libera Repubblica democratica, ma altrettanto certamente, anche perché la Carta Costituzionale lascia spazio ad ambigue interpretazioni di “dotti” affaristi senza scrupoli, oggi ci troviamo di fronte ad una classe politica che ha volutamente confuso il potere costituente con il potere costituito.
Oggi ci ritroviamo una classe politica, magnificamente rappresentata dal Governo Draghi, che è addirittura arrivata a chiudere le porte dell’informazione, sedicente ufficiale”, in faccia a milioni di persone che da oltre un anno, nel più assordante silenzio riservatogli dai partiti, dalla Rai, da Mediaset e dalle principali testate giornalistiche, stanno manifestando nelle piazze d’Italia per vedere riconosciuti diritti essenziali quali quelli al lavoro ed alla libera scelta, a quanto pare, “garantiti, ma non troppo” dalla Costituzione italiana.
A Roma non sembrano neanche asserragliati a difesa dello Stato, piuttosto, sembrano tutti uniti a difesa del loro potere e della loro “paghetta” garantitagli in maniera coatta dal popolo italiano, che nonostante folli lockdown e folli “green pass” ha fatto di tutto per continuare a lavorare. Sembra quasi che per loro il sistema Italia sia solo un’astrazione del pensiero, invece, come un chiodo fisso, unicamente orientato, senza alcuna astrazione, alla gestione ed alla spartizione del PNRR. L’aggravarsi della crisi economica e politica, nella quale l’Italia sembra inarrestabilmente precipitare dall’autunno del 2011, quando l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, consegnò il bastone del comando nelle mani si Mario Monti, un “genio” della finanza al pari di Mario Draghi, può solo essere fermata dalla presa di coscienza dei cittadini, quindi, le autonomie locali dovranno divenire nel più breve tempo possibile le garanti della Costituzione, soprattutto, non dovranno più permettere che il lavoro, che dovrebbe essere sacro, dovrebbe essere parte determinante dello sviluppo di una donna e di un uomo, possa essere, come in epoca nazifascista, garantito solo ai possessori di una tessera, in questo caso del “green pass”. Il comportamento arbitrario, discriminante, autocratico e spesso al limite del dispotismo di questo Governo, come in parte di quelli che l’hanno preceduto, centralista e centralizzatore è alla radice del lungo e inarrestabile processo di degrado etico – istituzionale cominciato con la sistematica violazione della Costituzione, cosa che ha permesso negli anni l’uso distorto delle risorse prodotte dal cittadino e ultimamente la creazione di masse enormi di disoccupati e il sostanziale azzeramento delle Istituzioni Locali. Oggi è la stessa Repubblica, fin dalle sue fondamenta più recondite, ad essere scossa da una crisi istituzionale e finanziaria senza precedenti, unicamente provocata dall’inefficienza del “Governo dei migliori”. Le Comunità locali sono state ridotte a impotenti terminali periferici sui quali pesano e si scaricano tutte le contraddizioni ed i bizantinismi del legislatore che, oltre e contro il volere del dettato costituzionale, ha moltiplicato a dismisura i centri decisionali derivati, avendo però cura di renderli inefficienti, conflittuali, ma soprattutto, avendone disperso l’originale patrimonio di autonomia decisionale di modo che nell’arbitrio dell’inevitabile, ha ulteriormente rafforzato la propria posizione dispotica e incostituzionale. Così il “genio” dell’economia e della finanza, al secolo Mario Draghi, con la sua corte dei “migliori”, ha creato una situazione non più sostenibile, evidenziata dalla spia rossa dell’immane debito pubblico che giorno dopo giorno, come una valanga che più scende a valle e più si ingrossa, si moltiplica rischiando a breve di travolgere tutto e tutti!
Il Sindaco di Ozegna
Resp.le Federale Enti Locali I.T.C.
Sergio Bartoli