“Lavoro agile”, la presa in giro continua
Allora, mentre si discute del Festival di Sanremo, mentre i talk show che si occupano di politica assomigliano sempre più ad aie piene d’oche e galline starnazzanti, mentre l’unico interesse vero degli italiani sembra essere il campionato di calcio, la partitocrazia continua imperterrita e indisturbata a pianificare, sin nei minimi dettagli, il sacco finale dell’Italia.
I più, nonostante in tutti i modi cerchiamo, ormai da 10 anni, di spiegare quanto sta accadendo e nel contempo, cerchiamo di sollecitare gli italiani a reagire, sappiamo già per certo che continueranno a fregarsene ed a bearsi nel loro infinito rincoglionimento, ciò nonostante, crediamo che il tempo della resa debba ancora venire.
Vorremmo richiamare l’attenzione del popolo su quanto sta accadendo nel mondo del lavoro dove, grazie alle forze “progressiste” di governo e ad un’opposizione assolutamente inesistente, tutto è ormai indefinito per legge.
Quello che è stato costruito, che ci è stato spacciato come irrinunciabile, la riforma del mondo del lavoro necessaria alla ripresa economica, che sarebbe dovuta servire per invertire i dati sulla disoccupazione, che avrebbe dovuto dare certezze alle famiglie, nei fatti ha partorito un ibrido che sta tra il regolamento aziendale e un contratto di tipo commerciale ove il lavoratore è parificato ad un fornitore in una relazione di potere completamente sbilanciata. L’aspetto della prestazione, infatti, è ormai affidato al contratto individuale tra lavoratore e impresa in una condizione di totale subalternità del lavoratore e tutto questo, mentre si continua a discutere di tutto meno che delle cose che davvero contano.
Non so se i tanti che dedicano alla lamentela buona parte della loro giornata se ne sono accorti, ma ora per effetto del tanto reclamizzato “lavoro agile”, orari di lavoro “strani”, aspetti gestionali “borderline”, abusi, truffe e compensi non pagati in ragione di contestazione della qualità della prestazione erogata dal lavoratore, stanno diventando la normalità. Le clausole contro gli abusi, nei nuovi contratti di lavoro, riguardano solo più gli aspetti formali con buona pace di chi ancora riesce a perdersi dietro le chiacchiere del centro-sinistra, del centro-destra, della Lega e dei pentastellati grillocentrici.
Siamo di fronte al lavoro pericoloso introdotto per legge, dove nemmeno la salute del lavoratore è più tutelata; siamo di fronte a rapporti di lavoro destinati a divenire per il lavoratore altamente subordinati con una pericolosità sociale che si sarebbe dovuta avvertire subito, già dalla comparsa dei “vauchers”. Ciò nonostante, a tenere banco nei salotti televisivi colonizzati dalla partitocrazia romanocentrica c’è di tutto, ma di lavoro, di sfruttamento, di come tornare a dare al lavoratore la dignità e il rispetto che gli spettano, non si parla mai se non in termini propagandistici, utili solo a raggirare l’elettore che, però, dal canto suo continua a mettercela tutta per continuare a farsi prendere in giro.
Il Segretario Federale
Paolo Bini