La vergognosa battaglia d’arresto della partitocrazia romanocentrica
Ora un po’ tutti si stanno rendendo conto di cosa significhi aver rinunciato alla sovranità nazionale, certo, i dotti economisti che fino a ieri non hanno perso occasione per magnificare la moneta unica europea sono improvvisamente spariti, al loro posto, purtroppo perché siamo stati colpiti dalla terribile pandemia provocata da nuovo coronavirus, è tutto un pullulare di camici bianchi ai quali, però, mi pare sia consentito dire solo quello che la “democrazia” italiana impone. Comunque, credo che mai come in questo momento di emergenza nazionale e globale la debolezza degli stati dell’Unione Europea sia determinata anche e forse soprattutto, dalla mancanza di sovranità politica e monetaria. Certamente avere una moneta nostra, un Federalismo strutturato e organizzato da anni non avrebbe impedito il contagio, ma sicuramente ci avrebbe aiutati ad uscirne in tempi più rapidi e con meno morti. Questi, a nostro giudizio, sono da addebitarsi in gran parte a scelte politiche sbagliate, che negli ultimi 10 – 15 anni hanno visto solo ed esclusivamente imporre tagli alla sanità pubblica, probabilmente in favore delle tante coop e organizzazioni che gestivano l’immigrazione e l’accoglienza dei clandestini sul territorio italiano ed altrettanto, molto probabilmente, per reperire i denari necessari a far fronte alle assurde promesse di bonus, sovvenzioni e redditi di cittadinanza vari. Distribuire denaro a pioggia non serve, l’amara esperienza della Cassa del Mezzogiorno evidentemente non ha insegnato nulla o forse, e questa è l’unica cosa che probabilmente interessa ai nostri politici, ha insegnato che con la distribuzione di denaro, soprattutto quando immeritato, si “comprano i voti”. La scelta è quindi stata fatta scientemente, si è preferito rinunciare ad una grossa fetta di sovranità nazionale; si è valutato fosse meglio chiudere ospedali e tagliare posti letto; si è percorsa la strada dell’elemosina e della promessa; si è anteposto il bene dei partiti a quello del popolo e ci si è volutamente adagiati a rappresentare una Nazione le cui genti sono arrivate oggi a trovare più importante avere i denari per la ricarica del cellulare piuttosto che quelli necessari alle cure e all’istruzione dei propri figli, i quali, ahimè, sembrano orientati a fare addirittura peggio dei genitori.
Ora un po’ tutti, sono certo, anche coloro che si sono resi conto di quanto Italia Terra Celtica avesse ragione nel suo descrivere la politica italiana, così come quella estera, sapranno non fare nulla di diverso da quanto fatto in passato, cioè niente! E’ questo, al di là di inutili polemiche, che ferisce, vedere come il disastro umanitario provocato dal “covid19” stia riuscendo, per assurdo, a far tirare il fiato alla partitocrazia romanocentrica, che da esercito in rotta sta trasformando questa terribile pandemia in una battaglia d’arresto. Tutti schierati, più che un esercito, una vera e propria corte dei miracoli, partiti grandi e piccoli, consorterie di ogni genere, quotidiani, settimanali, televisioni, scrittori, predicatori, tutti uniti contro il virus, tutti impegnati nella sopravvivenza di questo sistema, quindi, tutti arroccati a difesa dell’enorme bottega dove i partiti, sempre più famelici, da sempre succhiano il sangue dei loro connazionali, la stessa sterminata bottega dove il virus si è propagato contagiando e uccidendo migliaia di italiani.
Ora un po’ tutti si stanno rendendo conto e se non ci riescono significa che non ci sarà più nulla da fare per molti decenni, che dalla partitocrazia romanocentrica hanno sempre e solo ricevuto, in cambio del voto, promesse non mantenute, tradotto: enormi bugie! Addirittura oggi, che balza agli occhi di tutti, seppur nel marasma generale, come in campo sanitario, ma potremmo aggiungerci quello della scuola, della sicurezza, del lavoro e della giustizia, l’Italia sia clamorosamente spaccata in due tronconi con un centro-nord capace, nonostante mille difficoltà, di tener botta al flagello “covid19” e un centro-sud totalmente impreparato ad affrontare l’emergenza, c’è chi, colpevolmente e vigliaccamente, specula politicamente sulla cosa auspicando un maggior potere dello Stato centrale. Insomma, farebbero quasi tenerezza, se invece non facessero totalmente schifo, vederli tutti riuniti, incolonnati, aggrappati alle vesti del Presidente della Repubblica, ognuno a fornire assurde ricette per uscire da questa crisi socio-sanitaria-economica che affonda le sue radici nella maleodorante palude partitocratica. A vederli, a sentirne gli schiamazzi, ad assistere a riunioni parlamentari con il “Palazzo” semideserto, mentre quotidianamente medici e infermieri con pochi strumenti, quasi interamente provenienti da aiuti esteri o da donazioni private, combattono contro il nuovo coronavirus, mettendo a rischio la propria vita e quella dei propri famigliari per salvare dalla morte decine di migliaia di italiani, dovrebbe far riflettere, dovrebbe far capire al popolo, se esiste, che all’interno dei “Palazzi” c’è una legione di parassiti che non è disposta a rischiare nulla per il bene del Paese che dicono di voler rappresentare.
Certo, la battaglia d’arresto si basa principalmente sulla paura e vedere la politica italiana utilizzare strategicamente il “covid19” per uscirne vincitrice, per arrestare la fine della partitocrazia romanocentrica e l’avanzata di un nuovo modo di far politica, incentrato sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente, portatore di Federalismo, Libertà e Democrazia, è tanto osceno da provocare nausea e disgusto e da far emergere tutto lo sporco, la sudiceria e il sozzume che il regime partitocratico negli anni ha sempre nascosto sotto i preziosi tappeti che decorano i corridoi dei Palazzi del potere.
Il Segretario Federale
Paolo Bini