La politica italiana, assolutamente priva di buon senso
Partiamo da un dato ineludibile, forse addirittura in difetto, il 60% di quanto produce ciascun lavoratore, autonomo o dipendente, in Italia, è attualmente speso per conto suo dai politici. In percentuale è più di quanto spendano i politici di qualsiasi altro Paese più o meno sviluppato. C’è inoltre una non trascurabile differenza, in Italia, diversamente dal resto dell’Occidente, i denari necessari ai servizi pubblici lo Stato se li prende ma i servizi non ci sono. Mi pare che questo dovesse essere ben visibile a tutti anche prima, molto prima della pandemia da “covid19”.
Sin dalla nostra nascita noi lo andiamo denunciando, ma la popolazione si è sempre mostrata sorda alle nostre parole, palesando unicamente interesse per le tante promesse, mai mantenute, fatte e sempre riproposte dai partiti romanocentrici. In ogni caso, tanto perché sia chiaro a tutti coloro che sino ad oggi si sono impegnati nel non riuscire a mettere insieme il più elementare dei ragionamenti, cosa che gli avrebbe impedito di continuare a credere a chi vive e costruisce fortune politiche ed economiche sulla menzogna, la classe politica italiana spende più di ogni altra classe politica al mondo, ma non esiste nessun settore della pubblica amministrazione, né la previdenza, né la sanità, né la viabilità, né i trasporti pubblici urbani o extraurbani, né l’istruzione, né l’amministrazione finanziaria, né la giustizia, né la sicurezza, né l’ecologia, né la qualità della vita, né la decenza e la civiltà in cui i nostri servizi siano paragonabili a quelli della Germania, della Francia, della Gran Bretagna o addirittura della Spagna.
Questo il fatto che nessuno in buona fede può contraddire, questo il fatto che, Italia Terra Celtica o non Italia Terra Celtica, avrebbe dovuto spingere gli italiani, non da adesso, ma da molti anni, a farla finita con il regime partitocratico, vero cancro, forse ormai in metastasi, che sta uccidendo la nostra debole democrazia.
Ciò non è avvenuto ed ora ci ritroviamo, in un m omento di grande difficoltà economica e di emergenza sanitaria, con una classe politica tanto incompetente da risultare addirittura più pericolosa del “nuovo coronavirus” e questo, avendo la decenza di smetterla con stupide e grottesche proteste di piazza, non certo per colpa di Conte, Zingaretti, Grasso e Di Maio, bensì per colpa dei milioni di italiani che a questi individui hanno consentito con il loro voto di governare il Paese. Badate, mi sono limitato ad indicare chi in questo momento ha il potere decisionale, ma le cose non sarebbero cambiate se al posto loro ci sarebbero stati Berlusconi, Salvini e la Meloni perché nessun politico italiano, appartenente a qualsivoglia partito rappresentato nelle istituzioni, ha mai detto di voler cancellare dalla faccia della terra la partitocrazia romanocentrica, nessuno ha mai portato nelle sedi parlamentari una vera proposta di riforma federalista e nessuno ha mai presentato una legge per riformare scuola, sanità e giustizia, che non sia stata peggiorativa rispetto a quella abrogata.
Nei fatti siamo di fronte a continue limitazioni delle libertà e la cosa avvilente è che nessuno se ne rende conto, tutti impegnati a spulciare leggi e leggine che potrebbero dare diritto a sconti, sovvenzioni e bonus; tutti impegnati a cercare raccomandazioni per trovare un lavoro e tutti a vedere di poter sfruttare qualche decreto legge per riuscire ad eludere al fisco qualche guadagno. Fisco che andrebbe rivisto totalmente, creato appositamente per consentire ai potenti di accumulare enormi ricchezze a danno di chi, l’operaio, l’impiegato, il bottegaio di paese, il negoziante di città, il tabaccaio, l’edicolante, l’artigiano, l’industriale e il bracciante, le tasse devono pagarle fino all’ultimo centesimo, non fosse altro perché i responsabili dello sperpero del denaro pubblico hanno un sempre crescente bisogno di pecunia, necessaria a foraggiare clientele ed elettori prezzolati.
Il fisco italiano, nei fatti, arriva così a portare via ai contribuenti onesti oltre il 60% del reddito senza a questi restituire in cambio nulla di paragonabile al sacrificio richiesto. Così facendo la classe politica nostrana, quella adulata dagli elettori, porta via agli italiani più del 60% delle libertà, ma questa è storia vecchia, è storia che mai gli italiani hanno mostrato di voler cambiare, forse troppo attaccati alla patria della burocrazia, delle virgole e dei cavilli, forse troppo pregnati di senso d’appartenenza a questo Stato che non perde occasione di mostrare al mondo quanto le istituzioni che lo reggono siano assolutamente prive dell’unica cosa da sempre necessaria: il buon senso!
Il Segretario Federale
Paolo Bini