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La fine di tutto è dietro l’angolo…….

by / mercoledì, 22 aprile 2015 / Published in Economia e lavoro

Mi piacerebbe che i tanti che ci seguono non si limitassero a incoraggiarci, a scriverci per complimentarsi o darci la classica pacca sulle spalle credendo che prima o poi le cose possano cambiare e che, quindi, può andare bene così con una protesta verbale, con qualche manifestazione o comizio. Nossignori, o si capisce che la fine di tutto è dietro l’angolo e bisogna far di tutto e di più per non svoltarlo, o diversamente non ci sarà più nulla da fare se non piangersi addosso per non aver fatto niente. Niente come quello che ci resterà, o se preferite, niente come quello che lasceremo ai nostri figli!

Siamo arrivati al capolinea, perché “il somaro” dell’iniziativa privata sta crollando sotto il peso della pressione fiscale e dell’inefficienza statale, perché il disastro del disavanzo pubblico, che sta letteralmente distruggendo l’intera economia italiana, può essere contenuto solo se viene radicalmente rovesciata la politica finanziaria e fiscale del governo e perché, a seguito della perdita di competitività, l’azienda Italia rischia d’essere estromessa da tutti i mercati ove vige la legge della libera concorrenza.

Così non è più possibile andare avanti, anche un asino lo capirebbe, ma evidentemente Renzi e tutti quelli che l’hanno preceduto, no! Non è più possibile combattere il disavanzo dello Stato accrescendo le entrate attraverso il continuo aumento della pressione fiscale sui ceti produttivi senza mai colpire la valanga di sperperi di denaro pubblico che da sempre caratterizzano i nostri governi.

Per decenni milioni di italiani sono stati rapinati del loro reddito al solo scopo di mantenere nell’ozio e nella sicurezza eserciti sempre più numerosi e costosi di parassiti di Stato a cui andavano le comprensibili predilezioni della triplice sindacale, ben consapevole che la sua stessa fortuna era legata alla simbiosi mafiosa tra Stato e partitocrazia. Per lunghi anni, mentre organizzavano manifestazioni con cori operaisti, i sindacalisti di regime hanno assicurato ai burocrati fannulloni, più o meno grandi e importanti, con i soldi rapinati ai loro stessi assistiti, ai commercianti, ai liberi professionisti e agli artigiani, miglioramenti salariali e normativi infinitamente superiori a quelli dei lavoratori del privato. Oggi, infatti, non è un caso che tutti, lavoratori autonomi e dipendenti del privato, attraverso lo spolpamento scientifico messo in atto dal governo, siano praticamente ridotti a lavorare in franchising con lo Stato.

Ci dicono che siamo liberi, che viviamo in democrazia, che abbiamo importanti diritti inalienabili garantiti dalla nostra Costituzione e dall’azione sindacale, poi, osservando con attenzione quanto accaduto sino ad oggi, ci si accorge che la vera cinghia di trasmissione del dominio partitocratico e burocratico sui ceti produttivi è stato ed è il sindacato. E’ stata la “triplice” a difendere la grande menzogna, a far credere alle masse operaie, contadine e impiegatizie operanti nel privato che esisteva una presunta identità di interessi, una naturale alleanza di classe tra tutti i lavoratori, dipendenti pubblici o privati che fossero, mentre è ormai evidente che si tratta di categorie e d’interessi contrapposti, non fosse altro perché ogni posto di lavoro pubblico deve essere pagato con i soldi sottratti ai lavoratori del privato e all’economia della Nazione.

Quello che appare incredibile è il come sia potuta durare così a lungo tale vergognosa situazione di sfruttamento di chi lavora nel privato ad opera della burocrazia parassitaria. Sinceramente è quasi incomprensibile e si può giustificare solo con l’innato e progressivo disinteresse degli italiani per la cosa pubblica, con l’informazione deviata, con il ruolo nocivo svolto dal sindacato di regime e con il mito dello Stato assistenziale che a tutti gli effetti è stato ed è il punto d’incontro teorico tra lo statalismo social-comunista e l’assistenzialismo cattolico, tutte cose che al lato pratico si sono trasformate nella mangiatoia ideale per i partiti e le loro clientele burocratiche e mafiose.

Tutto questo, è palese, non può essere bloccato solo dalle proteste verbali e neppure da quelle di piazza, organizzate dai sindacati e taluni partiti più come valvola di sfogo per il sempre più crescente numero di disperati che per andare ad ottenere dei cambiamenti. L’unica cosa che può far saltare il banco partitocratico è la presa di coscienza del popolo dei produttori, è la forza che gli italiani sapranno dare a Italia Terra Celtica. La fine di tutto è dietro l’angolo, svoltarlo o no è una scelta degli italiani.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

 

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