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Italia, Stato tutto bonus e sciacallaggio

by / martedì, 23 giugno 2020 / Published in Giustizia e società

Ora, sono consapevole che pochissimi leggeranno e probabilmente saranno ancor di meno quelli che cercheranno di sviluppare un minimo di ragionamento su quanto scriverò. Mi piacerebbe sbagliarmi e sarei quasi felice se, indipendentemente dal personale indottrinamento politico, i lettori venissero spronati, dalle mie parole, a riflettere, a ragionare e, perché no, a discutere sul come un virus, a 20 anni dalla nascita del nuovo millennio, sia riuscito a provocare nel mondo gli stessi danni economici e finanziari che solo nel secolo scorso potevano riuscire unicamente dopo anni e anni di bombardamenti e guerra globale, magari, come l’ultimo conflitto mondiale ci ha insegnato, con il lancio finale di 2 bombe atomiche  da parte dei nostri “cari amici” a stelle e strisce da sempre amanti degli effetti speciali e dei finali a sorpresa.

Io credo che l’emergenza vissuta, dalla quale con molte probabilità non siamo ancora usciti, sia l’inequivocabile certificazione della crisi del sistema globalista; credo che la globalizzazione coatta alla quale sono stati sottoposti i popoli, che hanno mostrato di non più esistere come tali, abbia messo in evidenza tutti i suoi limiti, le sue contraddizioni e soprattutto i suoi pericoli; credo che mai come oggi risulti evidente come il tanto decantato “progresso” scientifico, tecnologico e industriale non sia riuscito a migliorare la vita delle persone, anzi, credo che l’emergenza vissuta, secondo me ancora lontana dall’essere risolta, abbia messo in crisi profonda l’intero impianto dell’illuminismo basato sulla supremazia della ragione.

La gente è stata portata a credere che l’essere interconnessi l’uno con l’altro in un pianeta senza confini rappresentasse la soluzione a tutti i problemi; la gente ha pensato, mentre più della metà della popolazione mondiale moriva e continua a morire di stenti, di malattie e sotto le mai fuori moda bombe americane, di potersi lavare la coscienza con delle semplici donazioni alle innumerevoli ONG e ONLUS che perseguono obiettivi di utilità sociale e di cooperazione allo sviluppo e così facendo si è adagiata a vivere una vita virtuale attraverso i social, a guardare una vita demenziale attraverso reality show di ogni tipo, unicamente capaci di regalare una stagione di notorietà a migliaia di aspiranti vip pronti a tutto ma incapaci di fare qualsiasi cosa.

In parole povere si è sempre accettato di tutto, sono anni che tagliano fondi alla sanità pubblica, sono anni che cancellano posti letto e chiudono ospedali e sono anni che le vittorie politiche si ottengono promettendo elemosina a piene mani. Nei cassetti dei partiti romanocentrici non esiste alcun progetto per l’Italia, solo il nostro è degno di tale definizione, i rappresentanti della partitocrazia, tutti, nessuno escluso, cercano consensi unicamente promettendo soldi, il più delle volte a chi non merita nulla. Siamo diventati la patria dei bonus, esiste quello per la mamma, per il bebè, per i mobili, per l’asilo nido, per gli studenti, per i docenti, per le caldaie, per i condizionatori, per la ristrutturazione, per le assunzioni, per il verde ed i giardini, per le donne disoccupate ecc. ecc. ecc.. Ovviamente a tutti questi si sono aggiunti il “bonus coronavirus” da 100 euro e il “bonus covid” da 600 euro, non potevano mancare, in fondo, elettoralmente, i bonus pagano molto di più di una buona ed efficiente gestione della cosa pubblica, in fondo gli italiani non chiedono giustizia sociale e organizzazione, negli hanno dimostrato ripetutamente di essere più sensibili all’elemosina, di gradire di più la possibilità di denunciare un disservizio piuttosto che cambiare e scegliere la democrazia federalista di Italia Terra Celtica. Pare che a nessuno o quasi, interessi vivere in uno Stato con una tassazione massima del 30%; in uno Stato che potenzia e apre, dove c’è bisogno, gli ospedali; in uno Stato dove chi delinque ha la certezza di passare gran parte della propria vita in carcere, dove i soldi delle tasse e dei contributi previdenziali non vengono dissipati nel miserabile esercizio politico dell’acquisto dei voti; in uno Stato che sa creare opportunità d’investimento e di lavoro; in uno Stato con la burocrazia ridotta al minimo essenziale; in uno Stato capace di impedire la penetrazione della politica nei giudizi scolastici; in uno Stato dove le carriere, nel pubblico e nel privato, sono costruite sulla meritocrazia e non sul ruffianesimo, insomma, tutti si lamentavano già prima della pandemia da “covid19”, ma ora si è finalmente, anche in maniera brutale, gettato la maschera, nel momento del bisogno, quando la paura faceva straparlare rappresentanti del governo, governatori di Regione, Sindaci e “luminari” della scienza, era tutto un enfatizzare il lavoro e l’abnegazione messa in campo da medici, infermieri, volontari e personale paramedico, ora, ecco che gli italiani, quelli che con le loro preferenze elettorali hanno sempre saputo scegliere il peggio per sé e per i propri figli, tornano ad essere quelli di sempre, quelli che hanno lasciato per oltre 70 anni il Paese in ostaggio dei predoni romanocentrici, ecco che nascono i comitati, le associazioni e quant’altro, tutte dedite a chiedere per via legale i danni per i parenti, più o meno cari, deceduti a causa del coronavirus. Insomma, non accattonaggio, ma squallido sciacallaggio, questo è quanto il popolo italiano pare aver imparato da un momento difficilissimo che molti, noi per primi, ci eravamo augurati potesse perlomeno servire a far ritrovare unità e coesione fra le persone. Come al solito i nostri auspici si sono mostrati propri degli ingenui, di coloro che vogliono, nonostante tutto, continuare a credere che nell’uomo ci possa ancora essere qualcosa di buono, ma fa lo stesso, non sarà un popolo di menefreghisti accattoni a farci cambiare idea, così, mentre ci sono le code per usufruire dei bonus vacanze, dei bonus bicicletta e monopattino e di quello dedicato all’acquisto delle smart tv, in attesa che il governo legiferi in favore del bonus coiffeur, di quello per i tatuaggi ed i piercing, piuttosto che per il bonus sigarette o il bonus lotterie, noi rimaniamo Italia Terra Celtica, l’unico soggetto politico a battersi perché l’Italia torni, all’interno di un’organizzazione federale, ad essere uno Stato sovrano.

Il Segretario Federale

Paolo Bini 

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