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In fondo siamo italiani e questa è l’Italia

by / lunedì, 11 aprile 2016 / Published in Giustizia e società

Una volta c’era Berlusconi, oddio c’è ancora, non me ne voglia il Cavaliere di Arcore, non è mia intenzione celebrare il suo requiem, politicamente ci ha pensato da solo a seppellirsi sotto le macerie di Forza Italia e per quel che riguarda la sua persona gli auguro di vivere il più a lungo possibile e in buona salute. Ma quando c’era Lui, qualsiasi cosa accadesse a chi lo circondava, soprattutto nel male, era sempre colpa sua. Così negli anni lo abbiamo visto dibattersi fra inchieste giudiziarie, tradimenti e amicizie sconvenienti.

Non so se i più si ricordano di Vittorio Mangano, meglio conosciuto come “lo stalliere di Arcore”, ebbene, il Mangano i suoi guai con la giustizia li aveva avuti, è vero, ma li aveva anche pagati con il carcere, lavorava nella villa brianzola di Berlusconi con la qualifica di stalliere e neanche a dirlo, per anni l’informazione italiota ha elaborato i più astrusi teoremi per far ricadere le colpe del Mangano, seppur già scontate, su Berlusconi. Fu poi la volta di Marcello Dell’Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi fin dagli anni settanta, socio in Publitalia ’80 e dirigente Fininvest. Con lui nel 1993 il Silvio nazionale fondò anche Forza Italia e neanche a dirlo, dopo inchieste su inchieste, dopo aver dedicato a Dell’Utri più tempo che non a 100 mafiosi conclamati, magari tranquillamente e spavaldamente a piede libero, il 25 marzo 2013 la terza sezione della corte di Appello di Palermo riuscì a condannarlo in secondo grado di giudizio ad una pena di 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Anche qui, dopo anni e anni di accuse, dopo fiumi d’inchiostro e una marea di trasmissioni televisive nelle quali le colpe di Dell’Utri, prima ancora della condanna, venivano fatte ricadere su Berlusconi, il dubbio sorge quasi spontaneo: che Marcellone si sia beccato i sette anni di carcere per giustificare le accuse, mai provate, a Berlusconi?

Ma ancora, perché lo scempio dei diritti per alcuni sacrosanti, per altri inesistenti, non è finito, Berlusconi, mi pare, potrei anche sbagliarmi ma credo proprio di no, è stato l’unico in Italia ad essere condannato “Perché non poteva non sapere”. E’ ovvio il riferimento al processo contro Mediaset per frode fiscale. In Italia ci sono testi e testi, quando i testimoni sono contro Berlusconi sono sempre attendibili ed anche quando impossibilitati ad essere interrogati, tale impossibilità viene sempre letta come una “testimonianza” contro il Cavaliere di Arcore, poi, ci sono gli altri, tutti gli altri, per i quali “le colpe dei padri non devono mai ricadere sui figli”, sempre ignari e inconsapevoli, vedi Renzi e Boschi, d’altronde i loro padri non facevano gli stallieri, diversamente ci si sarebbe potuti appigliare al precedente di Vittorio Mangano e neanche mai hanno fondato un partito, quindi, anche il precedente di Macello Dell’Utri non vale. Ora potremmo chiuderla qui e farla finita, ma finita non è, Berlusconi è anche stato condannato per “compra-vendita di Senatori”, infatti,  l’ipotizzato versamento dell’ex presidente del Consiglio di 3 milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio perché cambiasse schieramento e contribuisse a determinare la crisi del governo Prodi dopo le elezioni del 2006, gli sono costati altri tre anni di carcere, per carità, dietro le sbarre non ce l’ho abbiamo mai visto, ma anche questa è una stortura tipicamente italiana che per taluni può servire da avvertimento, quasi in stile mafioso: “Stai attento che faccio quel che voglio, potrei anche metterti in gattabuia!” Mentre per altri, quelli più sfigati, non esistono avvertimenti e così nelle patrie galere si riesce a trovare anche un mucchio di brava gente alla quale, in un Paese a Civiltà compiuta, tutto poteva succedere meno che finire in carcere. Ma torniamo a noi, di cambi di casacca nel nostro Parlamento se ne sono sempre visti e mai nessuno è stato condannato, né dai giudici, né dagli elettori, che forse il primo colpo hanno avuto il coraggio di batterlo non rieleggendo Gianfranco Fini e la sua combriccola. Ora, comunque, abbiamo un esecutivo, per la terza volta consecutiva eletto da nessuno, che si dice di “centro-sinistra”, ma che  riesce a governare grazie ai voti del “centro-destra” e di un cospicuo numero di Parlamentari e Senatori  che hanno lasciato le loro formazioni originarie per fondarne di nuove o per aggregarsi al Pd o al Ncd , non perché comprati, ma perché illuminati dall’astro nascente, Matteo Renzi, quasi fossero stati “fulminati sulla via di Damasco”.

Continuiamo a vivere nella Patria delle disparità e della legge cucita su misura ad personam perché, se Berlusconi è stato condannato “perché non poteva non sapere”, per lo stesso motivo, giusto perché la legge deve essere uguale per tutti, andrebbero condannati tutti quei politici che hanno reso possibile la costruzione di aeroporti che non hanno mai visto un aereo, né di linea, né privato; che hanno reso possibile la costruzione di stazioni ferroviarie nelle quali non si è mai fermato un treno; che hanno reso possibile, finanziandoli con denaro pubblico, la costruzione di ospedali, caserme, carceri, palazzetti dello sport e stadi mai inaugurati; che hanno fatto costruire porti dove non è mai attraccata un’imbarcazione, strade e ponti che finiscono nel nulla e che spesso crollano dopo pochi mesi, questi andrebbero condotti nelle patrie galere, ovviamente dopo averli costretti a risarcire il danno fatto alla Nazione, ma per questi non si trovano mai le prove, mai testimoni attendibili e così allo scempio non si pone mai rimedio. Si continua così, a parlarsi addosso per nulla, mai un responsabile. Della “Terra dei fuochi”, ad esempio, nessuno sapeva, anche se il collaboratore di giustizia, Carmine Schiavone, in più di un’occasione, intervistato al riguardo, disse che Napolitano quando era Ministro degli Interni era stato informato, cosa del resto confermata anche da Massimo Scalia, uno dei padri dell’ambientalismo scientifico in Italia, professore di Fisica Matematica alla Sapienza di Roma, già esponente dei Verdi e tra i fondatori di Legambiente, parlamentare per quattro legislature nonché Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti dal 1997 al 2001. Niente, con la scusa delle indagini in corso il verbale della denuncia di Schiavone venne secretato e l’Italia è venuta a conoscenza della “Terra dei fuochi” a seguito della denuncia di “Striscia la notizia”. Ora ci sarà da pagare una mega bonifica per impedire che migliaia di innocenti muoiano di cancro e c’è da scommetterci sin d’ora, anche la bonifica della “Terra dei fuochi” verrà appaltata a ditte che fra qualche anno risulteranno colluse con la mafia e il tutto per non farci mancare mai niente, in fondo siamo italiani e questa è l’Italia che, elezione dopo elezione e referendum dopo referendum, gli italiani hanno mostrato con i fatti di volere per sé e per i propri figli.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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