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Immigrazione, Fondo Atlante, Olimpiadi e Referendum, quante parole per niente

by / martedì, 11 ottobre 2016 / Published in Politica e riforme

Altroché Stato di diritto, democrazia del merito, delle opportunità uguali per tutti, della libertà d’informazione e del funzionamento dell’economia sulla base della libera concorrenza!

L’unica cosa che è veramente riuscita a Renzi ed ai suoi variopinti sostenitori, nonostante i grandi organi d’informazione facciano a gara nel mentire sulla realtà, la tragica realtà italiana, è stato l’incredibile aumento della disoccupazione, l’iniquo aumento delle tasse e la continua marcia a tappe forzate verso l’azzeramento dello Stato sociale, quello Sato sociale per il quale si è pagato e si continua a pagare un bel mucchio di soldoni. Questo è quanto palesa la situazione italiana e questo è quanto non vogliono vedere gli italiani che oramai parlano solo più di Olimpiadi mancate, di referendum d’autunno e di immigrazione. Certo tutti temi d’attualità, ma temi sui quali è evidente la speculazione politica di partiti senza progetti, programmi e senza ormai più nulla da dire. A questo punto l’Italia è prossima alla fine, probabilmente nessun politico verrà a dircelo, ce lo faranno notare dall’estero e allora non ci sarà più “Fondo Atlante”, immigrazione o referendum che tengano, le banche, quasi tutte, non riapriranno i battenti ed a nulla varranno le urla e gli strepiti di chi avrà perso tutto e finalmente dovrà rendersene conto indipendentemente dal suo grado di rincoglionimento. Certe volte mi sembra veramente inutile cercare di fare politica per sensibilizzare la gente su quanto sta accadendo e su quanto si potrebbe fare, se solo lo si volesse, per salvare il Paese dalla bancarotta. Spendiamo tempo e denaro per produrre materiale informativo corretto, scriviamo sul nostro sito e saltuariamente frequentiamo anche facebook, promuoviamo incontri e manifestazioni e poi, continuiamo a vedere e constatare come gli italiani alle spiegazioni ed ai progetti preferiscano le urla e gli slogan.

Noi, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo sempre, non ricorreremo mai al modo di fare comunicazione dei partiti romanocentrici e di quelli che si spacciano per federalisti, mostrando al mondo di non conoscere il significato della parola federalismo. Noi sul tema immigrazione ci siamo più volte espressi e se qualcuno non ha chiaro quello che da sempre andiamo dicendo non è certamente colpa nostra. Noi non vogliamo un centesimo, una tessera e nemmeno un voto da chi vuole Italia Terra Celtica schierata su posizioni razziste e ultranazionaliste. Noi, lo abbiamo sempre detto, forse perché siamo l’unico soggetto politico federalista presente in Italia, ognuno deve essere padrone a casa propria, deve poter vivere secondo il proprio credo religioso, i propri usi e costumi, quindi, nessuno si può o si deve poter sognare di andare a spianare intere popolazioni a suon di bombardamenti, a rovesciare governi in nome di una democrazia che affonda le sue radici nel sangue di centinaia di milioni di nativi americani e si nutre di Coca-cola e hamburger. Nessuno possiede il manuale del perfetto modo di vivere! Se tutto ciò non avvenisse, se l’ingordigia occidentale guidata dalla voglia di colonialismo a stelle e strisce dei nipotini dello zio Sam non esistesse, ora non saremo qui a parlarci addosso del “problema immigrazione”. La gente starebbe a casa propria e con piacere si accoglierebbero quei pochi che per lavoro o turismo, provenienti da ogni dove, verrebbero in Italia. Lo stesso dicasi per il referendum con il quale Renzi vorrebbe cambiare la Costituzione, noi siamo i primi a volerlo fare, ma per migliorarla e non certo per peggiorarla. Il nostro progetto, presente sul nostro sito, vuole fare dell’Italia una Repubblica Federale con non più di 400 parlamentari eletti dal popolo e con una seconda Camera, quella delle Regioni, abitata dai Presidenti di Regione e di Provincia, cosa che porterebbe al taglio di 230 Parlamentari, di 315 Senatori ed all’eliminazione delle vergognose, insensate e controproducenti nomine dei “Senatori a vita”. Questo significherebbe risparmio, riorganizzazione dello Stato in senso federale e avvicinamento delle istituzioni al popolo, però, noi viviamo l’epoca del “quello che va bene a te non va bene a me” e proprio per questo tutto viene fatto e detto in funzione delle convenienze di partito e non di quelle della gente. Non è un caso, infatti, se in nome del risparmio hanno cancellato le Province e introdotto le “Città metropolitane”, non è un caso se tutti sono stati a guardare e se qualcuno è anche riuscito ad applaudire e non è neanche un caso se migliaia di politici di secondo piano si sono avventati sulla nuova “torta” che ha quale unico scopo, non quello di risparmiare denaro pubblico, bensì quello di far pagare ai comuni delle province i debiti delle città capoluogo. Capite, un Si al referendum d’autunno sarebbe un disastro così come è disastroso lasciare le cose come stanno, quindi, è evidente che Italia Terra Celtica non può essere né per il SI, né per il NO, lo ripeto, noi abbiamo un progetto, chi vuole cambiare, chi vuole lasciare delle certezze positive ai propri figli, chi è stufo di lavorare e pagare le tasse per mantenere centinaia di migliaia di nullafacenti e burocrati, sa che noi ci siamo, ma mai chiederci di schierarci su posizioni qualunquiste e inique, per quelle ci sono già gli altri, tutti gli altri!

Su questo possiamo continuare, non sono le parole e le motivazioni che ci mancano, quello che manca è la voglia di capire degli italiani. Anche il “Fondo Atlante”, studiato e voluto dal governo per evitare il fallimento delle banche pericolanti, si staglia all’orizzonte come l’ennesima fregatura alla quale, zitti, zitti, gli italiani si apprestano ad andare incontro con il sorriso sulle labbra. In questo fondo le banche e le fondazioni bancarie dovrebbero versare dei denari, alcune lo hanno già fatto, altre lo stanno facendo o si apprestano a farlo ma questo, fatta eccezione per Intesa San Paolo S.p.A. che nel fondo ha versato subito un milione di euro senza gravare sulle tasche della propria clientela, si sta traducendo in un aumento dei costi a carico dei correntisti, chiamati in maniera coatta, dagli istituti di credito presso i quali intrattengono il rapporto di conto corrente, a pagare le spese necessarie alla costituzione del tanto atteso fondo salva banche, che vedrete non salverà niente e nessuno. Per chiudere due parole sulle Olimpiadi alle quali il sindaco di Roma ha detto No e noi sottolineiamo, ha detto No con ragione! Cosa volevano i nostri politici, l’ennesima greppia fatta di lavori pubblici nella quale mangiare? Ma poi, cos’è tutto questo accanimento contro Virginia Raggi? In fondo è stato detto No alla candidatura di Roma, non c’era nessuna certezza che poi le Olimpiadi sarebbero state assegnate a quella che pomposamente ancora ci si ostina a chiamare la “città eterna” e un’altra cosa, com’è che il No di Monti alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 aveva ricevuto il riscontro positivo di tutte le forze politiche e dei media e ora il No della Raggi alla candidatura per le Olimpiadi del 2024 viene vissuto e dipinto da quasi tutti i partiti e dagli organi d’informazione come un tradimento all’intera Nazione?! Quando la si farà finita con i “due pesi e le due misure”?

Quando gli italiani cominceranno ad aprire gli occhi e si renderanno conto che l’unico vero nemico ce l’hanno in casa e si chiama partitocrazia romanocentrica?

Finora il deficit nel bilancio dello Stato si è finanziato con un indebitamento progressivo a tassi passivi crescenti. Ciò ha causato un costo degli interessi sul debito che continua a mangiarsi più della metà delle entrate tributarie. Si tratta di una vera e propria “catena di Sant’Antonio” che finirà inevitabilmente per dare alle fiamme la già scottante situazione sociale italiana. Ciò che si evince, quindi, è che né il governo, né i suoi molteplici esperti, sono stati capaci di mettere a punto un ragionevole piano di rientro dall’insostenibile ed incontrollabile crescita del debito pubblico e questo, nonostante l’assurdo inasprimento fiscale che ha precipitato l’Italia in scenari economici e sociali da terzo mondo. Questo succede in Italia, altroché parole astratte e stupide, unicamente utili a provocare la tanto agognata “guerra fra poveri” indispensabile all’ingrasso dei partiti romanocentrici e dei loro soci in affari!

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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