Il nulla di prima, i virostar di oggi e il lavoro riservato ai soli possessori di “green pass”
Quello che sta accadendo, il 50% degli italiani aventi diritto di voto che ha preferito starsene a casa nonostante municipalità importanti come Roma, Napoli, Milano e Torino fossero interessate dalle elezioni amministrative insieme alla Regione Calabria e ad altri 1.182 Comuni; il folle aumento dell’energia elettrica, del gas e dei carburanti; il diritto al lavoro, subordinato al possesso del “green pass”; la sanità pubblica ridotta a qualcosa di quasi inesistente; l’accanimento contro centinaia di medici, minacciati di essere radiati dall’albo perché rifiutano, avendo studiato la materia, la vaccinazione obbligatoria; l’impossibilità per un genitore sano, non vaccinato, quindi, non in possesso della verde tessera introdotta dal governo Draghi, di poter parlare con i professori dei propri figli, mostra chiaramente la crisi di questo regime partitocratico arrivato al suo atto conclusivo, schiacciato dal peso della corruzione e delle tangenti. Non a caso si sta ricorrendo ad un sistema di controllo caratteristico delle dittature; non a caso quel che rimaneva della nostra malata democrazia, giorno dopo giorno, viene cestinato sotto sempre nuovi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Quando i regimi entrano in crisi, non ricorrono mai, l’Italia ne è l’esempio lampante, a uomini capaci, non cercano mai di risollevare le sorti del Paese affidandosi alle migliori intelligenze, a persone oneste ed a movimenti politici con nuovi progetti, nossignori, quando i regimi entrano in crisi, sbucano, come le lumache dopo la pioggia, demagoghi di ogni genere, gente la cui unica capacità è quella di promettere qualsiasi cosa pur di consentire alla partitocrazia romanocentrica, responsabile della cancellazione della Democrazia, di convertirsi in dittatura.
Tutto questo non è cosa di questi ultimi tempi, non è nemmeno dovuto alla finta pandemia che molti “cervelloni” filo americani vogliono proveniente dalla Cina; tutto questo parte da lontano, ma per la prima volta si è avuto la certezza di tale piano eversivo nell’autunno del 2011, quando venne consegnato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo scettro del comando al “professor” Mario Monti. In quell’occasione, se solo si fosse speso qualche minuto a ragionare piuttosto che prendere per buono quanto passato da quotidiani, radio e telegiornali al servizio della partitocrazia e della massoneria, ci si sarebbe resi conto che i partiti al loro interno, soprattutto nei loro uomini di punta, avevano ed hanno gente completamente impresentabile, tanto impresentabile da sentirsi autorizzati, ieri come oggi, ad esibire qualunque “merce” suggerita dal Colle per quanto scipita se non addirittura avariata.
Abbiamo visto, purtroppo sin troppo chiaramente, sebbene la storia non avrebbe dovuto farci cadere in tale errore, come l’obiettivo indilazionabile di sbaraccare questo regime fondato sulla corruzione, sbandierato ai quattro venti da Lega e Movimento 5 Stelle, non costituisse di per sé una piattaforma politica sufficiente in assenza di un qualcosa che potesse essere definito progetto. Nessuno, tanto per dircela tutta, dalla crisi degli anni ”70, quella ricordata per il ricorso alle targhe alterne nei fine settimana, ha mai fatto nulla per arrestare il declino sociale, economico e morale del Paese. Il rischio, Draghi docet, ce lo insegna la Siria, è quello che una volta cacciato lo Scià ci si ritrovi per molti, lunghissimi anni, governati dagli Ayatollah. Se preferite, se più chiaro, il rischio è quello di passare dalla padella alla brace. Cosa assolutamente possibile se gli italiani si ostinano nell’irrazionale, assurdo e stupido comportamento, che oggi ci ha portati a vivere terrorizzati da una pandemia che nella sua massima virulenza può fare gli stessi morti di un forte raffreddore.
Va bene tutelare il “diritto alla salute”, ma non si deve mai confondere il diritto con la ragione; non si possono accettare sciocchezze come quelle propagandate sulla letalità del “covid19”; non si può accettare di confondere per D.P.C.M. il grano con l’aglio e soprattutto non si può accettare di vivere in un regime dittatoriale, che baratta le libertà di cui ogni uomo dovrebbe godere solo perché nasce con l’obbligo vaccinale.
Come altro definire questi anni orribili in cui si sta instaurando, invece del fondamentalismo religioso, il fondamentalismo sanitario, se non come gli anni in cui si sta sprofondando verso l’abisso, verso i punti più bassi del pensiero, della scienza e della produzione artistica?! E come definire questo governo, l’ennesimo calato dall’alto, eletto da nessuno, se non una dittatura integralista, un vero e proprio deserto spirituale, addirittura capace di gioire per l’astensionismo alle urne?!
La disoccupazione, quella vera, quella che sottrae alle famiglie la principale o unica fonte di reddito, bussa prepotentemente alle porte di milioni di italiani, ma invece di indicare dove reperire le risorse da investire per creare lavoro, dal governo arriva l’imposizione del “green pass”, senza il quale, dal 15 ottobre, nessun impiego regolare sarà consentito e l’unica cosa che il governo consentirà a chi rifiuta la vaccinazione sarà quella di morire di fame, sempre che molti italiani, sino ad oggi onesti e rispettosi della Costituzione, non decidano di cominciare una nuova carriera da delinquente per la quale non è contemplato il possesso del “green pass”, né tantomeno l’obbligo vaccinale. La disoccupazione è ormai diventata il tratto caratteristico della nostra sventurata Repubblica che la Carta Costituzionale vorrebbe fondata sul lavoro, ciò nonostante, addirittura la triplice sindacale si è schierata in favore del “green pass” obbligatorio per i lavoratori di ogni ordine e grado e così, mentre tutti i partititi dell’Arco Costituzionale con C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L. a fargli il coro, ripetono, “lavoro, lavoro, lavoro”, quasi fosse la parola magica “apriti sesamo”, si è costretti ad assistere a cervellotici rimedi; ad ascoltare fumosi inventori di ricette, “banchi a rotelle”, “lotteria degli scontrini”, “bonus monopattini”, “reddito e pensione di cittadinanza”, “green pass obbligatorio per tutti pena l’espulsione dal mondo del lavoro e dalla “società civile”; “radiazione dall’albo dei medici che rifiutano l’obbligo vaccinale”; “impossibilità per i genitori non muniti di green pass di poter avere un dialogo con i professori dei propri figli”, “impossibilità di fare sport per i ragazzi non muniti di green pass” ed ancora tante, tante, troppe stronzate che, prima che dalla storia, dovrebbero essere condannate dal buon senso.
In definitiva, se solo si volesse riattivare il cervello, anche solo un po’, ci si renderebbe conto che della salute dei lavoratori non è mai fregato nulla a nessuno ed a testimoniarlo, molto più delle mie parole, ci sono le oltre 600 mila denunce per infortunio sul lavoro presentate annualmente all’I.N.A.I.L.; ci sono stabilmente oltre mille morti ogni anno per incidenti sul lavoro e nel 2019, ci sono state 61.201 malattie contratte nei luoghi di lavoro denunciate all’I.N.A.I.L., il 2,9% in più rispetto all’anno precedente e oltre il 40% in più rispetto al 2010, quindi, è più lecito credere che il “green pass” obbligatorio per i lavoratori sia uno strumento di controllo sociale, voluto dal governo Draghi per coprire l’effetto di decenni di tagli, privatizzazioni e privazioni di diritti, che all’occorrenza diventerà utile per licenziare al cospetto della triplice sindacale plaudente.
Tutto questo è talmente visibile, talmente scontato, che aver recentemente sentito Draghi affermare che “il peggio è passato”, mi ha fatto molta più paura del “nuovo coronavirus”. Questa “pandemia” sta consegnando buona parte del mondo nelle mani di potentissimi e ricchissimi organismi sovranazionali che da anni e sempre di più stanno controllando tutti i governi dell’area N.A.T.O. e vedere gioire tutta la politica partitocratica e tutti gli organi d’informazione, come se avessero vinto alla lotteria di capodanno, per un’Italia che pare morire dalla voglia di fare nuovi debiti, che porteranno gli italiani ad essere sudditi, inchinati all’oligarchia eurocratica di Bruxelles, già responsabile di disastri e sottomissione dei popoli ai diktat dei mercati e dei potentati finanziari, mi sconcerta e mi porta a credere che ormai gran parte della popolazione sia ridotta all’accattonaggio culturale.
Da quel che e dato vedere e sentire, tanto a destra quanto a sinistra, in Italia ad emergere è il “Draghismo”, che si potrebbe definire come la nuova ideologia dei voltagabbana e degli opportunisti. Un insieme di elementi, sembrerebbe umani, da redivivi e improvvisati scienziati e virologi a giornalisti e conduttori televisivi di “prestigio”; da politologi, sociologi e tuttologi a “importanti” personaggi dello spettacolo; dall’ultimo dei parlamentari sino al Presidente della Repubblica, portatori di teorie tanto impraticabili quanto per certi versi, addirittura criminali. Tutta gente che, prima della pandemia, quando nove italiani su dieci mostravano orgogliosamente di avere una memoria politica più piatta di quella di un lombrico, pare abbia visto in questa grave ed assurda situazione l’attimo fuggente da cogliere per mostrare di esistere; per far capire che c’è, che è viva, che ha delle “idee”, che ha proprietà di parola, insomma, per molti, propagandare paura, terrorizzare la gente, vendere per vaccino un siero genico sperimentale, al di là di tutto, si è tradotto nel riscatto personale dal nulla nel quale prima erano esiliati.
Il Segretario Federale
Paolo Bini