Il narcisismo onnipotente dell’Occidente è il vero pericolo per l’umanità
La libertà di espressione è una libertà fondamentale dell’individuo. Nella Costituzione italiana è annoverata all’articolo 21 come il diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Lo stesso è previsto anche nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con l’accezione di “libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche”. In generale, quindi, viene difeso il discorso politico, commerciale e l’espressione artistica. Allo stesso tempo, la libertà di espressione dovrebbe essere alla base di ogni forma di giornalismo. Questo diritto, infatti, comporta doveri e responsabilità, non per niente può essere sottoposto a condizioni nel caso in cui si ledano la dignità umana, le basi democratiche, la sicurezza nazionale o l’integrità territoriale. In ogni caso eventuali sanzioni devono essere più che motivate, sempre a difesa della libertà d’espressione, sempre proporzionate e mai discriminatorie. In Italia, ma in generale in tutti i Paesi in orbita N.A.T.O., la cosa non è più vera. Da noi la libertà d’espressione è sempre stata subgiudice la censura strisciante imposta dai nostri “amiconi” a stelle e strisce. Non solo, da noi, qualsiasi cosa non gradita alla partitocrazia romanocentrica ed ai suoi padroni d’oltre oceano, grazie alla fiera stupidità dilagante fra il “popolo” italiano, è sempre stata etichettata come notizia falsa tendente alla destabilizzazione della “democrazia”. Così, di notizie false in notizie false e di verità assolute in verità assolute, siamo arrivati al punto in cui la libertà deve essere iniettata, alla stregua di un vaccino, almeno due volte all’anno. Senza tale iniezione, la libertà, così come indicato dai nostri governanti, emeriti maggiordomi dello “Zio Sam”, non ci sarà più, non si potrà nemmeno più lavorare, così, prima al mondo, l’Italia “democratica”, quella che piange per l’aggressione Russa all’Ucraina, quella che plaudiva per i bombardamenti statunitensi e N.A.T.O. su Belgrado, Bucarest, Tripoli, Baghdad, Kabul, Raqqa e Mosul, ha introdotto la pena di morte per fame nei confronti di tutti coloro che rifiuteranno l’inoculazione della libertà attraverso la dose vaccinale.
Oggi sono tutti schierati, politici, scienziati, dottori, dottorini, giornalisti e giornalai, contro i pericolosi delinquenti, dicono “4 gatti”, che però potrebbero mettere in pericolo la salute di circa 60 milioni di italiani, non perché in possesso di armi nucleari o batteriologiche, bensì perché potrebbero ammalarsi di raffreddore, certamente curabilissimo, ma a quanto pare mortale per coloro che contro questo raffreddore, sempre imputabile ad una delle infinite varianti del “covid19”, si sono felicemente vaccinati con più dosi. Insomma, non siamo in presenza di un Governo fatto di poveri pazzi da tollerare, bensì di un Governo composto da pericolosi psicopatici da neutralizzare. Ovviamente da neutralizzare con il voto, noi siamo democratici e federalisti, non fascisti e reazionari come loro. Non auguriamo la morte e la deportazione a chi la pensa diversamente da noi, loro si! Poi, cosa non da poco, mi pare che questo Governo, rappresentante del “Partito Unico dei Cialtroni”, così com’è ovunque non esiste opposizione parlamentare, sia ben avviato a portarci in un nuovo conflitto bellico dal quale, se mai Putin cederà alle continue provocazioni americane, ne usciremo praticamente annientati.
Il rischio è di arrivare, così come è accaduto per la politica interna, ad un punto di non ritorno. Ora, forse i più non ci hanno neanche fatto caso, troppo impegnati nel sottoporsi al lavaggio del cervello quotidiano proposto da Rai, Mediaset, La7 e da tutti i principali organi di stampa e radiofonici, ma in Italia, dopo il Governo Draghi, nulla sarà più come prima. Presto le decine di migliaia di casi avversi da vaccino, ufficialmente “senza nessuna correlazione”, diventeranno centinaia di migliaia e poi milioni ed entro il 2025, come stimato nell’aprile del 2018 dal sito di analisi militari “Deagel”, in Italia vivranno non più di 45 milioni di persone, ovviamente molto malate. Ormai fare qualcosa perché ciò non si verifichi è impossibile, il punto di non ritorno è stato superato, la gente ha preferito ascoltare Draghi, Brunetta, Bassetti, Burioni, Galli e chi più ne ha, più ne metta; la gente ha preferito adeguarsi, ha scelto di non pensare, di non combattere per i propri diritti e per il futuro dei propri figli. La gente ha scelto la “tranquillità” senza calcolare che obbedire ciecamente a imposizioni fasciste avrebbe significato, come a tantissimi italiani è già accaduto e continua ad accadere, perdere la salute ed in molti casi, perdere la vita.
Tutto questo ormai non è più in discussione, certamente noi continueremo a scriverne nella speranza di poter essere d’aiuto a chi ancora si può salvare. Ora, però, c’è un altro punto di non ritorno che potrebbe essere irrimediabilmente oltrepassato e porta il nome di “guerra alla Russia”. In questi giorni si sentono sedicenti esperti di guerra dire le minchiate più incredibili, gente pazza come quella che indicava nel “vaccino anti covid” la nuova Fede; gente che forse la guerra l’ha fatta o la vista fare solo sulla playstation; gente che vorrebbe rifornire di armi l’Ucraina, ormai un Paese finto e questo Draghi lo sa bene, dal colpo di stato organizzato dalla C.I.A. nel 2014. Sentiamo dalla sedicente sinistra, che risponde al nome di Partito democratico, dire le cose più assurde e insensate ed allora, è inevitabile, mi tornano alla memoria le accuse di comunismo che ci hanno sempre mosso i partiti di destra. Forse avevano ragione, il Pd certamente non ha nulla di comunista e di sinistra, tantomeno può essere definito laburista o progressista, non a caso governa con la Lega e Forza Italia, poi, se la narrazione dei comunisti tutte le volte cattivi ci è sempre arrivata da Hollywood, non dobbiamo dimenticarci che prima che pochissimi registi coraggiosi, fra cui Robert Aldrich, Walter Hill, Eliot Silverstein, Artur Penn, Kevin Costner e Ralph Nelson, portassero all’attenzione del mondo l’olocausto dei Nativi Americani ad opera degli antenati degli attuali esportatori di “democrazia” a mano armata, Hollywood ci aveva sempre mostrato come l’unico “indiano” buono, fosse un “indiano” morto. Detto questo, arrivati ormai in prossimità del punto di non ritorno, ricordando che mio nonno materno subì due volte il rogo dell’abitazione e tre anni di carcere per non essersi mai tesserato al partito fascista, convinto che la sinistra dovrebbe essere forza di cambiamento e contestazione rispetto a quanto sta accadendo; certo che dovrebbe avere senso critico e dovrebbe essere portatrice di cultura non omologata, posso affermare che, anche se Italia Terra Celtica non ne ha mai fatto una questione di destra o di sinistra, visto che i giornalisti, sedicenti progressisti, sono ormai abitanti stanziali di tutti i talk show di destra nei quali non perdono occasione per osannare un reazionario come Draghi, che tutto rappresenta meno che i bisogni degli italiani, posso dire che siamo felici, anzi, orgogliosi di essere di sinistra! Perché per noi l’obbligo vaccinale non verrà mai prima del diritto al lavoro e le fortune della N.A.T.O., dell’Unione Europea, dell’euro, delle banche, delle multinazionali e delle Big Pharma, non verranno mai prima degli interessi dell’Italia e della salute degli italiani.
Il Segretario Federale
Paolo Bini