Fieri di non ritenere normale l’Italia partitocratica
Pandemia finita? Forse no. Tutti liberi di abbracciarsi e baciarsi? Forse è meglio prendere tempo. In ferie si può andare? Certo, i nostri albergatori e ristoratori sono al collasso, però, meglio essere cauti. Ma lavorare si può? Sicuramente, ma non c’è lavoro. Ma la ripresa ci sarà? Certamente, ma non si sa quando. E il governo cosa sta facendo? Quello che ha sempre fatto. Cioè? Poco, niente, quasi niente, non so, forse non aumenterà le tasse o forse si, staremo a vedere.
E’ uno scherzo? No, è semplicemente la semplificazione di quanto traspare, se solo ci si mette un pò di attenzione, dai palazzi del potere romanocentrico. Nulla di nuovo sotto il sole, siamo sempre nel fantastico mondo di Quark dove ogni due per uno, i nostri saccenti politici, gente che ha studiato? Parla di cose fantastiche, di risanamento di bilancio, di creazione di posti di lavoro, di grandi progetti realizzabili grazie all’accesso ai fondi messi a disposizione dall’Europa e di tante, tante altre cose, tutte proprie del grande e fantastico mondo di Quark, cose a cui nel mondo non crede nessuno, ma che evidentemente fanno presa sugli italiani da sempre sensibili alle promesse, alle sparate ad effetto ed alle roboanti dichiarazioni di politici, tanto piccoli di cervello quanto dotati di grande megalomania.
Nel frattempo, come ormai è consuetudine, non si sta facendo nulla se non seminare il nulla per andare poi domani a raccogliere il niente. Giustizia, Sanità, Scuola, Industria, Commercio, Viabilità, Trasporti e Turismo sono a pezzi, ormai talmente piccoli, che per rimetterli insieme, per chi ci crede, servirebbe un miracolo.
La cosa terribile, che comunque pare non serva a far riflettere nessuno, sta nei provvedimenti presi nell’emergenza coronavirus dal nostro governo, tanto incapace di gestire l’informazione, quanto capace di aprire le porte delle carceri a pericolosi delinquenti, che al contrario degli anziani che a pagamento stavano chiusi a morire nelle case di cura, secondo i nostri bravi, equi e illuminati governanti, meritavano, senza correre rischio alcuno, di scampare ad ogni possibilità di contagio, tanto da averne disposto per decreto legge l’evasione. Insomma, ovunque la politica si muove secondo i dettami delle lobby che rappresenta, l’Italia non fa eccezione, da noi il legislatore ha sempre avuto un occhio di riguardo verso i delinquenti, ricordo che negli anni 60 e 70, quando la delinquenza organizzata era un fenomeno solo del sud Italia, la partitocrazia romanocentrica mise a punto l’impianto legislativo del “confino” e così i mafiosi, invece di finire in carcere, venivano spediti a proliferare, a gestire appalti, spaccio di droga e prostituzione anche nel nord del Paese. Negli anni abbiamo poi visto “tangentopoli” rivelarsi un grosso bluff, buono solo per spazzare via una certa classe politica recalcitrante a chinare la testa ai diktat statunitensi ed a quelli delle grandi multinazionali, poi, mi pare che tutto sia rimasto invariato, che la magistratura, oggi come ieri, a comando possa, ogni volta lo ritiene opportuno, intervenire sulla scena politica con indagini, arresti, ma sempre poche condanne perché lupo non mangia lupo e comunque il fine ultimo, non è mettere in carcere i corrotti, bensì dettare all’elettore, poco attento o facilmente influenzabile, il comportamento da tenere in cabina elettorale.
Insomma, stiamo precipitando nel vuoto, nessuna attenzione degna di nota si sta mettendo nei confronti di chi rischia di perdere casa, lavoro e tutto ciò che ha costruito con sacrificio e abnegazione, però, i delinquenti da noi pare siano sacri come le mucche in India tanto che oramai, viste le pene inesistenti, illeciti quali lo scippo, il saccheggio di abitazioni, il furto d’auto, la truffa, la rapina ecc. sono dai più considerati prassi diffuse e non reati. In parole povere, la stragrande maggioranza degli italiani che li subisce, se non assicurati, non perde nemmeno più tempo ad andarli a denunciare. Quale sia la lobby rappresentata dai politici romanocentrici, seppur mai nominata, quindi, risulta essere sin troppo evidente.
Nessun’altra ragionevole spiegazione si può dare al comportamento di questo governo, ma anche dei governi che l’hanno preceduto, tutti accumunati dalla ferrea volontà di mantenere in vita, a danno della democrazia e della libertà, il regime partitocratico romanocentrico che proprio sulla dilapidazione di denaro pubblico in favore delle clientele e sulla corruzione elevata a metodo di governo, basa la sua forza e crea le condizioni per legittimarsi nei confronti del popolo elettore.
E ora, tanto per chiudere sempre con estrema chiarezza, vorrei tanto che qualcuno provasse a rispondermi, “Tutto questo vi sembra normale, vi sembra una buona cosa che un popolo lasci distruggere l’economia del proprio Paese, quindi, il futuro dei propri figli, solo perché, incapace di trovare la più piccola traccia di coraggio nella quotidianità esclusivamente dedicata alla lamentela, rifiuta ogni tipo di lotta convinto che lasciar fare sia meglio che combattere?!”
Il Segretario Federale
Paolo Bini