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E se ogni tanto ci si guardasse allo specchio?

by / martedì, 15 settembre 2015 / Published in Politica e riforme

Certo, chiacchere, promesse e slogan se ne sentono tanti, alcuni, se si vuole essere sinceri, sono anche azzeccati, piacciono e risultano particolarmente funzionali all’intortamento degli italiani. Fatti, però, se ne sono visti pochi e se ne vedono ancor meno, ma quei pochi hanno notevolmente contribuito a peggiorare la vita della gente. C’è però un fatto di cui più nessuno parla e che, invece, andrebbe immediatamente cambiato, controvertito. Un fatto sul quale bisognerebbe avere il coraggio di andare sino in fondo e non solo per porci fine, bensì con l’obbiettivo di andare a recuperare una marea di denaro pubblico sin qui sperperato, nonostante la crisi economica devastante, in favore dei partiti. Si doveva fare prima, si doveva fare subito, però, pare che il buon Renzi abbia rinviato tutto al 2017, sino ad allora tutto continuerà come prima, continueremo a versare tasse su tasse, parte delle quali, sotto forma di rimborso elettorale, tradotto finanziamento pubblico, finiranno nelle casse dei partiti, di quei partiti che ci hanno portato a vivere questa disastrosa crisi. Se nulla cambierà, forse, nel fatidico 2017 la finiremo di finanziare in maniera coatta i responsabili della catastrofe che sta portando il Paese al fallimento ma, seppur l’anno in cui ciò dovrebbe avere fine è stato fissato, credo, alla luce del comportamento e del valore che i nostri politici danno alla parola, che qualcosa si inventeranno per non rinunciare al denaro degli italiani. Nel frattempo accontentiamoci degli ultimi sconfortanti dati, che evidenziano come negli ultimi dieci anni i partiti hanno ricevuto ben il 1000 x 100 (mille x cento) in più di denaro pubblico rispetto al decennio precedente!

Gli italiani arrancano, le aziende chiudono, aumentano esponenzialmente i disoccupati, chi vive di cassa integrazione  e mobilità; gli stipendi dei dipendenti di Palazzo Chigi sono cresciuti del 15% in un anno; i rinnovi contrattuali nel settore privato hanno assunto le sembianze dell’elemosina e la partitocrazia romanocentrica, bellamente e spudoratamente, continua, come se nulla fosse, a bombardarci di proclami e promesse, però, senza rinunciare e tantomeno senza restituire quanto ladrescamente predato dalle tasche degli italiani.

Si potrebbe gridare allo scandalo, si potrebbero inscenare proteste di piazza, si potrebbe esigere un comportamento più lineare e trasparente da parte del governo e di tutti i partiti, sono tante le cose che si potrebbero fare e dire, ma tutte non avrebbero alcun senso e nessun effetto se non seguite dalla lotta, dalla partecipazione, dalla chiara volontà di cambiare questo Stato partitocratico che tutela i soli interessi dei partiti e di tutto ciò che si ingrassa grazie e intorno ad essi.

Chiacchiere e promesse, slogan e proclami, di questo si nutre la nostra politica grazie alla conclamata volontà degli italiani, ribadita attraverso un esagerato numero di appuntamenti elettorali nei quali, sempre, ai partiti è stato concesso il nullaosta per continuare a disporre, a loro piacimento, dell’Italia e degli italiani.

Pare che il popolo si accontenti della valvola di sfogo concessa dalla partitocrazia romanocentrica, ovvero della possibilità di lamentarsi, tutto indica che ciò basti, che gli italiani siano disposti ad accettare qualunque cosa, qualunque provvedimento, legge, leggina o riforma se gli viene lasciato tale “privilegio”. Negli ultimi anni si è assistito ad un peggioramento senza eguali nel mondo del lavoro, soprattutto nel settore privato, ai “padroni” è stato concesso di calpestare diritti, bisogni ed anche le più elementari esigenze dei lavoratori; gli aumenti contrattuali sono praticamente spariti e con l’aumento della tassazione, ad ogni rinnovo, nella pratica si guadagna sempre meno; la scuola, da strumento di emancipazione, da istituto formatore di cittadini colti, critici e attivi si è trasformata in un parcheggio dove nessuno è responsabile dei ragazzi, ovvero, al pari dei parcheggi a pagamento: “la direzione non si assume la responsabilità per eventuali danni causati al veicolo”; la sanità, per la quale tanto si è pagato e si continua a pagare, non garantisce più nulla se non un pessimo servizio; la sicurezza è una cosa ormai completamente inesistente e la legge è diventata una cosa da rispettare solo più in maniera facoltativa, ovviamente non per gli italiani che lavorano e mantengono la baracca, per loro basta il minimo cavillo, la minima cosa, l’impercettibile disattenzione per essere multati e condannati dai baldi tutori dell’ordine e dai magistrati. In Italia è diventato più grave non rispettare il limite di velocità che assaltare una banca o una farmacia; è ritenuto più banditesco non pagare il canone Rai che truffare migliaia di persone. Ciò nonostante, senza motivo alcuno, la partitocrazia continua a regnare sovrana fra lamentele, strepiti e gente che si mette in fila per andare ad accapigliarsi in diretta TV in uno dei tanti talk show che ormai hanno invaso il palinsesto mattutino, pomeridiano e serale di Rai, Mediaset, La 7, Canale Italia e di svariate emittenti minori che cercano di scimmiottare le grandi corazzate televisive.

Sarebbe veramente ora di guardarsi allo specchio senza perdere di vista i propri figli ai quali si sta regalando un futuro da accattoni e chiedersi: “Sino ad oggi sono stato più utile al sistema partitocratico, ai Renzi, i Berlusconi, i Salvini, i D’Alema, i Bersani, gli Alfano ecc. o alla mia famiglia?!”

E’ una pratica, questa, dalla quale quasi nessuno si può esimere, ovviamente mettendosi a nudo, senza scuse e rimpianti, solo con la voglia di cambiare, di guardare avanti e migliorare. Credo lo si debba a se stessi, alla propria famiglia, alle persone che si amano e, se ci si sente italiani, all’intera Nazione.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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