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E ora cosa cambierà?

by / mercoledì, 12 giugno 2019 / Published in Politica e riforme

E finalmente si dovrà, gioco forza, parlare d’altro. Le elezioni ci sono state, la Lega (non più Nord) le ha vinte, i 5 Stelle hanno pagato, giustamente e duramente, il loro incomprensibile atteggiamento messo in campo prima e durante la campagna elettorale, il Pd di Zingaretti ha mostrato, seppur fra mille contraddizioni, di esserci ancora, mentre fra Forza Italia e Fratelli d’Italia, a fatica, si riesce a tirar fuori un qualcosa che possa somigliare ad un partito o ad un movimento politico. Insomma, proviamo a guardare i dati ufficiali forniti dal Ministero degli Interni e forse, qualcosa in più si riuscirà a capire. Gli italiani interessati dalle elezioni europee erano 49.301.157 ed alle urne si sono presentati in 27.652.929, il 56,09%, di questi, in 576.698 hanno pensato bene di annullare la scheda elettorale e ben 410.715 sono riusciti nella difficile impresa di rimetterla nelle urne completamente bianca, ovvero senza compiere nessuna scelta. Anche questi sono dati, ma nessuno ne parla.

Passiamo ora alle elezioni regionali del Piemonte, anch’esse vinte dalla Lega di Salvini che però, non avendo probabilmente materiale umano adeguato, ha eletto Presidente il Forzista, già ex leghista, Alberto Cirio. In Piemonte ha votato il 63,34% degli aventi diritto e di questi, oltre 100.000 hanno pensato di annullare la scheda elettorale o di lasciarla in bianco. Le amministrative hanno poi interessato 3654 comuni, per l’elezione dei sindaci l’affluenza è stata maggiore, facendo registrare una media nazionale del 67,98% con solo Lazio e Umbria che hanno di poco superato il 70%.

I numeri sono questi, quello che più ha appassionato l’opinione pubblica è senz’altro stato lo scontro fra la Lega e il resto del panorama politico italiano, compresi gli “alleati” pentastellati. Il risultato delle Europee, seppur maturato su un corpo elettorale estremamente modesto, ci ha riconsegnato un Salvini pronto a battersi, così pare, per il federalismo, per un maggior peso dell’Italia in seno all’Unione Europea e per avere da questa una maggior autonomia decisionale in merito ai conti pubblici nostrani. Tutta “roba buona”, verrebbe da dire, però, credo che alla fine non cambi nulla e si continui, lentamente, a sprofondare nelle sabbie mobili nauseabonde della partitocrazia romanocentrica.

Nell’attuale scenario di profonda crisi economica, sociale e politica, sarebbe importante che ognuno di noi costruisse e rafforzasse la propria identità, partendo, perché no, dall’individuazione delle proprie radici; dalla propria eredità culturale e dal patrimonio che ne è derivato. Solo passando attraverso il riconoscimento di questi valori e ponendosi verso gli altri con l’idea di un cambiamento radicale nei rapporti umani, sociali e internazionali, improntati su nuove forme di convivenza tra i popoli, non più basate sullo sfruttamento dei più deboli, ma sul rispetto reciproco e la solidarietà, si può arrivare a progettare e programmare una nuova fase politica, sociale ed economica. Questo è il principio sul quale noi basiamo il nostro modo di porci nei confronti della gente e dei soggetti politici, questo è il principio che nessuno vuole condividere con noi e che ci tiene lontani dalle grandi competizioni elettorali, esclusivo appannaggio di chi rappresenta il potere delle multinazionali, delle banche e spesso, troppo spesso, della malavita organizzata. La Lega, seppur Salvini si è sin qui mostrato un abile affabulatore, senz’altro non secondo al miglior Matteo Renzi, non fa eccezione. La classe politica che sin qui ci ha rappresentato, ci ha ridotto ad essere lo “zimbello” d’Europa e se all’estero ci deridono, invece di prendercela a male, si dovrebbe capire che l’improvvisazione e l’astuzia, soprattutto in politica, non pagano più. Siamo diventati la patria degli “imperi finanziari” fondati sull’indebitamento ad oltranza; abbiamo applicato nel privato il perverso meccanismo su cui si reggono le disastrate finanze pubbliche; il nostro mondo degli affari è stato e continua ad essere come il “Far West”, infatti, in qualsiasi settore, frequenze televisive docet, chi arriva per primo si permette di alzare steccati e stendere filo spinato mentre la legge interviene sempre a cose fatte e solo per sancire ingiustizie e legittimare le prepotenze dei più forti e dei più “immanicati”.

La verità, che nessuno vuole sentire, né i partiti romanocentrici, né il popolo elettore, che continua scioccamente a legittimarli col suo voto distratto e menefreghista, è che questa campagna elettorale, come tutto in Italia, si è consumata nell’assenza completa di regole che solo una sana morale, più delle leggi potrebbe esigere ed imporre. Tutto quanto i partiti ci hanno riversato addosso per carpire un voto in più può tranquillamente essere tradotto nell’umiliazione degli onesti, da noi fatti passare da sempre per fessi, abbiamo assistito al degrado della coscienza collettiva, poi, l’individualismo seguito alla caduta delle ideologie e al vuoto dei valori, ha fatto il resto, trasformando per l’ennesima volta la “fantasia italica” in meschina furberia da quattro soldi. Ormai, per come la partitocrazia ha plasmato gli italiani, lo Stato e di questo bisogna ultimamente render merito a tipi come Di Maio e Renzi, viene percepito in vasti ambienti, da milioni di elettori, come un grande elemosiniere e capite, anche un idiota sarebbe in grado di farlo, a votare con il “cappello in mano” non si va da nessuna parte.

Senza nessuna paura di sbagliarmi, mi sento di dire che oggi, nessuno dei grandi ideali del passato, quelli trasformati dai partititi in ideologie buone solo per essere “vendute un tanto al voto”, è più presente alla base delle scelte politiche degli elettori. Ormai più nulla, dal patriottismo alla religione, dalla lotta di classe alla difesa ambientale, dal rispetto del prossimo alla certezza delle pene, dal diritto ad una sanità pubblica efficiente a quello all’istruzione, suscita reale entusiasmo negli italiani. Oggi nelle “democrazie occidentali”, in particolare nella nostra, ogni nesso tra politica e morale pare essersi dissolto, la politica dominante è quella del portafoglio e dell’individualismo e forse è per questo che Italia Terra Celtica, che si batte per il principio inalienabile dell’uguaglianza fra gli individui e per i diritti civili, non trova spazio nella politica italiana che, come tutte le politiche, espresse dai popoli elettori, rappresenta più che degnamente il volere del corpo elettorale nostrano.

Ora cosa accadrà? Tutti se lo chiedono, ma in cuor loro, credo nessuno lo voglia veramente sapere. Comunque, stiano tranquilli i tanti amanti della lamentela ad oltranza, potranno continuare a lamentarsi, le cose non miglioreranno, Salvini, fosse vero quello che dice, non avrebbe mai dovuto correre alleato di gente come Berlusconi e la Meloni, che a tanti potranno anche apparire simpatici, ma politicamente rappresentano il revival del più antico e bieco romanocentrismo, ormai diventato un virus letale, inarrestabile perché manca l’antidoto, ovvero la capacità di creare e votare il nuovo, nessuno, o meglio, pochissimi sono disposti a rischiare e così continuando, pur nella completa inconsapevolezza dei più, tutti noi rischiamo di perdere tutto.

Abbiamo comunque, come al solito, vissuto una “divertente” campagna elettorale, cominciata e finita tra promesse clamorose e saltimbanchi da salotto televisivo.

Torre Canavese 03 giugno 2019

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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