E bravo Renzi, peccato che la tua “Buona Scuola” sia incostituzionale
E così è accaduto ciò che doveva accadere, la riforma della scuola voluta dal governo Renzi si è rivelata per quello che è, una porcheria tanto grossa che ieri l’esecutivo è andato sotto sul parere di costituzionalità. Già ne avevamo scritto, avevamo palesato le tante cose storte della “Buona Scuola” renziana, ma evidentemente, a chi avrebbe bisogno di tornare tra i banchi della scuola dell’obbligo, le nostre parole non bastavano, dovevano sbatterci il muso e inevitabilmente ciò è avvenuto.
Certo il messaggio che passa alla Nazione non è dei più rassicuranti, il governo ha cercato di vendere agli italiani una riforma del sistema scolastico addirittura giudicata incostituzionale, una riforma che fa eco a quelle già approvate e che, secondo noi, sono arrivate ad essere legge solo perché il popolo non ha saputo mobilitarsi come invece hanno saputo fare i docenti.
La Scuola è l’istituzione più importante di una Stato, non può continuamente essere stravolta da riforme e riformette dettate da convenienze politiche e non può più essere l’avamposto d’occupazione di nessun partito. Si vuole una Scuola libera, senza vincoli ideologici, non più contaminata da “strane carriere” e allora bisogna lasciarla libera, le leggi e le riforme non devono più essere strumento di propaganda, tese a favorire alcuni ed a massacrare altri. Bisogna semplicemente dettare delle regole che tengano sempre conto che la Scuola non è e non deve essere un’azienda, ma deve essere il luogo dove ha inizio la discussione e la condivisione di valori tra generazioni e poi, i docenti, tutta gente che al contrario di chi ci governa ha studiato, sapranno dare ai nostri figli la “Buona Scuola” che nessun Renzi gli potrà mai dare.
La Scuola deve fornire gli strumenti per affrontare la vita, che sicuramente non è facile, è complessa, ma può essere anche grande e meravigliosa, questo gli italiani devono chiedere alla Scuola e la Scuola, credo, è quello che vorrebbe sentirsi chiedere e non come oggi accade, sentirsi dai più, chiedere di essere un parcheggio per i propri figli. Gli italiani dovrebbero guardare agli insegnanti come a dei formatori qualificati per dare ai loro ragazzi la giusta istruzione, dovrebbero essere contrari “all’accanimento pedagogico” e dovrebbero essere più attenti alle scelte politiche che poi, quasi sempre negativamente, si riflettono sulla Scuola e sui loro figli.
Negli anni abbiamo assistito, come inebetiti, a scelte disastrose che hanno esautorato i docenti dal loro reale compito, la Scuola si è trasformata in un luogo dove gli studenti vengono vezzeggiati, compatiti e dove viene alimentato il vittimismo loro e dei loro genitori.
Gli italiani non devono chiedere riforme che trasformino la Scuola in un “diplomificio”, cosa conta un diploma se poi chi lo ostenta è un asino, cosa conta una laurea se poi a possederla è gente che, se chiamata a governare, non ne azzecca una, riduce un Paese alla bancarotta e propone leggi incostituzionali?
La Libertà è ciò di cui ha bisogno la Scuola, la stessa Libertà che deve essere lasciata a noi ed ai nostri figli che devono imparare a scegliere se studiare, cosa studiare e se non studiare, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da mezzo secolo ci governano e ci opprimono.
Il Segretario Federale
Paolo Bini