Dove si vuole andare se si ha paura di tutto?
Io trovo che, al di là della spavalderia, delle frasi fatte e di un’arroganza tipica di chi non ha argomenti, la stragrande maggioranza del popolo italiano sia schiavo della paura. La gente da noi ha paura di tutto: dei giudizi altrui, della solitudine, della notte, di dormire sola, del caldo, del freddo, del dolore e, immancabile, della morte. Fin qui può sembrare filosofia spiccia e di bassa lega, ma in realtà tutto ciò si traduce nella paura di ribellarsi, di attivarsi per cambiare le cose, di dedicare un po’ della propria vita alla costruzione di un’Italia migliore.
Niente! Manca la cosa essenziale, l’Anima, che è l’essenza creativa della vita. Senza non si va da nessuna parte, al massimo, come da noi accade da sempre, si può arrivare a seguire chi urla più forte, chi promette di più, o chi sa vendere meglio il proprio slogan. Si arriva addirittura ad accapigliarsi per Berlusconi, Grillo o Renzi, si litiga nei bar, sui posti di lavoro e fra amici e poi, regolarmente, dopo ogni tornata elettorale, si rimane delusi. Tutti, chi più, chi meno, si sentono traditi dalla politica dei partiti, ma il coraggio di battersi, di trasformarsi in guerrieri, non ce l’hanno. L’Italia è diventato un luogo pericoloso, non si è più tutelati in nulla, soprattutto vengono sempre più meno le tutele essenziali che dovrebbe garantire lo Stato e questo non solo a causa di coloro che fanno del male e di coloro che legiferano in disprezzo del popolo, ma anche e soprattutto a causa di coloro che guardano senza fare niente. Io capisco che molti siano sfiduciati dopo anni e anni di prese in giro, che molti facciano fatica a capire dove stia la verità, ma non riesco a capire come, dopo più di 60 anni di bugie, di promesse non mantenute, di leggi sbagliate e di errori grossolani, gli italiani non riescano a capire e riconoscere le falsità. La politica italiana è evidentemente in preda della follia, cambia qualche interprete, ma non cambia niente nei fatti ed è per questo che è folle aspettarsi risultati diversi da quelli che ci hanno condotto a questo disastro che presto, Europa o non Europa, euro o non euro, si tradurrà nel catastrofico fallimento del Paese.
Come si fa a pretendere dei cambiamenti se si continuano a fare le stesse cose?
Ora siamo appena usciti dal “mercato delle facce”, ne abbiamo viste ovunque, facce che chiedevano il voto per rappresentarci in Europa, chi in Regione e chi nei comuni, tutti appesi ai muri e sui tabelloni con i loro sorrisi falsi accompagnati da slogan banali e da promesse irrealizzabili, tutti che ci tenevano a farci sapere che si erano candidati per il nostro bene e tutti convinti, d’altronde il passato recente e lontano pare proprio dargli ragione, che gli italiani per l’ennesima volta avrebbero utilizzato il voto come una pistola carica da puntarsi alla testa per poi schiacciare il grilletto.
La crisi è devastante, nessuno lo mette in dubbio, noi questo scenario lo avevamo già previsto nel 2005, ma nessuno ci aveva ascoltato ed oggi sono troppo pochi quelli che lo fanno, i governi e le persone, anzi, hanno approfittato per evidenziare la loro pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita. La vera crisi si annida nell’incompetenza dei politici a cui con una perseveranza senza pari al mondo gli italiani continuano, senza nessuna logica, a delegare la gestione della cosa pubblica. Io, noi di Italia Terra Celtica, crediamo sia giunto da tempo il momento di finirla una volta per tutte con l’unica, vera, crisi pericolosa, che altro non è se non la tragedia di non voler lottare per superarla.
L’Italia che viviamo è quella creata dalla maggioranza degli italiani, è il prodotto del loro pensiero e quindi non può cambiare se prima gli italiani non modificano il loro modo di pensare. E’ inutile girarci intorno, o si prende coscienza che solo un nuovo progetto democratico e federalista, che solo una nuova classe politica può arrivare a cambiare tutte le storture e le stranezze organizzative che stanno decretando la fine dell’Italia, o tutti insieme si andrà verso una inevitabile ed ingloriosa fine e questo con buona pace di tutti coloro che trovano il tempo di piangere miseria per sé e per i propri figli, ma non trovano mai il tempo per impegnarsi con noi nella lotta di liberazione dalla partitocrazia romanocentrica. E’ l’Italia dei “troppo furbi”, di coloro che cercano solo il successo e di coloro che non conoscono il valore, quella che vogliamo cambiare e per farlo c’è bisogno della forza motrice più forte: la volontà del popolo!
Basta paure e tentennamenti, temere il potere dei partiti significa riconoscergli il potere su di noi, votarli significa essere mandanti dei politici che sono la causa del disastro che stiamo vivendo, lottare con Italia Terra Celtica significa amare la propria Terra.
Il Responsabile Organizzativo Federale
Irina Tancau