Di chi la colpa più grande, cosa scriveranno gli storici?
E’ presto per dire di chi sia la colpa più grande, ma è evidente che in questa storia, che ha visto la scienza utilizzata dal potere politico e finanziario alla stregua di una mazza ferrata, più volte brandita con ferocia contro la popolazione, non ci sono innocenti. Non è innocente Giuseppe Conte che ha chiuso gli italiani in casa per un anno; non è innocente Mario Draghi che ha imposto il “green pass”, addirittura per aver accesso agli ospedali, ai posti di lavoro, alle banche, alle poste e per utilizzare i mezzi pubblici di trasporto; non è innocente Roberto Speranza che da Ministro della Salute ha dettato la cura contro il covid in “tachipirina e vigile attesa”. Non sono innocenti i medici, peraltro falcidiati negli ultimi due anni da un’epidemia di morte improvvisa, che invece di agire in scienza e coscienza si sono limitati, come gli ultimi dei marmittoni, ad ubbidire ciecamente agli ordini; non sono innocenti i giornalisti ed i personaggi di sport e spettacolo che hanno messo la loro penna e la loro immagine al servizio di una campagna vaccinale senza senso e certamente non messa in campo con l’obiettivo dichiarato di voler salvaguardare la salute pubblica. Non sono neanche innocenti le forze dell’ordine, i giudici e la magistratura che, invece di difendere il diritto alla libertà della gente onesta, si sono lasciati utilizzare dallo Stato come braccio armato contro chi rivendicava semplicemente il rispetto della Costituzione. Non è neanche innocente la Corte Costituzionale che, mostratasi completamente all’oscuro di quanto sta accadendo a seguito delle scelte politico-sanitarie dei Governi Conte e Draghi, è addirittura riuscita ad esprimersi a favore dei lockdown e dell’obbligo vaccinale ritenendo non irragionevoli i provvedimenti governativi, così da ritenere normali l’aumento delle morti improvvise, il fallimento di migliaia di aziende ed esercizi commerciali, l’aumento della disoccupazione, l’aumento dell’abbandono scolastico, gli ospedali al collasso per mancanza di medici e infermieri, la mancanza di sangue per le trasfusioni, lo slittamento di esami e operazioni che hanno significato la morte di migliaia di persone, gli scandali di ogni tipo legati alle forniture di mascherine, camici ospedalieri e l’utilizzo delle ambulanze per il trasporto di stupefacenti. Non è neanche innocente la gente, il “popolo” elettore, che ha accettato tutto senza farsi domande, limitandosi a prendere per buono quello che passavano i media, sedicenti padroni dell’informazione corretta. Ora c’è la Meloni, grande statista per il popolino di “destra”, semplicemente oca per la grande dottoressa e giurista Barbara Balanzoni. Ma che si tratti della Meloni o di un altro capo carovana, chiariamo subito: “Non fa alcuna differenza!” Chiunque proponga la partitocrazia romanocentrica all’elettorato, invecchiato tra “opposizione” o tra malgoverno e scandali, passato tra schiamazzi di rito e sorrisi di circostanza da una legislatura all’altra, dopo l’ottenimento della certificazione di idoneità di Washington e dell’Unione Europea, sarà sempre un qualcuno che tutto farà, come sin troppo ampiamente documentano i fatti oggettivi, meno che gli interessi degli italiani e il bene dell’Italia.
Ma come ho sempre detto, ogni popolo ha il governo ed i politici che si merita e se ancora oggi si vede girare gente di ogni età con il volto coperto da mascherina non si può certo sperare di cambiare le cose, probabilmente è accettato dagli italiani come una cosa normale il fatto che quando viene trovata una mummia risalente ad oltre 4000 anni fa di questa si riesca a capire età, sesso, cosa mangiava e la causa della morte e questo mentre alle centinaia di migliaia di morti improvvise che dal 2021 stanno falcidiando la popolazione nessuno sa dare una spiegazione credibile, che non sia frutto di palese degenerazione mentale. Abbiamo sentito i guru del vaccino spiegare che si può morire improvvisamente per la troppa gioia, per il troppo caldo, per il troppo freddo, per il troppo sesso, per stitichezza, per tristezza, per troppa attività sportiva ecc., così da far capire a chi ancora usa il cervello per gli scopi per i quali Dio ce ne ha fatto dono, che il problema di chi ha la mente chiusa risiede nel fatto che troppo spesso apre la bocca per dire puttanate.
Ed eccoci qui a batterci e dibatterci, nonostante tutto mai domi, senza voler rinunciare a far politica, soli contro tutti certi di essere dalla parte della ragione, in attesa che qualcuno trovi, come è già toccato a personaggi molto più illustri di quelli che rappresentano Italia Terra Celtica, il coraggio di eliminarci fisicamente, ovviamente nel bel mezzo del disinteresse collettivo, delle forze dell’ordine e della magistratura.
Disinteresse ampiamente collaudato in occasione di molte strane morti su cui si è “indagato” molto (poco) come quella del giornalista Giulietto Chiesa, dell’infermiera Eva Reali, del dottor Giuseppe De Donno, del Senatore Bartolomeo Pepe, del dottor Domenico Biscardi o del Biologo Franco Trinca.
Disinteresse ampiamente testato in occasione di telefonate registrate, indagini fuorviate, processi politicizzati e sentenze incomprensibili in cui la l’informazione di regime non ha mai svolto altra funzione se non quella di difendere faccendieri, corrotti e corruttori di Palazzo, non esitando, con masochistico piacere a trasformarsi in zerbino. Abbiamo visto e sentito omuncoli che tramavano per salvare privilegi loro e dei loro amici nella speranza di essere ricambiati in caso di bisogno; omuncoli che ricattavano e poi venivano ricattati; omuncoli che parlavano per paura e per paura ritrattavano; omuncoli che aprivano bocca solo per dar aria al cervello ed abbiamo assistito alla squallido spettacolo di poltrone, poltroncine, sedie e sgabelli a cui una folla di meschini personaggi cercava di rimanere aggrappata, disperatamente, ad ogni costo, anche della dignità!
Disinteresse ampiamente verificato in occasione di fasulle o demenziali cerimonie in cui gli attori principali, Sindaci, Presidenti di Regione, Ministri, Capi del Governo, Deputati e Senatori, tutti orgogliosamente rappresentanti della partitocrazia romanocentrica, davanti a folle plaudenti di italiani rincoglioniti e di giornalisti prezzolati, tagliavano i nastri per inaugurare aziende agricole inesistenti; stazioni ferroviarie costosissime, complete di tutto dal capostazione alla biglietteria, ma sprovviste di binari; enormi impianti portuali dove non sarebbe mai approdata neanche una barchetta, destinati a diventare inutili ed ingombranti nel deserto paludoso dei nostri mari ormai irrimediabilmente rovinati; ospedali enormi inutilizzati, completi di tutto, ma mancanti di personale e spesso anche di vie d’accesso; casermoni destinati all’edilizia residenziale, già da nuovi dotati di vetri rotti e tubazioni scoperte, pronti per essere occupati dagli abusivi; carceri nuove e subito sbarrate in ossequio al sovraffollamento carcerario, che pare dover rimanere tale ad esclusivo uso e consumo di chi negli anni anni ne ha sempre fatto una bandiera politica e viadotti faraonici che, quando non crollano poco dopo l’inaugurazione, si scoprono inutili a cavallo di autostrade e tangenziali superflue caratterizzate da ampie corsie coperte di buchi.
Insomma, è certamente presto per dire di chi sia la colpa più grande, ma visto tutto ciò che non va; visto il disastro sanitario che stiamo vivendo; visto il modo in cui si accetta il dilagare della delinquenza, il lassismo delle forze dell’ordine, l’assenza di giustizia, l’impegno militare e finanziario in favore dell’Ucraina, il mercato del lavoro che produce solo sfruttamento e precarietà, credo che alla fine, sempre che ancora qualcuno scriva di storia, il maggior responsabile del disfacimento dell’Italia verrà identificato nel “popolo” italiano.
Il Segretario Federale
Paolo Bini