Da visionari a inutili, là dove la gente ha preferito centralismo e partitocrazia a Federalismo e Democrazia
Credevo fosse indispensabile, già nel 2005, quando tutti ci davano dei visionari per ciò che dicevamo sarebbe avvenuto in Italia e nel mondo, offrire agli italiani un’opportunità politica diversa dalla partitocrazia romanocentrica. Oggi, senza nessuna ombra di dubbio, posso affermare che tutto quanto fatto e proposto da Italia Terra Celtica nei suoi 15 anni di vita è stato completamente inutile. Agli italiani non interessava sapere, ancor meno interessava capire, ieri come oggi tronfi e spropositatamente orgogliosi di poter esibire la loro “cultura politica” derivata dal “copia e incolla” dei discorsi e delle farneticanti promesse dei leader di partito devoti al centralismo romano. Certo, Italia Terra Celtica significava lotta, voleva dire impegnarsi nel cambiamento della società, della politica, dell’organizzazione statuale e soprattutto, significava intraprendere un viaggio, forse non facile, alla scoperta dei valori fondanti di un’esistenza libera. Gli italiani hanno preferito, quando abbiamo cercato di metterli in guardia sugli effetti catastrofici che avrebbero avuto sull’economia e sulla società le privatizzazioni selvagge volute dal sinistro professor Prodi, girarsi dall’altra parte e dare ascolto ai tanti economisti prezzolati che allora enfatizzavano la dismissione dello Stato in favore dei privati. Gli italiani, quando abbiamo cercato di sensibilizzarli sulla necessità assoluta di far uscire il nostro Paese dall’area euro, hanno preferito dare ascolto alla politica partitocratica, che ancora oggi, nonostante la disoccupazione reale superi il 40%; nonostante negli ultimi 20 anni decine di migliaia di aziende abbiano chiuso i battenti o delocalizzato all’estero la produzione; nonostante molti marchi italiani di prestigio siano finiti nelle mani di multinazionali straniere e nonostante l’Italia sia il Paese dove la tassazione, in proporzione a ciò che rende al cittadino in termini di servizi, è la più alta al mondo, hanno preferito non ascoltarci, forti delle rassicurazioni provenienti da Roma, tanto dai partiti di governo, quanto da quelli d’opposizione. Gli italiani hanno snobbato il nostro progetto, hanno preferito dare ascolto alle sirene partitocratiche e oggi, inevitabilmente, si trovano a vivere in una Nazione plasmata dalle loro scelte politiche, una Nazione dove la giustizia si muove e opera solo ed esclusivamente a tutela degli interessi del partito a cui fa capo; una Nazione che non trova i denari necessari per ridare un’abitazione alle decine di migliaia di terremotati che vivono ancora nelle baracche, in albergo o nelle case di parenti e amici e nel contempo sputtana ogni giorno milioni di euro per l’accoglienza di “profughi” provenienti da ogni dove; una Nazione che ha abiurato ogni tipo di educazione civica perché questa contribuirebbe a formare cittadini responsabili e attivi nonché a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale della comunità, nel rispetto di regole serie, di diritti e doveri certi. Gli italiani, forse, hanno creduto che a lasciar fare, senza scossoni o contrapposizioni forti, si sarebbe stati tutti meglio e oggi, inequivocabilmente, sempre che la loro stupidità, sancita da titoli di studio farlocchi come lo Stato che hanno contribuito a creare con le loro scelte politiche, non sia così alta e inarrivabile da fargli negare la realtà, si trovano costretti a ricredersi mentre viene meno, ogni giorno di più, il diritto al lavoro, alla pensione, alla salute, alla sicurezza e all’istruzione. Italia Terra Celtica avrebbe significo etica, giustizia, impegno e, senza nascondersi dietro “un dito”, educazione, quando necessario, coatta, alla legalità ed alla cittadinanza attiva, tutte cose che stridevano e ancor oggi stridono con l’agognato “dolce far nulla” a cui oltre i tre quarti della popolazione italiana ambisce. Poco conta se pochi giorni fa, sono sempre più convinto, in maniera quasi inconsapevole, gli italiani hanno deciso, attraverso referendum, di tagliare il numero dei parlamentari, certamente era cosa necessaria, ma tante altre cose necessarie, in un recente passato il popolo si è rifiutato di fare, non ultimo, il blocco completo ed a oltranza del Paese quando il governo Monti, senza toccare nessun privilegio della “casta”, arrivò addirittura, con il favore più o meno esplicito di tutti i partiti dell’Arco Costituzionale, a cancellare il diritto alla pensione! Quindi, non stiamo a raccontarci delle favole, il potere partitocratico, che si nutre delle tragedie e delle frustrazioni degli italiani, delle loro paure, delle loro tante indecisioni, della loro devastante, voluta e ricercata, ignoranza, è più che mai forte e, nonostante il prossimo taglio al numero dei parlamentari, sarà sempre più forte, oppressivo e padrone della vita degli italiani, ovviamente, il tutto di pari passo con l’inutilità di Italia Terra Celtica sancita dal popolo elettore.
Il Segretario Federale
Paolo Bini