COME GLI “ESPERTI” ABUSANO DELLA STATISTICA PER MENTIRE SULL’EFFICACIA DEL VACCINO
Pubblichiamo di seguito un’interessante analisi pubblicata su “Telegram”
1) PER MENTIRE, INIZIANO DA UNA DEFINIZIONE DISTORTA DELLA SCIENZA
La scienza non si fonda sull’osservazione come sentite sempre dire, ma sulla capacità di costruire delle ipotesi falsificabili. Questo significa che la propria ipotesi influenza il modo in cui vengono raccolti i dati e questo a sua volta influenza quelli che sono i modelli statistici che possiamo utilizzare per trarre inferenze su quei dati.
Lo sperimentatore sceglie quali sono le variabili da manipolare e da controllare.
2) L’IDEOLOGIA POLITICA PUÒ INFLUENZARE L’INTERPRETAZIONE DEI DATI
In questo studio sono stati sottoposti due dataset fittizi a due gruppi politici differenti (repubblicani e democratici) che erano molto simili. Nel primo dataset veniva chiesto di valutare l’efficacia di una crema per curare degli sfoghi, nel secondo di confrontare il numero di aumento o riduzione del crimine nei paesi in cui si vendevano armi e nei paesi in cui non si vendevano. In entrambi i dataset sia la crema che la legge contro le armi non portavano ad una riduzione significativa dello sfogo o dei crimini, tuttavia quando la domanda era sulla crema sia i repubblicani che i democratici traevano le stesse conclusioni dai dati, mentre quando si parlava della legge sulle armi entrambi hanno tratto conclusioni opposte pur partendo dagli stessi dati: i democratici sbagliando trovavano un effetto delle leggi sulla riduzione delle armi, i repubblicani esageravano il piccolo effetto non significativo dicendo che le leggi sulle armi avevano aumentato i crimini.
Cosa ci insegna questo? Che se tu insegni nelle università di medicina corsi di propaganda politica come quello di igiene e sanità pubblica in cui fai propaganda di ideologie socialiste pro vax così da avere una maggioranza di provax e poi chiedi a loro di interpretare i dati, in un modo o nell’altro ti diranno che i vaccini funzionano. La malafede del governo è palese perché un comitato tecnico scientifico neutro dovrebbe essere composto sia da vaccinati che da non vaccinati.
3) SI OMETTE L’USO DI TEST STATISTICI
L’essere umano è soggetto ad euristiche e bias e semplicemente non è capace di trarre da solo inferenze statistiche dai dati, perché è predisposto a vedere pattern anche laddove non ci sono.
Quando si raccolgono dei dati e vi sono differenze tra due gruppi, non possiamo mai essere sicuri che delle piccole differenze possano essere dovute al semplice caso. Per rimediare a questo sono stati inventati i test statistici che consentono di ridurre al minimo (al 5%) l’effetto del caso così che se c’è una differenza in due gruppi, quella differenza può non essere casuale. I test statistici sono sistematicamente assenti nei report ISS, quando si ha a che fare con dati nominali, si chiamano “chi quadrato”, “analisi loglineare” e “regressione logistica”.
4) RIPORTARE SOLO I RISCHI RELATIVI
Un nuovo farmaco con elevati rischi per la salute è in grado di ridurre dell’80% la morte in una malattia, ma se quella malattia uccide 6 persone su 100mila, una riduzione dell’80% porterebbe ad ucciderne solo 4,8 su 100 mila.
Se io però comunico solo “il farmaco riduce dell’80% la probabilità di morire” tutti credono che sia miracoloso, se invece dico che consente di passare da 6 persone a 4,8 persone morte su 100mila, mi ridono in faccia. Ebbene, il numero di morti non è casuale, perché ho preso i circa 4000 morti accertati e veri di covid e non la menzogna degli oltre 130mila, quindi anche se i vaccini funzionassero, sarebbero comunque inutili.
CONCLUSIONE
La scienza non può da sola difendersi dai tentativi di strumentalizzarla e di piegarla per fini politici ed ideologici. L’unico modo per diventare immuni a tutto questo è offrire una alfabetizzazione scientifica di massa, ed è questo il vero compito che dovrebbero avere i dissidenti su telegram, non semplicemente quello di “controinformare”, perché il giornalismo non lo combatti con altro giornalismo, ma con la ragione.