Ci sarebbe tanto da fare, ma senza voglia e coraggio….
E dire che ci sarebbe davvero tanto da fare, da costruire e ricostruire. Alla luce della disastrosa gestione della crisi pandemica da parte del potere romanocentrico gli italiani avrebbero davvero tanto da chiedere allo Stato, attenzione ai loro problemi; borse di studio per i ragazzi, che nonostante tutto, scuole chiuse e banchi a rotelle, si sono impegnati con successo negli studi; corsi di formazione veri e professionali che diano certezze lavorative per il futuro; una Sanità pubblica completamente rivista, dotata del necessario, governata da medici e non da manager incapaci di distinguere un paziente da un numero; una Giustizia efficiente, in grado di giudicare imparzialmente, libera dai diktat della politica, una giustizia non più immune da qualsivoglia controllo, che finalmente non scaricherà più i suoi errori sui cittadini, ma risponderà civilmente e penalmente dei sui sbagli, sino ad oggi esageratamente troppi.
Ci sarebbe molto da pretendere viste le tasse che si pagano, ci vorrebbe un Governo competente, valido, intelligente, ingegnoso, idoneo e adatto al rilancio del Paese. Un Governo composto da gente non arroccata a difesa del partito o delle lobby che rappresenta, bensì da persone preparate, capaci di dimostrare con i fatti e non con le sole parole di amare la Terra che rappresentano. Una Terra, la nostra, che in passato, quando ancora l’Italia non esisteva, è stata culla di grandi e importanti civiltà.
E dire che senza coerenza alcuna, mentre il Paese sprofonda nella più oscura recessione; mentre la disoccupazione sta diventando l’occupazione di un numero sempre più crescente di italiani; mentre si comincia a rischiare di più, soprattutto per alcune categorie di lavoratori, dalla visita delle forze dell’ordine piuttosto che da quella dei banditi; mentre lo Stato in maniera subdola e vigliacca dichiara guerra a chi, in assenza di certezze, adeguate sperimentazioni e verifiche, rifiuta di vaccinarsi contro il “covid19”; mentre ogni giorno le cronache ci informano di italiani rovinati da sentenze sbagliate del nostro sistema giudiziario; mentre tutto va a rotoli, crollano viadotti seminuovi, vengono giù funivie fresche di collaudo, prendono fuoco centinaia di autobus dedicati al trasporto pubblico, si scioglie l’asfalto nuovo sotto poche gocce di pioggia, ci si accanisce con l’uso di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza contro chi vuole lavorare anziché, come questo Stato predone vorrebbe, chiedere l’elemosina alla politica romanocentrica. Mentre tutto ciò e molto altro accade, si perde tempo e faccia nel festeggiare, il 25 aprile una disastrosa sconfitta bellica che ci ha reso schiavi della Nato; il primo maggio il lavoro che ormai sta per essere sostituito ovunque, tanto al sud come al nord del Paese, da disoccupazione, bonus di svariata natura ed elemosina travestita da redditi e pensioni di cittadinanza e il 2 giugno la Repubblica, che più di ogni altra in Europa, ormai lontanissima dal rispetto della Carta Costituzionale che dovrebbe normarne la vita, mostra tanti e tali limiti nel rispetto dei più elementari dettami della democrazia, della libertà di pensiero e di parola, che dovrebbe essere cambiata immediatamente sin dalle sua fondamenta.
Ci sarebbe davvero molto da chiedere allo Stato, partendo dal rispetto dei cittadini, che lo mantengono nonostante l’inefficienza e la lentezza della macchina burocratica del sistema tributario, tanto ingarbugliato con le sue migliaia di procedure da divenire la copertura ideale per gli specialisti dell’evasione e dell’elusione fiscale così come l’ostacolo principale per i contribuenti onesti che in Italia sono costretti a lavorare.
Ci sarebbe davvero molto da fare, ma ci vorrebbe un popolo vero, gente con la voglia di sradicare la corruzione dalla politica, dalla Magistratura e da tutte le istituzioni, ma questo manca, non è un caso se le cose sono sempre e solo andate peggiorando; non è un caso se ci sono “italiani” che corrono a denunciare il barista o il ristoratore che lavora nonostante il lockdown e poi, si girano da un’altra parte o fanno finta di niente se gli tocca assistere ad una rapina, un furto o uno stupro. Nossignori, diciamoci la verità, quando si accettano Ministri come Speranza, Lamorgese, Franceschini e variopinta compagnia di canto stonata, non si merita nulla di più di ciò che si ha. Altroché lamentele, in circa 70 anni di libere elezioni, ancora oggi, la gente dibatte su centro-destra e centro-sinistra; ancora oggi non ha capito che sono le due facce della stessa medaglia; ancora oggi è riluttante a cambiare, a sposare il progetto di chi, come noi, lotta per promuovere il Territorio attraverso le sue eccellenze culturali, le sue iniziative professionali ed i suoi successi produttivi; ancora oggi preferisce perdere tutto in tranquillità rifiutando la lotta, rifiutando di capire che anche le risorse migliori, nascoste all’ombra delle faide politiche, non potranno mai tradursi in opportunità di rilancio economico.
Il Segretario Federale
Paolo Bini