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Chi siamo

Il nostro simbolo: il Triskel

Il Triskel è certamente il simbolo celtico più conosciuto e fra i molti significati che gli vengono attribuiti vi è la triplice manifestazione del DIO unico: FORZA, SAGGEZZA e AMORE. E’ il Segno sul quale Patrizio spiegò il concetto della TRINITA’ CRISTIANA agli irlandesi e fra gli altri significati, simboleggia i tre aspetti del mondo materiale: TERRA, ACQUA e CIELO, che con il loro movimento si riuniscono tutti nel quarto elemento, il FUOCO…

Perchè Italia Terra Celtica

ITALIA TERRA CELTICA perché vogliamo portare in politica valori diversi, siamo stufi di politici che a dispetto di ciò che proclamano, poi, sono palesemente mossi da soli interessi privati o di “bottega”.  Sarà forse utopistico, forse da ingenui, però, noi crediamo che i valori della grande civiltà celtica possano contribuire a far ripartire il motore del nostro Paese e possano dare agli italiani nuovi spunti, nuove opportunità, nuove certezze e nuovi orizzonti.

ITALIA TERRA CELTICA perché è quello che ci auguriamo. E’ il nostro obiettivo, oggi un sogno, che speriamo sia di buon auspicio affinché la nostra Italia possa al più presto scrollarsi di dosso il vecchio regime consociativo che ne sta  decretando la bancarotta economica, finanziaria, sociale e morale. Quel regime che se ne frega dei veri problemi dei cittadini, sempre più alle prese con un fisco che li massacra o li criminalizza; con leggi incomprensibili che proliferano senza controllo; con una burocrazia di stampo “bizantino” capace di alterare gli equilibri democratici attraverso la lottizzazione delle società pubbliche, delle banche e dell’informazione.

ITALIA TERRA CELTICA perché il “mondo celtico” è oggi più che mai portatore di un messaggio eterno di assoluta armonia con l’universo e con la terra, la nostra Terra, che noi amiamo e che è stata martoriata, inquinata e massacrata in nome di squallidi interessi di pochi, che evidentemente non si sono fatti nessuno scrupolo nel lasciare in eredità ai nostri, ma anche ai loro figli, una enorme pattumiera.

ITALIA TERRA CELTICA perché c’è bisogno di grande rispetto della vita universale, perché ci vuole apertura di spirito, perché bisogna introdurre una vera uguaglianza fra uomo e donna come riconoscimento di equivalenza delle loro funzioni reciproche e complementari, perché, in parole povere, ci vuole una nuova spiritualità, una spiritualità razionale.

ITALIA TERRA CELTICA perché, adesso che tutto sembra perduto con un presente estremamente confuso e incerto, un futuro oscuro che non lascia intravedere nulla di positivo, bisogna recuperare la saggezza e la calma consapevolezza dei nostri avi. Bisogna guadagnare la stima dei nostri figli, ai quali dobbiamo lasciare un mondo migliore, un grande esempio di dignità, una Terra libera, una TERRA CELTICA!

L’idea e il progetto

L’idea e il progetto nascono mentre la classe dominante si riempie la bocca di altisonanti appelli all’unità nazionale da lei stessa distrutta e pretende addirittura di insegnarci le virtù risorgimentali; mentre i falsi oppositori o gli utili idioti di quella stessa classe, altra ambizione non hanno se non quella di andare a sostituirla in Parlamento ed in tutti i Palazzi del potere politico, non per cambiare qualcosa, ma semplicemente per occupare le poltrone non libere con le loro ultratrasformistiche chiappe; così nasce l’idea e con essa il progetto che si propone un unico, solo, difficilissimo ed impegnativo obiettivo, salvare dalla recessione  e dal fallimento il nostro bellissimo ed amato Paese.
Tralasciando ogni ideologia politica e mettendo al primo posto il benessere degli italiani, bisogna assolutamente riuscire con ogni sforzo a promuovere il territorio attraverso le sue eccellenze culturali, le sue iniziative professionali, i suoi successi produttivi, perché, anche le risorse migliori, se si tengono nascoste all’ombra delle faide politiche, stentano a diventare opportunità di rilancio economico.
I nostri conterranei chiedono di più e devo dire: “Hanno pienamente ragione !”  Vorrebbero un segnale forte di attenzione ai loro problemi: borse di studio per i ragazzi che nonostante tutto si impegnano con successo negli studi; corsi di formazione lavoro che diano certezze per il futuro; una sanità governata dai medici e non dai manager, che sappia distinguere un paziente da un numero; una giustizia che giudichi imparzialmente senza politicizzare le sentenze. Insomma, gli italiani vorrebbero essere governati da gente in grado di dimostrare con i fatti e non con le sole parole di avere nel cuore l’Italia,  magnifica Terra, culla di antiche e grandi civiltà.

Il nostro progetto di riforma nasce dalla necessità di rivedere una Costituzione, quella italiana, che presenta inconfutabili segni di deterioramento e di vecchiaia e che allo stato attuale rappresenta un grande ostacolo verso la ripresa economica del Paese. Il progetto, infatti,  prevede di assecondare le necessità degli italiani e la loro voglia di tornare protagonisti. Cosa possibile, secondo noi, solo con l’applicazione di una vera riforma federalista, imprescindibile per la valorizzazione della nostra identità.

Il primo essenziale cambiamento sulla strada del risanamento dei conti dello Stato investe la mentalità della classe politica e ciò deve realizzarsi immediatamente perché, perdurando la presente struttura ed i presenti meccanismi di spesa, è inevitabile il precipitare dell’Italia nel suo insieme verso situazioni sociali, economiche e finanziarie da “terzo mondo”.

L’entità del debito va determinata e circoscritta: il primo intervento consiste nel “ricucire” il buco apertosi in fondo al sacco dell’erario, ovvero nel bloccare l’espansione sconsiderata della spesa, ordinando e selezionando le uscite di cassa in base all’esigenza che lo Stato spenda meno e meglio.

Quando, così operando, si sarà conseguito definitivamente l’avanzo primario di bilancio, la massa finanziaria costituita dagli interessi  potrà essere aggredita sino al suo completo assorbimento con interventi graduali non dettati dall’affanno del deficit corrente.

Ciò, ovviamente, solo se i debiti saranno accesi esclusivamente per gli investimenti dai quali è logico attendersi un ritorno produttivo e mai per sopperire a bisogni correnti, che per effetto delle sovvenzioni tendono a dilatarsi ulteriormente.

Italia Terra Celtica attribuisce la massima importanza alla definizione di chiari, precisi e concreti obiettivi di politica economica diretti a porre fine alla sempre più evidente disgregazione del tessuto sociale ed economico provocata dalla partitocrazia romanocentrica e per contro ad assicurare il pieno inserimento, non solo di facciata e per meri motivi politici, del nostro Paese e delle comunità in esso presenti, nel novero dei Paesi economicamente più progrediti e socialmente più avanzati.

IL “PROGETTO ITALIA TERRA CELTICA” prevede uno Stato snello, meno burocratico e meno costoso, quindi, una drastica riduzione della pressione fiscale.

Lavoratori ed imprenditori, schiacciati dall’iniquo “centralismo romano”, devono essere liberati e ciò può avvenire solo attraverso una vera riforma federalista, che non potrà mai avvenire lasciando inalterata l’attuale Costituzione.

E’ proprio il tipo di cultura sulla quale si fonda la nostra Carta costituzionale che rende impossibile discutere seriamente di federalismo. E’ il modo con cui questa disegna le autonomie locali, intese come una concessione del potere statale e non come, Italia Terra Celtica vuole, un vero e proprio ambito di sovranità, seppur circoscritta nei suoi effetti e nelle sue dimensioni territoriali.

Nella cultura federalista, l’autonomia locale non è una concessione dall’alto, è un diritto, un potere che si intreccia e si innerva, mai venendo meno la sussidiarietà, con il potere nazionale.

IL FEDERALISMO E’:

1)     Governo dello sviluppo, che consente di riavvicinare le istituzioni alla gente e di eliminare alla radice il malumore sociale derivato dell’attuale fisco cannibale.
2) La riscrittura della Costituzione, finalizzata al solo obiettivo di individuare, avendo fondamento nei processi reali dell’economia e della società, la dimensione più adatta allo sviluppo economico del Paese per aree territoriali omogenee.
3) L’affermazione dei valori di mercato in economia, la salvaguardia della libertà, la salvaguardia e il miglioramento dello Stato sociale, il rispetto delle diversità e l’introduzione della “meritocrazia” nel pubblico impiego.
4) Uno Stato ridimensionato e ristrutturato nei centri di potere e nella burocrazia, che deve far posto ad efficienza ed equità, così da farsi promotore di quelle innovazioni, imprescindibili per applicare correttamente in favore del cittadino la devoluzione dei poteri politici ed amministrativi.

Consiglio federale

Bini Paolo: Segretario
Verna Carlo: Presidente
Panero Davide: Vicesegretario
Tancau Irina: Responsabile Organizzativo
Ferrero Roberto: Coordinatore Eventi
Daga Pierluigi: Responsabile Eventi e Manifestazioni
Bartoli Sergio: Responsabile Enti Locali
Giordano Elena: Responsabile Ecologia e Ambiente
Muri Giuseppe: Responsabile  Esteri e Comunicazione
Pili Elide: Responsabile  Commercio e Artigianato
Ponte Ezio: Responsabile  Quarto Settore e Sanità
Boltasu Maria: Responsabile Giovani I.T.C.
Carazita Giuseppe: Responsabile Industria

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