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C’è chi si rassegna e chi no!

by / giovedì, 12 aprile 2018 / Published in Sicurezza e salute

La vita, è vero, è sempre più frenetica, abbiamo voluto scimmiottare l’esempio americano ed ora ci troviamo invischiati in lavori precari, sottopagati con lo stato sociale che si sta sciogliendo come la neve al sole, lasciando dietro sé disperazione, sconforto, disoccupazione e delinquenza. Lo abbiamo accettato, non noi di Italia Terra Celtica, ma tutti gli altri, molti, troppi, addirittura per anni, dalle pagine dei giornali e dagli schermi televisivi ci hanno venduto la quotidianità a stelle e strisce come una grande cosa, come il toccasana necessario a risolvere tutti i mali italiani.

Ora, proprio come nella patria dello “Zio Sam”, viviamo un Paese la cui unica certezza è quella che essere onesto non paga. I profittatori, i truffatori, gli aguzzini di ogni ordine e grado sono quelli che meglio si muovono nelle larghe maglie della giustizia italiana, che contempla una legge severa, spietata per i cittadini onesti e una legge fatta apposta per chi può permettersi gli avvocati migliori o, in ultima istanza, per chi vive foraggiato dallo Stato o da altri enti pubblici, sulle spalle sempre più piegate di chi lavora e onestamente paga le tasse.

L’insicurezza regna sovrana ovunque, i banditi sanno di non dover temere nulla, per loro c’è sempre qualche attenuante, l’infanzia difficile, le cattive compagnie, la mancanza di lavoro, l’istruzione poco adeguata e chi più ne ha, più ne metta. Di fatto, nelle grandi città, Milano, Torino, Roma, Napoli, Palermo, ma anche in altre più piccole, è impossibile passeggiare nei parchi senza imbattersi in spacciatori di droga con il codazzo di clienti che spesso si bucano nelle vicinanze approfittando della presenza di una fontana dalla quale attingere l’acqua per sciogliere l’eroina. Lo vedo io, immagino lo vedano in molti, lo vedono certamente le forze dell’ordine, ma non si fa nulla, questo è il Paese del non vedo, non sento, non parlo. Così i nostri bambini vanno a giocare nei parchi dove le siringhe usate, sporche di sangue, si mescolano all’erba sempre più rada e sempre meno curata.

Parcheggiare la macchina costa caro ovunque, normalmente si paga il parcheggio secondo le tariffe imposte dai comuni e poi, se non si vuole rischiare di trovare l’auto danneggiata, si deve pagare anche il parcheggiatore, rigorosamente abusivo, al quale nessun vigile, poliziotto o carabiniere dice nulla, fatto salvo elevare contravvenzione a chi dovesse pagare solo il parcheggiatore abusivo senza prima essere passato dal parchimetro per l’obolo al comune.

Andare a fare la spesa al mercato rionale o al supermercato è diventata una vera e propria sfida ai borseggiatori, così come azzardarsi su qualsiasi mezzo pubblico che sia tram, pullman o treno.

Anche le strade dei centri storici rappresentano un pericolo, sino a qualche tempo fa proprio solo delle periferie, è facilissimo imbattersi in bulli di giovane età che girano armati di coltelli e catene, che hanno volutamente scelto la strada per delinquere piuttosto che la scuola per imparare, gente per la quale sarà sempre pronta l’attenuante dell’infanzia difficile dell’istruzione non adeguata, gente alla quale è permesso rubare, picchiare, rapinare e stuprare, tanto la colpa sarà sempre di chi si troverà nel posto sbagliato nel momento sbagliato e magari vestito o vestita in maniera non adeguata. Questi vivono dell’adrenalina che respirano per strada, rubano per drogarsi, per non farsi mancare l’ultimo tipo di cellulare, le scarpe ed i vestiti alla moda e che moda, solo una trentina d’anni fa li avrebbero chiamati straccioni.

Comunque, piaccia o no, volenti o nolenti, i tanti sociologhi e psicologi prezzolati ed i tanti italiani che preferiscono far finta di nulla sino a che non capiterà a loro di essere derubati e picchiati, questa è la cruda realtà che si è costruita nel nostro Paese a forza di andare a votare in cambio di promesse e di elemosina.

Tutta l’Italia, dove più, dove meno, è ormai una grande distesa di periferie, una dopo l’altra, senza identità, senza punti di riferimento, senza mappe e senza certezze.

L’Italia dei nostri tempi altro non è che quello che accade quando si smette di pensare il futuro e ci si accontenta di sopravvivere giorno dopo giorno in simbiosi con la miseria che avanza senza tregua, spinta dal peso di una crisi morale, sociale ed economica che, senza pietà alcuna, nel nome della partitocrazia romanocentrica, arruola sempre più gente nel territorio dei disillusi e dei senza speranza, gente che non si stupisce più di niente, che non fa caso alla puzza dell’immondizia, all’arroganza dei delinquenti di quartiere, alla mancanza di giustizia, gente che scrolla le spalle, che lascia fare, gente rassegnata.

Vivere questa Italia, è vero, è difficile, il caso, la violenza, la sorpresa, l’inganno e la beffa sono sempre dietro l’angolo, i più pare siano arrivati a considerarli rischi naturali, una fatalità che non si può eludere, alla quale bisogna abituarsi, per noi non è così, Italia Terra Celtica non si abituerà mai a questo schifo e tutti coloro che sono intenzionati a fare altrettanto devono metterci un po’ d’attenzione, da una parte ci siamo noi, dall’altra la partitocrazia romanocentrica.

Torre C.se 10 aprile 2018

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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