Caro Renzi, la “Buona Scuola” non sai neanche cos’è!
E basta! La scuola non può continuare ad essere terreno di scontro politico. Renzi, certamente è un grande piazzista, riesce a vendere per buona qualsiasi schifezza, anche perché l’acquirente, il popolo italiano, è certamente uno dei più disattenti e impreparati del panorama mondiale, però, l’ultima porcheria sulla scuola poteva sinceramente evitarsela.
Qualche riforma l’ha fatta, nessuno dice il contrario, ma non ne ha fatta una che possa essere definita almeno decente. Io credo debba governare perché è il Presidente del Consiglio, ma credo anche che, se vuole, come dice, salvare l’Italia dalla bancarotta e fare qualcosa di diverso da chi l’ha preceduto, sicuramente e completamente, è fuori strada. Nessun taglio ai privilegi della politica e della casta è entrato nelle sue proposte di legge, il lavoro, grazie al tanto sbandierato jobs act è diventato precario per tutti e poco conta se si vuole dire il contrario e negare la realtà, di fatto hanno cambiato nome al lavoro precario ed hanno esentato i datori di lavoro dal versamento dei contributi previdenziali per 36 mesi ponendoli a carico dello Stato, ovvero di tutti.
La riforma della scuola non è diversa dalle altre volute dall’uomo che sta diventando la vergogna di Firenze, città magnifica che ha regalato al mondo uomini e donne di straordinaria capacità, intelligenza e cultura, città abitata da gente laboriosa, tenace, ma anche simpatica e divertente, città che non merita certamente di essere rappresentata da un Matteo Renzi qualunque.
La scuola, da che ne ho memoria, è sempre stato uno dei terreni prediletti dai partiti per lo scontro politico, negli anni, nel nome dell’innovazione e dell’adeguamento ai tempi si sono compiute scelte di indirizzo sbagliate e si sono compiuti tanti e tali errori da aver reso, più che difficile, addirittura inutile il lavoro e la passione per l’insegnamento di tanti bravi docenti.
La scuola, come tante altre cose vitali per il Paese, va assolutamente tolta dalle mani dei partiti, non è possibile continuare così, non è possibile che i governanti, a seconda delle convenienze del momento, possano disporre della vita di chi insegna e di conseguenza di quella degli studenti e delle loro famiglie come meglio credono, mascherando ogni porcheria col nome di riforma e con frasi ad effetto e spot propagandistici. Ditemi ora, cosa vuol dire, cosa significa, consegnare nelle mani di un Preside il potere di valutazione, di assunzione e licenziamento dei docenti?!
Cosa vuol dire “Buona Scuola”?!
La riforma del Governo Renzi contiene tutto il peggio che si poteva mettere insieme:
- Presidi con super poteri.
- Docenti senza cattedra che faranno i tappabuchi su scuole diverse.
- Presidi che valuteranno i docenti senza punti di riferimento e senza criteri.
- Formazione obbligatoria nonostante nel passato sia già stata un fallimento.
- Insegnanti divisi in docenti albisti (serie B) e docenti su cattedra (serie A).
- Impossibilità a trasferirsi o chiedere il passaggio di ruolo, pena la perdita della cattedra e la retrocessione automatica agli albi, ovvero il declassamento.
- Docenti che non verranno mai più assunti perché si trovano in graduatorie che il governo ha deciso di non considerare ai fini della nuova “Buona Scuola”.
- Organi collegiali sviliti nelle loro funzioni di rappresentanza e di competenza.
Non si può condividere «un impianto ispirato a una logica di tagli sugli scatti di anzianità, il blocco del contratto scaduto nel 2009 e una drastica riduzione del personale ausiliario tecnico e amministrativo di entità tale da compromettere la qualità del servizio scolastico e la tenuta stessa del sistema pubblico di istruzione.
E’ inaccettabile il metodo usato dal governo per riformare. La scuola non ha bisogno di diktat e imposizioni, di quelli ne ha già subiti troppi con risultati disastrosi, sempre fatti pagare a docenti e studenti. La scuola ha bisogno di dibattiti, confronti, condivisione, chiarezza di obiettivi, certezza del curricolo che non faccia venir meno il prestigio dell’istituzione scolastica, la serietà degli studi e la preparazione degli studenti.
La “Buona Scuola” di Renzi è una riforma che nel breve porterà certo alla riduzione della spesa pubblica, ma che dimostra come il “gran rottamatore” non capisce o peggio, non gli freghi nulla del funzionamento della scuola e dell’importantissimo ruolo che questa deve avere nella e per la società. Una BUONA SCUOLA non può diventare un luogo dove risparmiare denaro pubblico, continuamente dilapidato e sperperato in mille altre cose inutili, quando non dannose. Una BUONA SCUOLA deve essere un investimento per la crescita civile ed economica dell’Italia e non l’ennesima riforma che farà ulteriormente regredire la qualità della scuola italiana già oggi, secondo la prima classifica mondiale stilata dall’istituto di ricerca inglese, “The Economist Intelligence Unit”, al 25° posto su quaranta paesi esaminati, scavalcata impietosamente dalle scuole dell’Est asiatico e da quelle del Nord Europa.
Come tutte le riforme partorite dal governo Renzi, anche questa lascia intravedere effetti devastanti che si rifletteranno pesantemente sul personale e ovviamente su studenti e famiglie che vedranno ridursi la qualità dell’offerta formativa.
La domanda che mi sorge spontanea è: “Ma gli italiani, oltre che a stare a guardare, che accidenti fanno, è possibile che in maniera così manifesta lascino fare qualsiasi scempio a questo governo, fra l’altro, non eletto da nessuno?!”
C’è da chiedersi e credo che molti bravi docenti l’abbiamo già fatto da tempo: “Perché mai sacrificare una vita all’insegnamento, perché imparare a insegnare e insegnare a imparare se a nessuno importa nulla delle sorti della scuola?!”
Il Segretario Federale
Paolo Bini