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Cara Raggi, le parole sono buone, il metodo no!

by / mercoledì, 17 agosto 2016 / Published in Politica e riforme

Insomma, quando c’era il centro-sinistra Roma Capitale era a carico dell’intera Nazione, ogni italiano, fatti salvi quelli residenti nelle 5 Regioni a statuto speciale, era chiamato al mantenimento della Città eterna, lo stesso è stato con il centro-destra e lo stesso è sempre stato da quando si è deciso di metter su questa repubblica farlocca. Ora i romani, pare in un sussulto di dignità, hanno deciso di chiudere con la partitocrazia, non a caso da noi definita romanocentrica, per affidarsi alla “rivoluzione” culturale del Movimento 5stelle. Il ritorno della romanità, del saper fare e sapersi gestire sembrava essere arrivato prepotente, come un vento nuovo capace di spazzare via i partiti e i loro candidati a sindaco, tutti accompagnati nella loro campagna elettorale, seppur con diverse sfumature, dalla stessa promessa: “Lasceremo tutto com’è!” La Raggi era veramente apparsa come un raggio di sole capace di dare e infondere speranza in una nuova e promettente stagione politica. Ora, è vero che si è appena insediata e non si può da Lei pretendere quello che tutti gli altri non hanno fatto in oltre 60 anni, nossignori, noi non siamo quelli che puntano il dito sui 5stelle pretendendo da questi dei miracoli, sappiamo benissimo che l’intero Paese è allo stremo, sull’orlo del fallimento e Roma non fa eccezione, anzi. Sappiamo che se gli italiani alla svelta non metabolizzano il fatto che si debba cambiare, l’intero Paese crollerà su se stesso e tutti, chi più chi meno, ci rimetteranno risparmi e lavoro.

Quello che non ci è piaciuto della Raggi e del Movimento che rappresenta, piuttosto è l’approccio con i problemi della Capitale, era chiaro che Roma non si poteva governare come è sin qui stato fatto ed era altresì chiaro che ogni cambiamento nella gestione della cosa pubblica sarebbe andato a scontrarsi con interessi e clientele potentissime che del cambiamento, di Grillo, della Raggi e del Movimento 5stelle non gli frega nulla. Quindi, o erano i 5stelle a non aver chiaro questo ed allora hanno sin dall’inizio peccato di approssimazione, oppure, al di là dei bei discorsi, erano perfettamente consci di ciò che avrebbero trovato e “senza saper né leggere, né scrivere” avevano in cuor loro messo in preventivo di adeguarsi alla partitocrazia che tanto demonizzano in discorsi e comizi. Tradotto, tutto questo si riassume nella solita richiesta di denaro pubblico necessario a mandare avanti la nostra “bella Roma Capitale”, roba che sarebbe successa con la vittoria di qualsiasi altro candidato a sindaco. In parole estremamente povere, noi non sappiamo se il governo cittadino dei 5stelle sarà capace di migliorare la vita dei romani, la loro città e i loro servizi, quello che sappiamo è che se ciò avverrà, me lo auguro per i romani, avverrà grazie ai denari dei torinesi, dei milanesi, dei fiorentini, dei veronesi, dei genovesi e di tutti gli italiani che pagano le tasse per il loro comune, per la loro Regione e, chissà perché, per Roma Capitale. Insomma, in un momento difficile come questo, dove fra l’altro ci sono sempre i “grillini” in prima fila a denunciare gli sprechi e la mala gestione del denaro pubblico, dove sono più i senza lavoro e quelli che il “lavoro ce l’hanno per scommessa” rispetto a quelli che hanno un lavoro a tempo indeterminato con uno stipendio decente, se Roma deve necessariamente essere un debito permanente per l’intera Nazione, che si vada altrove a fare la Capitale, ci sono città, che seppur non gestite in maniera brillante, hanno i bilanci notevolmente più a posto di Roma e un’efficienza migliaia di volte superiore a quella romana e tutto ciò senza aver mai ricevuto un centesimo di stanziamento, sovvenzione o prestito solo ed esclusivamente perché Capitale. Il coraggio non sta nelle parole, ma nei fatti!

A gridare sono capaci tutti, abbiamo avuto politici, urlatori di professione, gente che voleva fare la Padania e dopo tre governi con ministri delle riforme e degli interni non hanno portato a casa nulla di quanto promesso; abbiamo avuto promettitori folli, gente che nei discorsi materializzava milioni di posti di lavoro ma non è mai riuscita a dare alla Nazione una riforma degna di questo nome; ci sono poi stati gli uomini del Presidente (Napolitano), Monti, Letta e Renzi, quest’ultimo è ancora inquilino di Palazzo Chigi, gente che ha precipitato l’Italia in un vero e proprio disastro sociale dove la perdita di diritti, da quello allo studio a quello alla salute, da quello al lavoro a quello alla pensione sono divenuti il loro marchio di fabbrica. Ora abbiamo questi qua, gente a cui non va bene niente, che vogliono cambiare tutto, ma non il fatto che Roma debba essere mantenuta da tutti, soprattutto da chi non vive a Roma. L’augurio di farcela, di riuscire a cambiare, di riuscire a tagliare le spese inutili e di riuscire a mettere la museruola alle clientele che dall’esterno vogliono controllare Roma è sincero, da noi non verranno mai, come mai sono venuti, degli attacchi per soli scopi di propaganda politica, però, il metodo non ci piace, non è giusto che i lavori pubblici e tutti i tanti sprechi di Roma siano pagati dagli italiani che a Roma non vivono!

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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