Buon ferragosto a tutti, ma………………..
Il ferragosto è alle porte, ci siamo appena lasciati alle spalle la notte di San Lorenzo e le sue stelle cadenti, il tempo, qua e là comincia a fare i capricci, ma la voglia di vacanze, di staccare, è tanta. Magari non dal lavoro, anche perché sono sempre meno quelli che possono dire di averlo, piuttosto dalle cronache politiche, che in questo periodo lasciano il posto alle cronache rosa, al gossip e al padrone assoluto di quotidiani e telegiornali, il calciomercato, che in estate regala sogni di scudetto a milioni di tifosi. Ora, tutto ciò è certamente legittimo, ma se si analizza il comportamento e l’attenzione dedicata alla politica durante l’anno, quando dalle aule parlamentari escono leggi e decreti tanto iniqui da rivalutare positivamente i governi di paesi del terzo mondo comunemente additati dalla nostra informazione qualunquista come dittatoriali, allora di legittimo e di comprensibile ci vedo davvero poco.
Adesso nessuno ha voglia di sentir parlare di politica, tutti sono attratti dal sole, dal mare, dai monti, dai laghi e dalle città d’arte, certo sotto gli ombrelloni si sente di tutto, il sole fa lo stesso effetto del vino e della birra, quando se ne prende troppo si straparla e gli italiani che normalmente, mugugnando e imprecando, si sobbarcano code interminabili per pagare le tasse, dopo una breve esposizione ai raggi solari non lesinano discorsi rivoluzionari arrivando a minacciare più volte nello stesso intervento da spiaggia il remake della presa della Bastiglia. Poi, se li rincontri la sera, dopo una bella doccia fredda, prima che possano mettersi a tavola, ecco che ti ritrovi ad aver a che fare con gli stessi produttori delle inutili lamentele di sempre.
Questi sono i fatti, nessuno li può cambiare, ma quel che è peggio, è che questi rivoluzionari dalla facile insolazione e dal facile bicchiere, se messi di fronte alla loro inutilità o, se preferite, alla loro funzionalità al sistema partitocratico, che li costringe a lavorare e risparmiare per far fronte alla sempre crescente tassazione, si offendono. Loro partirebbero anche ieri per la rivoluzione, ma hanno una vita costellata di problemi, tanti e tali che alla fine, giusto per non farsi mancare la gioia del lamento, sono praticamente costretti dagli eventi a continuare a votare i loro aguzzini.
Così il nostro “bel Paese”, fra uno sbarco di clandestini e una nascosta riforma della sanità pubblica pensata per accelerare la fine dei malati; fra il solito, immancabile caso di corruzione e la nascita dell’ennesimo “nuovo” partito da ciò che resta di Forza Italia, si avvia inesorabilmente verso il suo traguardo segnato da tempo: il fallimento.
Fallimento che si tradurrà nella riduzione in miseria di milioni di italiani che oggi, nonostante i fatti dicano il contrario, pensano che a loro non possa mai capitare di non riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena. Fallimento che ha origine nell’approccio alla politica del popolo, sempre pronto a indignarsi, a dare del ladro a questo o quel politico, a lamentarsi, a piangere miseria, ma mai a fare qualcosa, a esporsi, a prendersi delle responsabilità, a mettersi in prima linea per lottare contro questo sistema partitocratico che è riuscito là dove neanche due conflitti mondiali erano riusciti prima, ovvero a cancellare nelle menti, nel cuore e nelle coscienze degli italiani, i sogni, la speranza e la volontà di combattere.
L’attuale classe dirigente altro non è che la legittima erede di quella che negli anni ha contribuito a creare la disastrosa situazione che quotidianamente siamo costretti a vivere. Certo i nomi dei partiti sono cambiati, ma gli attori e soprattutto i registi sono rimasti gli stessi, i ricambi che ci sono stati rispondono solamente ed unicamente ai necessari ricambi generazionali dettati dal tempo. Poi, nulla è cambiato, il metodo è sempre rimasto lo stesso, prima gli interessi dei finanziatori della politica, poi quelli dei politici, poi quelli del partito ed in ultimo, forse, con le briciole che rimangono, gli interessi del Paese, però, solitamente appaltati a ditte ed aziende in odore di mafia, così che anche questi, inevitabilmente, si traducono nell’ennesima razzia delle casse pubbliche a fronte di lavori fatiscenti resi alla comunità. Anche chi aveva fatto dell’onestà la sua bandiera, oggi è alle prese con la giustizia per aver usato i fondi del partito, i rimborsi elettorali drenati in maniera coatta dalle tasche dei contribuenti, in modo a dir poco “opaco” e da ciò che si apprende dalle cronache, pare che il più pulito dei partiti, rispolverando un vecchio detto popolare, abbia la rogna! Tragico, certo, ma purtroppo vero.
Che dire, a tutti l’augurio di un buon ferragosto, divertitevi, fate una buona e abbondante grigliata, ma basta inutili e grotteschi discorsi rivoluzionari, l’Italia ha bisogno di guerrieri non di ciarlatani, di quelli ce ne sono già troppi.
Il Presidente Federale
Carlo Verna