Basta partitocrazia, basta tasse!
Le rivoluzioni non si fanno da sole e non si fanno di nascosto, non si può avere la pretesa che siano sempre altri a rischiare, non si può più proseguire con la vergogna di un popolo che sa solo offendersi, che sa solo cercare sempre e solo altrove le responsabilità che, invece, sono in grandissima parte sue! Da qui bisogna cominciare per fare una corretta analisi del momento, della crisi che sta distruggendo la Nazione, che sta costringendo i giovani ad emigrare come accadeva all’inizio del secolo scorso, che sta restituendo a chi rimane un’Italia fallita senza più nessuna speranza di ripresa. Sono ormai anni che i media ci posticipano la fine della crisi, nel 2010 si diceva che nel 2012 ci sarebbe stata la ripresa, poi, il 2012 è arrivato ed abbiamo sentito parlare del 2013, ma nel 2013 non è accaduto nulla, o meglio, la crisi è peggiorata e così nel 2014, in spregio delle più elementari regole democratiche, nominato da re Giorgio Napolitano, ecco arrivare Renzi, gran parlatore, gran venditore di promesse e gran bugiardo. Da quando si è insediato gli abbiamo sentito dire di tutto, dopo aver cancellato il diritto al lavoro con l’aiuto di Berlusconi e delle inesistenti opposizioni di Lega e Grillini, è addirittura arrivato a dire che grazie a lui l’Italia è ripartita e presto correrà. Il pifferaio fiorentino sprizza ottimismo da tutti i pori, utilizza l’aereo di stato per portare la famiglia a sciare in Val d’Aosta per le festività natalizie e riesce a vedere anche una ripresa economica nel 2015, quindi, ecco spostata di un’altro anno la grande illusione alla quale, incredibilmente, gli italiani riescono ancora a credere. A dar man forte al Presidente del Consiglio, a dire il vero, c’è anche una lunga schiera di politologi ed economisti che non saprebbero mandare avanti un banco al mercato, ma che vivendo e sguazzando nei denari che gli passano i partiti, senza nessuna vergogna, riescono a parlare di deboli segnali di ripresa già nei primi mesi di quest’anno e di una chiara inversione di rotta a partire dal secondo semestre 2015. Insomma, ci trattano come gli asini a cui si fa vedere la carota per farli andare avanti senza che raglino e scalcino troppo! Noi, poi, ce la mettiamo davvero tutta a far si che il paragone con l’animale da soma sia più che calzante. Sono vent’anni che gli italiani si dividono fra berlusconiani e chi “piuttosto che Berlusconi la morte”. Abbiamo lasciato fare ciò che hanno voluto ai partiti della cosiddetta “prima repubblica”, abbiamo lasciato che Andreotti, Fanfani, Forlani, Pomicino, Gava e tutti i loro alleati, socialisti, social democratici, liberali e repubblicani, si dividessero la “torta Italia” con i partiti d’opposizione, comunisti in testa! Poi, come in preda al furore, si è pretesa la testa di Craxi, che ad essere onesti ed a giudicare imparzialmente i fatti reali, la storia sta ampiamente rivalutando a scapito di chi tanto si è dato da fare per farlo apparire come il più grande responsabile delle ruberie della “prima repubblica”. Oggi, infatti, non vi è più traccia della “Milano da bere” di socialista memoria, ma è pur rimasta una Milano da mangiare nella quale hanno piantato e tutt’ora stanno piantando i denti squallidi personaggi di sinistra come Penati e Pisapia. La giustizia in Italia non ha mai funzionato, non è un caso che la Penisola sia da sempre patria incontrastata della mafie più pericolose, non è un caso che nel nero buco dello stato siano sparite valanghe di miliardi e non è un caso che in galera ci siano finiti e ci finiscono solo i delinquenti di serie B e di serie C. Oggi, però, al contrario di ieri, la magistratura ha alzato il tiro. Oggi non rivendica più il solo potere in ambito giudiziario, servito nel 900 per far favori a politici che potessero poi garantire grandi carriere a giudici, magistrati, amici e familiari degli stessi. Oggi la magistratura fa politica in prima linea, certifica con sentenze da far impallidire i tribunali della santa inquisizione chi ha ragione e chi ha torto, non in base ai reati commessi, non in base alle prove raccolte, bensì in base a cosa si pensa, a cosa si vuol fare, a cosa si dichiara. Oggi si giudicano le intenzioni , le idee, i pensieri, sei contrario al regime partitocratico, bene, allora sei un delinquente! Ti prendono a rubare con le mani nel sacco, porti una banca sull’orlo del fallimento, chiudi aziende, lasci nella disperazione migliaia di famiglie e te ne vai all’estero, vedi Svizzera per il grande De Benedetti, benissimo, al massimo ci può essere una multa, ma mai troppo salata, potrebbe arrabbiarsi! Insomma, ci hanno mangiato l’Italia, l’hanno fatto sotto i nostri occhi, non in notti oscure e senza luna, ma in pieno giorno ed in pieno sole e noi li abbiamo lasciati fare, anzi, peggio, con il voto li abbiamo pure legittimati, “portateci pure via tutto, ma non la televisione, ci sono i reality, le soap opera e le partite!” Questo è il messaggio che gli italiani hanno lanciato alla politica, non tanto con le parole, ma con i fatti e la politica altro non ha fatto che assecondarli. Questo è quanto bisogna riconoscere se si vuole ripartire, le cose non si cambiano da sole e sicuramente non le cambierà nessuno degli iscritti al club della partitocrazia romanocentrica. Non le cambierà Renzi, tantomeno Alfano, Berlusconi e neppure Grillo o Salvini! Si vuole per sé e per i propri figli un’Italia migliore dove i corrotti ed i mafiosi di ogni ordine e grado stiano dietro le sbarre di una cella piuttosto che in Parlamento, Senato, in Regione, Provincia, Comune e nelle aule di tribunale, bene, quell’Italia dobbiamo farcela da soli con la lotta, con i sacrifici, con la creazione di un nuovo soggetto politico che non abbia quale massima ambizione quella di approdare sulle morbide poltrone riservate alla partitocrazia, ma abbia nel suo progetto e nel suo d.n.a. l’abbattimento del regime partitocratico. Le lamentele, le urla e gli strepiti non servono, i fatti e la storia dimostrano che nulla si ottiene a piangere e urlare e nulla si ottiene a togliersi la vita per protesta o disperazione, c’è da rifondare una Nazione, l’Italia non ha bisogno di piagnoni, di urlatori ed opportunisti, c’è bisogno di Italiani che sappiano essere guerrieri, che abbiano nel loro cuore e nella loro mente un unico grande sogno, un unico grande obbiettivo: rifondare lo Stato su due principi irrinunciabili, il federalismo e la democrazia! Basta partiti, favori, raccomandazioni, scappatoie, privatizzazioni strane e sospette, giustizia a orologeria fatta da giudici, magistrati e pubblici ministeri schierati politicamente, stanziamenti miliardari per gli “amici” e gli “amici degli amici”, stipendi e pensioni faraoniche per i politici, per i dirigenti della pubblica amministrazione e delle aziende a partecipazione pubblica; BASTA PARTITOCRAZIA, BASTA TASSE!
Ora, per troppo menefreghismo e vigliaccheria, forse, non si è neppure più in tempo per arrivare ad un’inversione di rotta in tempi ragionevoli, ma una cosa è certa, se si continua a stare a guardare, mentre finiscono di mangiarsi il Paese, ci toccherà sarà una vita ed un futuro per i nostri figli fatto di precarietà, di prostituzione ed espedienti. Ribellarsi è un dovere! dobbiamo farlo per noi, dobbiamo farlo per restituire ai nostri figli un’Italia migliore. Gli italiani, tutti, che non si riconoscono più nella politica clientelare e rapinatrice della partitocrazia hanno il dovere di rispondere presente!
Il Segretario Federale
Paolo Bini