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Basta girarci intorno, è ora che ognuno si faccia un esame di coscienza

by / martedì, 11 agosto 2015 / Published in Politica e riforme

Allora, ora credo che la misura sia molto più che colma. Va bene, ci sono milioni di italiani che preferiscono continuare a credere a chi gliela fa più facile e in questo il nostro Matteo Renzi è un maestro; poi, ci sono milioni di codardi e a questo punto non mi frega niente se tanti si sentiranno offesi, che si lamentano continuamente senza trovare mai il minimo motto d’orgoglio per fare qualcosa di concreto se non continuare a lamentarsi inutilmente e stupidamente e sullo sfondo c’è l’Italia, che sta colando a picco sommersa dai debiti e zavorrata da una classe politica incapace e inadeguata, sorretta e votata da poco più di un 40% della popolazione che, se non ha le “mani in pasta”, ha certamente gravi problemi di comprendonio.

La misura è molto più che colma perché il reale andamento del Paese è molto diverso da quanto vorrebbe farci credere il Presidente del Consiglio. Lui, da come si presenta e da quel che dice,  sembra credere di aver a che fare con una platea di idioti e forse il suo elettorato lo è anche, ma noi no! Non ci consideriamo idioti e nemmeno vigliacchi, non facciamo parte del gran numero di italiani disposti a credere a qualsiasi cosa e nemmeno di quelli che amano lamentarsi, lamentarsi, ancora lamentarsi e pagare, pagare e lamentarsi. No, Italia Terra Celtica conterà forse poco, ma quel poco che rappresentiamo è certamente la parte più sana e coraggiosa del Paese. Mai ci siamo abbandonati alla critica fine a se stessa, mai abbiamo usato facili e populisti insulti nella nostra lotta contro la partitocrazia romanocentrica, per contro, abbiamo sempre cercato di ragionare su quanto sta accadendo e abbiamo sempre cercato di spiegare agli italiani il perché consideriamo sbagliate le scelte del governo e il comportamento di sedicenti opposizioni buone solo per i talk show televisivi.

Ora, capisco bene che siamo in periodo di ferie estive, che l’argomento principale degli italiani è il calciomercato e che il campionato è prossimo al fischio d’inizio, ma non capisco come si possa continuare a credere, Renzi o non Renzi, a un centro-sinistra fotocopia del centro-destra, che a sua volta per lo stesso motivo merita la stessa credibilità: nessuna!

Non è più il tempo del “Se mi votate abbasso le tasse!” Ed è anche finito il tempo del “Basta Roma, basta tasse!” Come credo possa considerarsi esaurito il tempo in cui si prendevano voti prendendosela con i clandestini o promettendo valanghe di posti di lavoro. Ora, se si vuole essere onesti, se si vuole veramente fare qualcosa di utile per il Paese è il tempo del sacrificio, ma non del popolo, quello sin qui fatto basta, avanza e ce n’è anche per gli anni a venire. Ora è la classe politica e chi ha goduto dei privilegi dispensati dalla politica partitocratica a dover fare sacrifici, ci sono da tagliare i compensi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, dei magistrati e degli alti ufficiali, dei dirigenti statali, parastatali e di quelli delle aziende a partecipazione pubblica. C’è da cancellare la vergogna delle “super pensioni” e da aumentare le pensioni dei lavoratori; c’è da cestinare il Senato e da introdurre in sua vece la Camera delle Regioni della quale dovranno far parte i Presidenti di Regione e di Provincia eletti dal popolo; c’è da stoppare l’abominio delle “citta metropolitane” e di tutti i consorzi che vi nasceranno intorno, roba che costerà alla collettività molto, molto di più delle Provincie che sono state soppresse per soli motivi propagandistici; c’è da tagliare drasticamente il numero dei parlamentari e da eliminare l’inutile e costosa piaga dei senatori a vita. Questo c’è da fare e questo deve essere fatto da chi si propone agli italiani con un progetto e un programma che voglia essere credibile per il rilancio del Paese. Tutto il resto sono solo inutili parole, buone solo per i creduloni e per i codardi, che con le loro scelte o non scelte, in fin dei conti, di quanto sta accadendo, sono responsabili quanto, se non più, dei politici a cui si sono sempre affidati.

Il Segretario Federale

Paolo Bini

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