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BASTA CON LA DEMAGOGIA DELLA SOLIDARIETÀ E CON LE FRASI AD EFFETTO. CI VUOLE UNA LEGGE COMUNE AGLI STATI MEMBRI DELL’EUROPA UNITA

by / domenica, 30 novembre 2014 / Published in Esteri

Tutte le tendenze sembrano accreditare la tesi che vuole i prossimi decenni caratterizzati da un’elevata mobilità di soggetti extracomunitari verso la nostra Penisola.

Le cronache, quasi quotidianamente, ci informano di nuovi sbarchi di disperati sulle nostre coste provenienti da ogni dove con il miraggio di una vita migliore. Miraggio, che spesso rimane tale!

Tutto ciò ci deve fare riflettere, i potenti del pianeta hanno fallito, oggi più della metà della popolazione mondiale muore di fame, di stenti, di malattie e di guerre, sulle quali spesso lucrano gli speculatori ed i venditori di morte occidentali.

Se non tutti, sicuramente molti governi dei Paesi cosiddetti sviluppati e democratici hanno oggi, così come hanno avuto in passato, grosse e colpevoli responsabilità di tale disastro umanitario.

Disastro, che i governi non possono scaricare sulla pelle della  gente così come accade in Italia con leggi inadeguate ad affrontare tale fenomeno. Le ultime leggi in tema di immigrazione, la “Martelli”, la “Turco-Napolitano”, la “Bossi-Fini” e tutte le sue successive modifiche sino ad arrivare all’attuale testo che dovrebbe regolamentarla, non hanno tenuto e non tengono conto che la mobilità di persone diventerà un carattere evidente della maggior parte della moltitudine del pianeta di cui i paesi occidentali, a causa del progressivo decremento demografico, sono una minoranza.

In tale prospettiva, le politiche sullo stile “Aumentiamo il controllo alle frontiere e via gli stranieri dall’Italia!” Sono demagogiche, colpi ad effetto, limitate al brevissimo periodo qualora fossero veramente attuate. Altrettanto demagogiche ed inique lo sono quelle di segno opposto, cioè ispirate ad una logica dell’accoglienza non misurata alle risorse della comunità ospitante.

Le migrazioni sono un fatto concreto, dunque hanno bisogno di risposte concrete. Le migrazioni sono un fenomeno destinato a durare, dunque hanno bisogno di politiche di lungo periodo. Le migrazioni sono prevedibili, quindi non richiedono competenza tecnica specifica. Le migrazioni sono un fenomeno sociale e politico e non un’ideologia, dunque hanno bisogno di essere affrontate con il contributo serio di tutti i cittadini e non con le ideologie superstiti di pochi politici. Le migrazioni sono un fenomeno locale, nazionale e soprattutto sovranazionale, dunque sollecitano, non solo gli interventi autonomi dei singoli governi, ma del governo dell’Unione Europea.

ITALIA TERRA CELTICA è assolutamente convinta che solo una legge comune a tutti gli stati che compongono l’Europa Unita possa affrontare in maniera adeguata il fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria clandestina divenuto per noi italiani un grave problema che, legge dopo legge e riforma dopo riforma, pare sempre più essere senza risoluzione.

Noi siamo altresì convinti, che alle base della legge che dovrà governare i flussi migratori clandestini all’interno dell’intera Unione Europea debba esserci la reciprocità. Questa altro non è che la condizione generale, nel diritto internazionale, di subordinare qualsiasi agevolazione concessa agli stranieri al reciproco trattamento del cittadino europeo e quindi italiano nel paese di provenienza dello straniero, ove ciò non si verifichi non dovrà essere consentito l’ingresso al cittadino extracomunitario per nessun motivo.

Questo per essere chiari, infatti, noi siamo convinti che sia più conveniente, per noi ed anche per loro, predisporre un serio programma di cooperazione che trasferisca risorse imprenditoriali nei paesi di provenienza, così da avviare in loco processi di sviluppo in grado di risolvere, nel tempo, lo stato di miseria in cui versano molti degli stati dai quali provengono migliaia e migliaia di immigrati clandestini. Tali interventi, se mirati e seguiti da una politica seria e onesta, sicuramente arriveranno a ridurre in maniera sensibile il flusso migratorio che da essi proviene.

La demagogia della solidarietà ad ogni costo, elaborata dai soloni nazionali dell’integrazione multietnica sulla pelle della gente comune e soprattutto delle classi più disagiate, evidenzia solo il distacco dalla realtà quotidiana dei nostri politici, capaci di lasciare i Palazzi e le ville romane, dove elaborano le loro folli strategie, solo quando devono tornare a chiedere il voto alla gente, a quella gente che non ce la fa più, che si sente tradita, che si sente impotente di fronte all’ondata di violenza brutale che innegabilmente l’immigrazione clandestina porta con sé.

A differenza loro, noi abbiamo sempre considerato essenziale l’opinione delle persone,  captare i loro bisogni, i loro malumori, è così che interpretiamo il nostro ruolo di Movimento politico nella società e da questa emerge chiaramente che nel nostro Paese non vogliamo i rifiuti degli altri, non i delinquenti, non i fannulloni o i vagabondi, ci bastano i nostri! Viceversa per la grande tradizione sociale e democratica che ci contraddistingue siamo disposti a dare il benvenuto a chi in Italia viene per costruirsi un futuro con la voglia di fare e di lavorare onestamente nel rispetto delle nostre leggi, dei nostri usi, dei nostri costumi.

Detto questo, mi pare che sulla questione del razzismo si stia facendo una gran confusione, i fenomeni a cui di recente abbiamo assistito ed ai quali, se nulla cambia, saremo costretti ad assistere anche nel futuro, provocati prima di tutto dall’assoluta assenza dello Stato e di qualsiasi istituzione, più che con il razzismo hanno a che fare con la xenofobia che è l’odio verso gli stranieri, nei casi italiani, scatenato da un’ondata di violenza che sta attraversando tutto il Paese oltre che dall’assurda e costosissima gestione degli sbarchi di clandestini sulle nostre coste.

Odio alimentato a sua volta dalla paura di perdere il lavoro, il diritto alla casa o quant’ altro a causa dello straniero e questo per le particolari situazioni di  disagio economico e sociale sulle quali, invece di fare tante chiacchiere, si dovrebbe agire con l’intento di eliminare alla radice l’atteggiamento xenofobico.

Questo non è razzismo, il razzismo in senso proprio è un’altra cosa, è la teorizzazione della superiorità di una razza sulle altre con la conseguente pretesa di fare di queste ciò che si vuole.

Non mi pare che questa sia l’idea che frulla nella testa di quegli italiani delusi e arrabbiati che hanno dato vita a manifestazioni contro gli extracomunitari clandestini.

Invece, se c’è stata una cultura, che partendo dalla convinzione di essere superiore ha distrutto o sta distruggendo tutte le altre, questa è stata ed è quella che si riconosce nel sistema democratico-capitalista-industrialista oggi imperante. E’ stato questo sistema che ha azzerato comunità, lingue, usi, costumi, specificità, diversità. Ed è a causa di questa sistematica distruzione che intere popolazioni, soprattutto africane, sradicate oramai definitivamente dal loro habitat culturale, emotivo e anche fisico, sono diventate una miserabile periferia “dell’impero” e muovono verso di noi per cercare fortuna, trovando, quasi sempre, una ulteriore emarginazione. Questo, cari ipocriti di destra e di sinistra, è il razzismo vero e profondo, questo è il nocciolo della questione e sta nella pretesa totalizzante dell’occidente industriale di omologare l’intero esistente a se stesso.

Quello degli italiani delusi e arrabbiati, altro non è che un fenomeno di risulta, sicuramente non edificabile, ma che vede quali unici responsabili proprio i politici italiani, colpevoli di affrontare il problema con demagogia, lassismo e colpevole ritardo culturale.

 

Il Segretario Federale

Paolo BINI

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