Accettare tutto non è sinonimo di correttezza, ma di vigliaccheria!
Non so se ne sarò capace, ma voglio provare, senza nascondermi dietro parole retoriche e senza ricorrere a fantasiose spiegazioni ad uso dei politici romanocentrici ed a consumo dei loro elettori, a spiegare quanto è avvenuto da quando abbiamo rinunciato, fra le altre innumerevoli cose, anche ad essere uno Stato sovrano e indipendente. Bene, gli italiani, abilissimi dal dopoguerra sino all’inizio del 21° secolo ad accettare qualsiasi vessazione dallo Stato centralista romano, sono riusciti negli ultimi anni a dare dimostrazione al mondo intero di quanto la stupidità italica sia inarrivabile, infatti, da quando il professor Romano Prodi per spiegare alla Nazione quanto potesse essere magnifico il mondo dell’euro ricorse alle profetiche parole: “Con l’euro lavoreremo tutti di meno e guadagneremo tutti di più”, un pò di “acqua sotto i ponti è passata”, eppure, senza batter ciglio, i diversi governi “euroeuforici”, che sino ad oggi si sono succeduti alla guida del Paese, hanno regalato agli italiani manovre fiscali che definire oscene è fare un complimento alle stesse e indirettamente alle “teste d’uovo” che le hanno pensate.
Comunque, al di là di tutto, senza che alcun medico, né di famiglia, né specialistico, per questioni di salute l’avesse mai ordinato, gli italiani in questi ultimi anni hanno accettato di vedere i loro redditi taglieggiati in mille modi, hanno accettato qualsiasi balzello, anche i più bizzarri, imposti dai diversi governi, sino ad arrivare, i lavoratori dipendenti, a lasciare quasi la metà del loro stipendio nelle casse dello Stato e sino ad arrivare, i lavoratori autonomi, a monetizzare il frutto della propri attività a partire da luglio ed in alcuni casi addirittura da settembre.
Gli italiani, brava gente, hanno poi accolto con entusiasmo, diversamente ciò non sarebbe mai potuto accadere, di pagare i contributi sanitari ed i contributi sui contributi in cambio del quasi azzeramento dei corrispondenti servizi, infatti, da noi gli ospedali si chiudono e quelli che rimangono aperti sembrano gestiti al solo scopo di spingere i pazienti a rivolgersi alle cliniche private.
Poi, evidentemente non abbastanza soddisfatti, si è acconsentito alle più stravaganti e beffarde riforme in materia di previdenza sociale senza tenere conto che, soprattutto gli ultimi provvedimenti, regaleranno alla Nazione in un futuro assai prossimo, migliaia di famiglie costrette a vivere nell’indigenza più totale. Tanto per essere chiari, a quelli della mia generazione ed a quelli delle generazioni vicine, dopo aver lavorato per oltre 40-42-45 anni pagando la pensione ad altri, a pochi che la meritavano ed a molti che non la meritavano, ai fortunati del pubblico impiego sempre traboccanti di agevolazioni da parte dello Stato; a politici, magistrati, ufficiali dell’esercito e dei corpi di polizia, mai sazi e sempre “bisognosi di riconoscenza”; a falsi invalidi; ai manager d’oro delle ormai quasi totalmente scomparse aziende di Stato; ai tanti che nel nostro Paese, se non la pensione, almeno un sussidio lo vengono a prendere, provenienti da ogni dove e vita natural durante, non sarà garantito nulla di neanche lontanamente vicino a quanto versato nelle casse dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. In parole povere, incomprensibilmente, gli italiani hanno accettato l’assurdo teorema secondo il quale le pensioni dovevano e devono, oggi più che mai, essere pagate con i denari di chi lavora, senza tenere conto che un lavoratore, anche metalmeccanico, che prima delle ultime ingiustificate riforme andava in pensione dopo 35 anni di contributi, avrebbe dovuto campare ben oltre i 100 anni per riuscire a spendere quanto da lui accantonato per la propria previdenza.
Insomma, la CGIA di Mestre ha di recente pubblicato uno studio, inconfutabile nei contenuti, secondo il quale gli sprechi dello Stato romanocentrico ammontano a ben 200 miliardi all’anno, ma di questo pare non fregare niente a nessuno, una cosa che gli italiani non accettano e di conseguenza si comportano, è l’essere messi di fronte alla verità! Poi, tutto il resto può andare, tutto si può accettare, anche di fronte all’ineludibile evidenza di una prossima bancarotta dello Stato partitocratico.
Le tasse, i soldi dei lavoratori italiani, sono serviti per sovvenzioni, sussidi, contributi, mantenimenti e pensioni a falsi invalidi, finti disoccupati, finti pensionati, impiegati pubblici fasulli; per foraggiare casse integrazioni, che hanno permesso a industriali senza scrupoli e con poca coscienza di socializzare le perdite e privatizzare i guadagni; per gli investimenti clientelari al Sud e anche al Nord; per gli interventi umanitari in ogni parte del pianeta gli americani decidessero di mandarci e per l’accoglienza e il mantenimento sul nostro territorio di centinaia di migliaia di persone che nell’Italia vedono il luogo ideale dove andare a vivere, a 30 euro al giorno, senza fare nulla, con vitto e alloggio a carico dei bravi cittadini italiani.
Tutto questo viene accettato, nessuno obbietta, è ormai diventato normale pagare le tasse in cambio di niente, sotto la minaccia di multe salate se mai ci si rifiutasse di farlo.
E’ ormai cosa normale l’ingerenza dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America negli affari di politica interna, è accettato da tutti che sia la Banca Centrale Europea a tenere sotto scacco l’Italia acquistando da questa Bot e Cct, è dato per scontato che sia la Commissione Europea ad avvallare le nostre leggi di bilancio e ad indicare il metodo e l’ammontare della tassazione che i nostri governi devono imporre agli italiani.
E’ ritenuto normale affogare nei debiti mentre la U.E., sempre più, si mostra concepita per i “bottegai” e per gli speculatori, mentre nei fatti rigetta al mittente qualsiasi progetto politico di unione dei popoli e si mostra unicamente interessata a favorire gli affari delle grandi banche e delle grandi multinazionali.
Ora, non so se ne sono stato capace, non so se quanto scritto può aiutare a capire il perché di quest’Italia, però, credo che in Europa solo noi siamo stati capaci di accettare solo il peggio dalla classe politica che attraverso libere elezioni siamo sempre riusciti ad eleggere in nostra rappresentanza; solo il peggio dalle imposizioni dell’Unione Europea e dai nostri padroni americani. In definitiva, mi pare che l’Italia manchi di una cosa fondamentale della quale le Nazioni normalmente sono dotate, il Popolo!
Noi siamo ancora qui a discutere di centro-destra e centro-sinistra, ancora la stragrande maggioranza degli italiani non capisce che sono le due facce della partitocrazia romanocentrica; ancora la stragrande maggioranza degli italiani è disposta ad accettare di tutto e di più, ma non l’invito alla ribellione democratica e pacifica di Italia Terra Celtica; ancora la paura inchioda gli italiani alla vigliaccheria della loro anima e così, per l’ennesima volta, fra schermaglie televisive ed insulti da carta stampata, alla partitocrazia romanocentrica, verrà nuovamente perdonato tutto. Tutto il male che negli anni la classe politica partitocratica, di qualsiasi colore e ideologia, ha fatto a tutti noi, finanziando con i nostri soldi parassiti e profittatori a cominciare da sé stessa.
Torre Canavese 29 ottobre 2019
Il Segretario Federale
Paolo Bini